Finanziamenti dalla Russia: la bolla di sapone USA — L'Indro

2022-09-17 05:03:53 By : Mr. BingHuang Chen

La pubblicazione da parte delle autorità statunitensi di un rapporto di intelligence secondo cui, dal 2014 , la Russia avrebbe generosamente sovvenzionato alcuni partiti politici in Europa e fuori , con finanziamenti quantificati nell’ordine dei 300 milioni di dollari, ha sollevato , negli ultimi giorni, un diffuso interesse soprattutto in Italia ,  dove la campagna per le elezioni del prossimo 25  settembre si è svolta in un clima di forte polarizzazione. La notizia, in sé, non stupisce. L’attenzione ai temi della propaganda e della disinformazione era fortemente presente sin dai tem p i dell’Unione Sovietica, così come , ai tempi dell’Unione Sovietica, era diffuso il sostegno economico e finanziario prestato alle forze p o l itiche ritenute ‘amiche’ operanti nei Paesi di campo capitalista. Negli anni successivi, in parallelo al crescente attivismo internazionale di Mosca, notizi e riguardo a possibili finanziamenti russi a forze politiche occidentali sono stati oggetto dell’attenzione del media con una certa regolarità . Ad aumentare questa attenzione sono stat e anch e le sempre più frequenti voci che vogliono le autorità di Mosca coinvolte più o meno direttamente nel tentativo di influenzare l’esito delle consultazioni in diversi Paesi.

Ovviamente, la diffusione del rapporto risponde e la sua tempistica rispondono a finalità politiche . Negli USA , le elezioni di midterm sono ormai imminenti e, in questa prospettiva, il documento può contribuire, se non a rafforzare la posizione dell’amministrazione, a indebolire quella dell’opposizione repubblicana e dei candidati filotrumpiani . In un ’ottica più ampia, esso mira a colpire la posizione di Mosca in un momento in cui le operazioni militari i n Ucraina stanno attraversando una fase di difficoltà. Inoltre, la diffusione del rapporto permette a Washington di ‘ingaggiare’ diversi alleati in un dialogo specifico, su un punto che l’amministrazione considera critico per la tenuta dell’attuale ordine internazionale . È significativo che le autorità statunitensi abbiano trasmesso il rapporto a un gran numero di Paesi e che con molti di questi abbiano già avviato i contatti per discuterne i contenuti a vari livelli. I contenuti del rapporto e le possibili misure per cont rastare le ingerenze di Mosca saranno, infine, discussi a dicembre, durante la prossima riunione del Summit for Democracy, il foro voluto dal Presidente Biden proprio per rilanciare il modello della democrazia occidentale di fronte alla sfida – geopolitica ma anche culturale – costituita dall’emergere d ella Russia e della Cina sulla scena globale .

In quest’ottica, il rapporto si inserisce nel quadro del braccio di ferro propagandistico ormai da tempo avviato fra Washington e le c.d. ‘democrazie illiberali’ , Cina e Russia in primis . E sso si propone , fra le altre cose , di fornire al mondo una ‘pistola fumante’ che confermi definitivamente le voci che da tempo circolano sulle politiche intrusive portate avanti da Mosca e – secondo alcune fonti – da Pechino. Esso s i propone, inoltre, di mettere in guardia gli alleati degli Stati Uniti contro una possibile intensificazione, da parte di Mosca , dell e  sue strategie  di influenza , in un momento in cui l’a pprossim arsi della stagione invernale contribuisce a rilanciare anche il tema della dipendenza dell’Europa dalle forniture energetiche russe. Esso si propone, infine, di mand are al Cremlino un messaggio chiaro riguardo all’attenzione con cui le sue attività sono monitorate da Washington. Il fatto che il nuovo rapporto sia stato reso pubblico dopo che l’amministrazione Biden ha già provveduto a des e cret are i dati di intelligence che, fra la fine del 2021 e i primi del 2022, avevano portato a conoscenza della Casa Bianca i preparativi militari di Mosca in vista del l’invasione dell’Ucraina non appare un fatto casuale .

Resta l’interrogativo sull’efficacia di questa strategia. È, infatti, dubbio sia che essa possa davvero in cidere sulle moss e del Cremlino, sia che possa avere un effetto concreto sulle dinamiche politiche che Mosca avrebbe influenzato. Anzi, i contatti di Washington con i governi ‘amici’ potrebbero essere visti e presentati, a loro volta, come un ’ ingerenza negli affari interni di questi ultimi . Di fatto, molte delle strategie usate da Mosca durante e dopo la fine della guerra fredda sono state usate anche dagli Stati Uniti. Mosca può , inoltre , contare sulla presenza, in vari Paesi europei, di un fondo latente di antiamericanismo che – per avendo radici diverse – concorre a intaccare l’efficacia del messaggio di Washington. Non stupisce ,  quindi, che , i n diversi Paesi , i contenuti del rapporto siano stat i oggetto di aspr e polemic he , aggravat e dal fatto che le autorità statunitensi non hanno sinora diffuso i nomi dei beneficiari del sostegno russo. Questo vale in modo particolare   nel caso del l’Italia, dove lo scontro intorno al rapporto e a suoi contenuti rischia di rendere ancora più accesa l a dialettica destra/sinistra; una dialettica che ,  anche dopo il voto del 25 settembre , richiederà non poco tempo per tornare nei binari della normalità.

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