Lentiggini solari: cinque cose da sapere - Medicalfacts

2022-09-17 05:03:30 By : Mr. Gang Qian

Sono lesioni cutanee benigne chiamate anche Lentigo, determinate dall’accumulo di melanina (pigmento prodotto da cellule specializzate chiamate melanociti). Hanno forma e dimensioni variabili (da pochi millimetri ad alcuni centimetri), colorazione più o meno intensa, sono ben circoscritte e piane (non in rilievo rispetto alla cute circostante). Compaiono soprattutto dopo i 50 anni di età in zone cronicamente esposte al sole come il volto, il dorso delle mani, le braccia e le spalle (per questo vengono anche chiamate lentiggini dell’età adulta o senili). Una volta comparse, la loro colorazione non si modifica con le stagioni.

Le efelidi sono anch’esse lesioni pigmentate della cute, ma sono per lo più determinate dalla genetica: compaiono nella prima infanzia, generalmente aumentano durante l’adolescenza e spesso si attenuano nell’età adulta. Sono di piccole dimensioni (1-2 mm), di colore variabile dal rosso al marrone chiaro, localizzate soprattutto a livello di volto, collo, braccia e torace. Si ritrovano più frequentemente nelle persone con fototipo cutaneo chiaro (fototipi I o II) e tendono a scurirsi dopo l’esposizione solare.

Le lentiggini solari sono più comuni nelle etnie caucasica ed asiatica e si sviluppano come conseguenza dell’esposizione solare prolungata: i raggi ultravioletti provocano un danno cronico a carico di melanociti, cheratinociti ed altre cellule della pelle, che producono accumuli localizzati di melanina nel contesto di un processo noto come “fotoinvecchiamento”. L’accettazione delle lentiggini e delle efelidi è diversa a seconda del contesto culturale: in Asia sono spesso ritenute difetti, e molte persone si sottopongono a trattamenti specifici per rimuoverle; nella cultura occidentale, al contrario, sono considerate caratteristiche uniche dell’individuo con valenza estetica.

La diagnosi delle lentiggini solari è essenzialmente clinica; le caratteristiche morfologiche, l’epoca di insorgenza e la persistenza le differenzia rispetto alle efelidi. Particolare attenzione deve essere posta nel differenziarle da un’entità simile ma con implicazioni molto diverse: la lentigo maligna, una forma di melanoma superficiale che, per l’aspetto, può essere confusa con lesioni lentigginose benigne. Per distinguere le due forme è necessaria una valutazione specialistica dermatologica.

I meccanismi alla base di queste lesioni sono molteplici e complessi, e varie terapie locali vanno ad agire in maniera specifica proprio a tali livelli. Gli approcci farmacologici principali includono retinoidi, idrochinone, acido azelaico e salicilico: tali molecole sono progettate per l’applicazione locale e producono un effetto “sbiancante” a livello della cute iperpigmentata. Altre strategie terapeutiche sono la dermoabrasione, la luce pulsata, la terapia laser e la crioterapia. Recenti studi indicano che i migliori risultati si ottengono con la combinazione di procedure dermatologiche e farmaci topici. La prevenzione prevede l’applicazione di creme solari con un alto fattore protettivo contro i raggi UV.

Fonti: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/24517859/ https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31357457/ https://www.actasdermo.org/en-is-it-solar-lentigo-or-articulo-S1578219016300841