Emergenza acqua: è poca e quasi la metà di quella che c'è viene sprecata

2022-09-03 03:22:13 By : Mr. James Wang

La siccità è un problema crescente ma mancano gli investimenti pubblici e privati e non si avvia un cambio di rotta per la gestione e il risparmio idrico. Ecco alcuni dati e considerazioni sulla situazione in Italia e nel mondo.Siccità: problema globale

La siccità che ha colpito il pianeta nel 2022 rappresenta uno degli effetti più evidenti del cambiamento climatico. Siccità che ha comportato enormi danni all’agricoltura, grandi incendi, riduzione della viabilità d’acqua, stop agli impianti (anche di produzione di energia nucleare) per problemi di raffreddamento, interruzione della produzione di energia idroelettrica… e non per ultimo problemi per l’approvvigionamento umano.

 Le precipitazioni meteoriche in Italia L’ultimo rapporto di ISPRA sullo stato dell’ambiente evidenzia come il 2021 si collochi al ventiquattresimo posto tra gli anni meno piovosi dell’intera serie dal 1961. Sull’intero territorio nazionale quasi tutti i mesi hanno fatto registrare precipitazioni inferiori alla norma: i mesi relativamente più secchi sono stati marzo (-47%) e settembre (-44%) seguiti da giugno e agosto, mentre il mese più piovoso è stato gennaio con un’anomalia positiva di +91%. La precipitazione cumulata annuale ha fatto registrare anomalie negative al Nord (-14%) e al Centro (- 4%) ed è stata prossima alla norma al Sud e Isole.  Riguardo agli indici climatici rappresentativi delle condizioni di siccità, i valori più elevati del numero di giorni asciutti si registrano su Liguria orientale ed Emilia Romagna, con valori superiori a 320 giorni e il massimo di 326 giorni asciutti a capo Mele (SV); valori elevati si registrano anche sulla costa toscana e laziale, sulle coste adriatica e ionica, sulla Sicilia centro-meridionale, e sulla costa della Sardegna. I valori più bassi (fino a circa 207 giorni asciutti) si registrano su Alpi e Prealpi centro-orientali e sulla dorsale appenninica. L’indice di siccità “Consecutive Dry Days” (CDD), che rappresenta il numero massimo di giorni asciutti consecutivi nell’anno, ha fatto registrare i valori più alti sulla Sicilia meridionale (fino a 139 giorni secchi consecutivi), seguita dalla costa tirrenica centrale (fino a 100 giorni) e dalla Sardegna occidentale e settentrionale.

L’ultimo rapporto di ISPRA sullo stato dell’ambiente evidenzia come il 2021 si collochi al ventiquattresimo posto tra gli anni meno piovosi dell’intera serie dal 1961. Sull’intero territorio nazionale quasi tutti i mesi hanno fatto registrare precipitazioni inferiori alla norma: i mesi relativamente più secchi sono stati marzo (-47%) e settembre (-44%) seguiti da giugno e agosto, mentre il mese più piovoso è stato gennaio con un’anomalia positiva di +91%. La precipitazione cumulata annuale ha fatto registrare anomalie negative al Nord (-14%) e al Centro (- 4%) ed è stata prossima alla norma al Sud e Isole.  Riguardo agli indici climatici rappresentativi delle condizioni di siccità, i valori più elevati del numero di giorni asciutti si registrano su Liguria orientale ed Emilia Romagna, con valori superiori a 320 giorni e il massimo di 326 giorni asciutti a capo Mele (SV); valori elevati si registrano anche sulla costa toscana e laziale, sulle coste adriatica e ionica, sulla Sicilia centro-meridionale, e sulla costa della Sardegna. I valori più bassi (fino a circa 207 giorni asciutti) si registrano su Alpi e Prealpi centro-orientali e sulla dorsale appenninica. L’indice di siccità “Consecutive Dry Days” (CDD), che rappresenta il numero massimo di giorni asciutti consecutivi nell’anno, ha fatto registrare i valori più alti sulla Sicilia meridionale (fino a 139 giorni secchi consecutivi), seguita dalla costa tirrenica centrale (fino a 100 giorni) e dalla Sardegna occidentale e settentrionale.

Come ci ricorda l’Unicef "L’acqua è vita", perchè ancora oggi, troppi bambini nel mondo non hanno accesso ad acqua sicura da bere, gabinetti e fognature funzionanti, acqua per curare la propria igiene personale. Ciò significa fare i conti con la sete ma anche con le malattie che derivano dal contatto con acqua contaminata come il colera, l’epatite A, il tifo, la poliomielite e la diarrea acuta che, da sola, uccide ogni giorno 700 bambini sotto i 5 anni. 

Secondo i dati del rapporto UNICEF-OMS sull’accesso delle famiglie ad acqua e igiene, nel 2020 una persona su 4 non disponeva di acqua potabile nella propria casa, la metà della popolazione mondiale di servizi igienici e 3 persone su 10 del necessario per lavare le mani. Quasi 1/3 delle scuole sono prive di acqua e igiene, 546 milioni di scolari non hanno accesso all’acqua potabile, 539 milioni a servizi igienico-sanitari e 802 milioni per l’igiene di base.

Nel mondo, 2,2 miliardi di persone non hanno accesso a servizi idrici sicuri, 2 miliardi a servizi igienici e 3 miliardi al necessario per lavare le mani con sapone. 

E l’impermeabilizzazione del terreno che si è di conseguenza creata ha portato poi a rendere più pericolosi e problematici i casi in cui le azioni meteoriche siano state opposte, ovvero quando si sono manifestate situazioni di piogge intense e violente. 

Poco tempo fa la prof.ssa Silvia Meniconi docente associato di Idraulica evidenziava come «In media negli acquedotti italiani si perde il 42 per cento dell’acqua» e che le ragioni di queste perdite siano riconducibili alla vetustà delle condotte, ma anche alla complessità della rete.

Dalla sorgente, attraverso la rete di adduzione, l'acqua arriva al serbatoio di accumulo, poi la rete di distribuzione la porta fino ai nostri rubinetti. “Mentre stiamo parlando 5mila metri cubi di acqua nel mondo vengono persi", calcola Silvia Meniconi. Ma non perdiamo soltanto acqua. "Perdiamo anche tutta l'energia e tutte le risorse ad essa collegate. Un danno per l'ambiente e un danno per le nostre tasche, quantificato a livello mondiale annuo in 380 miliardi di euro" 

Eppure la sensazione è che, malgrado questi effetti siano sempre più evidenti e gravi, si stia lavorando molto poco sul piano della prevenzione e gli investimenti pubblici e privati siano ancora insufficienti.

In realtà, grazie al PNRR e al nuovo corso del Ministero delle Infrastrutture qualcosa sta cambiando e le risorse per gli investimenti stanno arrivando, come abbiamo pubblicato di recente su INGENIO

 Pnrr: Mims assegna 607 milioni di euro per ridurre le perdite di acqua potabile, a ottobre altri 293 mln Il Ministro Giovannini: “Migliorare la sicurezza delle infrastrutture idriche, aumentarne le capacità e ridurre le perdite di acqua, è stata fin dall’inizio una priorità per il Mims. Negli ultimi 18 mesi abbiamo investito 4,3 miliardi nel settore e siamo intervenuti sul sistema di governance per assicurare la tempestiva attuazione degli interventi da parte dei concessionari che gestiscono le infrastrutture idriche.” LINK alla news

Il Ministro Giovannini: “Migliorare la sicurezza delle infrastrutture idriche, aumentarne le capacità e ridurre le perdite di acqua, è stata fin dall’inizio una priorità per il Mims. Negli ultimi 18 mesi abbiamo investito 4,3 miliardi nel settore e siamo intervenuti sul sistema di governance per assicurare la tempestiva attuazione degli interventi da parte dei concessionari che gestiscono le infrastrutture idriche.”

La situazione è peggiore in edilizia, in ambito residenziale, dove davvero non si sta facendo nulla.

Al di la di quanto previsto dai protocolli di certificazione energetici ambientali infatti il risparmio e la gestione idrica degli edifici non è, ad oggi, una richiesta normativa, e così si continuano a realizzare immobili, pubblici e privati in cui non si tiene conto dell’esigenza da un lato di raccogliere l’acqua piovana e dall’altro ridurre lo spreco di acqua pulita. Personalmente non ho conoscenza di casi concreti in cui vi sia un edificio con un sistema di riuso delle acqua piovane per lo sciacquone dei bagni.

Un caro amico e autore per Ingenio, l’ing. Sergio Pesaresi, evidenziava come i nostri tetti siano una risorsa del territorio da utilizzare meglio: sia per la produzione di energia che per la raccolta di acqua. Le soluzioni ci sono, ma non vengono applicate perchè ad oggi costa meno utilizzare acqua pulita per innaffiare le piante che dotare la casa di un impianto di recupero.

 Poca attenzione alla risorsa acqua: anche negli Stati Uniti è un problema

Un interessante articolo sul Washington Post tocca questo tema, ovvero di come il clima estremo possa innescare una crisi di acqua pulita.

"Ogni sistema pubblico di acqua potabile nel paese è vulnerabile a un disastro naturale" riporta l’articolo di Brady Dennis e Sarah Kaplan, e la crisi idrica che si sta verificando nella capitale del Mississippi questa settimana "ha costretto le scuole a passare all'apprendimento virtuale, ha portato a un'ampia distribuzione di acqua in bottiglia e ha lasciato la popolazione di Jackson, per lo più nera, senza un'adeguata pressione per tirare lo sciacquone in modo affidabile o combattere gli incendi".

Il problema, denuncia il giornale, sta nell'infrastruttura idrica fatiscente che è stata afflitta da decenni di sottoinvestimenti e manutenzione differita.

"Ogni sistema pubblico di acqua potabile nel paese è vulnerabile a un disastro naturale», ha affermato Andrew Whelton, ingegnere ambientale della Purdue University che ha fornito consulenza ai servizi pubblici e all'esercito degli Stati Uniti su questioni di sicurezza idrica, "Ma molti non sono effettivamente preparati a rispondere nel modo in cui dovranno essere". 

I problemi sono gli stessi che riscontriamo purtroppo in Italia: le fogne vecchie di generazioni sono regolarmente sopraffatte dagli eventi meteorici rilevanti, le fioriture di alghe e l'eccesso di sedimenti contaminano molti serbatoi a causa di temperature elevate e siccità prolungata, l'innalzamento del livello del mare ostacola i sistemi settici e causare la lisciviazione dell'acqua salata nei pozzi.

E come riportato nell’articolo sono le popolazioni più deboli ad essere maggiormente colpite. Uno studio del 2019 riportato negli Annals of the American Association of Geographers ha rilevato che le famiglie nere, latine, native americane e native dell'Alaska hanno una probabilità sproporzionata di essere "poveri di impianti idraulici".

"Non puoi definire il razzismo strutturale in modo più chiaro della gestione delle infrastrutture in questo paese", ha affermato il ricercatore di politiche pubbliche Andre Perry, un ricercatore senior presso la Brookings Institution, un think tank di Washington. I sistemi idrici ineguali "gettano letteralmente le basi per le disparità razziali", ha aggiunto. 

Si tratta di situazioni che in Italia possiamo riscontrare in un disequilibrio nord-sud, che potrebbe generare ulteriori fenomeni di migrazione intra-nazionale e impoverimento dei territori del meridione.

Negli Stati Uniti anche l'American Society of Civil Engineers ha sollevato serie preoccupazioni sull'infrastruttura dell'acqua potabile della nazione, assegnandole un C-meno sulla sua ultima pagella. "Il sistema sta invecchiando e ha un finanziamento insufficiente", ha scritto il gruppo nella sua valutazione, osservando che c'è un'interruzione della conduttura dell'acqua ogni due minuti e si stima che si perdano 6 miliardi di galloni di acqua trattata ogni giorno negli Stati Uniti.

Allarme che in Italia è stato lanciato dall’Osservatorio Anbi - l’Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue - "Se la perdurante condizione di siccità a Nord, ha permesso di concordare azioni di contrasto alle criticità idriche, il repentino precipitare della situazione in Centro Italia obbliga ad interventi d’emergenza", ha detto Francesco Vincenzi, presidente del Anbi.

Con INGENIO cercheremo di tenere alta l’attenzione su questo tema, sia riportando dati e informazioni relative alla situazione generale del «sistema acqua» che pubblicando approfondimenti tecnici sui sistemi per una migliore gestione nell’edilizia e nelle costruzioni. Ogni contributo sarà ovviamente gradito.

Fonti: Washington Post, Rai News, UNICEF, American Association of Geographers, Climate Change Knowledge Portal

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