Contest letterario gratuito di prosa e poesia "La Stagione dei Papaveri" - OUBLIETTE MAGAZINE

2022-08-13 07:49:56 By : Ms. coco dong

“[…] mi chiedo se hai sentito la mia voce/ nell’eterno lamento del vento,/ se puoi vedere il mio cuore sanguinante/ nei colori dei papaveri.”.

1. Il Contest letterario gratuita di prosa e poesia “La Stagione dei Papaveri” è promosso dalla web-magazine Oubliette Magazine e dall’autrice Delia L. Sant. Il  Contest letterario è riservata ai maggiori di 16 anni.

Il Contest è gratuito. Il tema è libero.

A. Short Story in 200 parole (un racconto breve avente come limite massimo di partecipazione 200 parole, e come limite minimo 30 parole)

3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria opera sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con opere edite ed inedite. Per un facile conteggio delle parole consigliamo di scrivere la short story in un documento word e cliccare in alto Revisione, e Conteggio parole in alto a sinistra.

Per la sezione B si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.

Le opere senza nome, cognome, e dichiarazione di  accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via email ma nel modo sopra indicato.

Ogni concorrente può partecipare in entrambe le sezioni e con una sola opera per sezione.

N° 1 copia del romanzo “La Stagione dei Papaveri”, di Delia L. Sant, edito dalla casa editrice Rupe Mutevole Edizioni per la collana editoriale “Trasfigurazioni” in collaborazione con Oubliette Magazine.

Saranno premiati i primi due classificati della sezione A, ed i primi due classificati della sezione B.

5. La scadenza per l’invio delle opere, come commento sotto questo stesso bando, è fissata per il 6 ottobre 2014 a mezzanotte.

6.  Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:

Alessia Mocci (Dott. in Lettere, redattrice e critico letterario)

Cristina Biolcati (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)

Maila Daniela Tritto (Collaboratrice Oubliette)

Katia Debora Melis (Collaboratrice Oubliette)

7. Il contest non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.

8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.

9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per email: oubliettemagazine@hotmail.it  indicando nell’oggetto “Info Contest Amare oltre l’oceano” (NON si partecipa via email ma direttamente sotto il bando), in alternativa all’email si può comunicare attraverso la pagina fan di Facebook:

https://www.facebook.com/OublietteMagazin

10. È possibile seguire l’andamento del contest ricevendo via email tutte le notifiche con le nuove poesie e racconti brevi partecipanti al Contest Letterario; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvisami via e-mail”.

11. La partecipazione al Contest implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.

Sezione B= Poesia Accetto il regolamento

Sotto i miei passi non solo asfalti, sui marciapiedi di città tappeti di foglie morte che svelano una verità.

Un secco scricchiolio è una sensazione che condivido come se mi sentissi io stessa artefice e vittima della sofferenza che suona la mia stessa fragilità.

Addormentati pure giovane amante mio io domani potrei  non svegliarmi e il mio corpo nudo e ancora caldo lascerai lì nella nostra alcova  e fuggirai spaventato e non avviserai nessuno E poi saprai che qualcuno  mi ha trovata ormai disfatta  nella mia solitudine.

SPERANZA DI ARCOBALENO BAMBINO La girandola colorata, si animava solo se soffiavi forte. E da piccola lei soffiava esprimendo un desiderio. Un desiderio dai colori arcobaleno, profumato d’estate e magia. Chissà perché era convinta che si sarebbe avverato, ma crescendo aveva scoperto che non sarebbe stato così facile. C’era da faticare per realizzare un sogno. Eppure la girandola rimaneva per lei un oggetto magico. Soffi e lei gira e quando gira i colori si fondono nell’arcobaleno. Mara non ha più desideri da soffiare ora, però lo fa per suo nipote, forse sperando di ritrovare nel suo sguardo la stessa magia di lei bambina. A soffiare per lanciar forte nel cielo un desiderio di speranza.

Loriana Lucciarini – sezione A – esprimo l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

Nello sfumare di stagione raduna gli ultimi tepori in graduati rossi indefiniti a delinear orizzonti blu di mari nervosamente tristi come in ultimo commosso saluto di commiato all’amore che và.

Imbevuta or l’aria d’ odor di mosti -chiude- nel cassetto dei ricordi quelli di salsedine e l’ultimo raggio di sole illumina la vigna spoglia del suo frutto.

E’ tempo di calde memorie che accendono l’animo da un freddo cielo bigio al calar della sera; un raggio di luna -illumina- il cader di foglia d’un albero che rivela al cuor mio l’autunno

“” (accetto il regolamento) (autorizzo il trattamento dei dati)

Fabio D’Alessio, partecipo alla sezione B e accetto il regolamento.

Infuria la tempesta Vento forte e pioggia battente. L’ombrello non ripara Quasi vuol volare E il tuo viso dietro un vetro Che si gusta la scena Con un accenno di sorriso Che cerchi di coprire con la mano Mentre ti allontani. È durato tutto un attimo, non avrei dovuto nemmeno vederti, eppure prenderei acqua per ore attendendo un tuo ritorno.

Fabio Angelino, partecipo alla sezione B e accetto il regolamento.

È caduto un petalo a terra, mi sento così fragile nel guardarlo, fino a ieri sembrava così vigoroso rosso ed orgoglioso, proprio come lo ero io, che correvo e volavo da un prato ad un altro con la spregiudicatezza di chi deve conoscere ancora la vita, le sue carezze, il peso dei suoi schiaffi. E adesso sono qui, seduto su questa fredda carrozzella, che spingo forte con le mie braccia, che spingo forte i miei pensieri affinché accompagnati dalla fantasia, possano volare in alto e portarmi via. Lontano dal grigio di questa città, lontano dal rumore della tristezza, che cade come neve sul cuore fragile delle persone che non si accorgono di quello che hanno, che non si accorgono che la bellezza li circonda ed ogni giorno cerca di abbracciarli, mentre loro distrattamente la evitano, troppo intenti ad osservare la vita, Ma la vita non va osservata, va vissuta, Certo, chi sono io per dire questo? Anche io non mi sono mai accorto della dolcezza di un bacio, del caldo della carezza di una madre, del bene nascosto nel rimprovero di un padre. E adesso me ne pento. Anche se da quando ti ho trovata mia dolce creatura, tutto sta cambiando. Il sole di mattina si alza presto, la luna è sempre luminosa, ed ha un sorriso limpido e contagioso. Contagioso come il tuo, che qui davanti a me apre le sue braccia e mi urla: ”Sono con te, e non c’è altro posto in cui vorrei essere.” Ed io non posso far altro che arrendermi all’evidenza: la vita è meravigliosa. E così, uso gli unici arti che sono ancora in grado di muovere, per far la cosa che più amo fare: abbracciarti E ti stringo e ti bacio, e ti osservo e ti amo. E libero come non lo sono stato mai, mi alzo in piedi, non con le gambe, ma con la mia anima, che accompagnata dalla tua prosegue questo viaggio chiamato vita E anche se so benissimo che questo corpo si spegnerà totalmente, sorrido, perché so che una volta finita questa esistenza, il mio cuore continuerà a battere.

Fulvio Bella partecipo alla sezione A e accetto il regolamento

In paese ne parlavano tutti; laggiù, in fondo, dove la cava si faceva inaccessibile per non lasciar intravedere i segreti amori della ghiaia e la lesbica tenerezza dell’acqua stagnante, da giorni, era apparsa una rana. Una rana diversa dalle solite. Appariva qualche minuto prima di mezzanotte e poi, a mezzanotte precisa, come a un segnale convenuto, si gettava nel lago. Una principessa? Si, non c’era dubbio, per Sandro si trattava di una principessa che chiedeva di essere liberata. Diceva addirittura di averla vista incatenata, proprio là, sul fondo. Com’era bella! Per questo quella sera Sandro quando la rana si gettò in acqua decise di seguirla. Un bacio in fondo alla cava e le acque a brillare come un presepe d’altri tempi. Il mito è compiuto. La principessa rapita e tenuta prigioniera dal sortilegio ora è libera. Ma non meno libero è Sandro, o forse di più, più libero di tutti. Il suo corpo fu visto l’indomani galleggiare tra le papere, ed ora tutti parlano di Sandro del matto innamorato della rana.

Fulvio Bella partecipo alla sezione B e accetto il regolamento

Di tutte le risa di donna, d’isterico gioco di bimbi solo questo è rimasto

lo sguardo sbiadito del sole e del mare.

Sezione B= Poesia Accetto il regolamento…. ROBERTO MARZANO

Sparami qui tra l’epicardio e il ventricolo farò un tonfo nell’angolo non esitare, fai “pum”! E scaglia bene la palla con cura e metodo prendi la mira e rimembra gli allenamenti al poligono… Ma stai attento non frantumarmi il malleolo è doloroso e antiestetico un condannato che zoppica e non ferirmi all’orecchio sii bravo e fammi secco veniamo presto all’epilogo levami il tappo dell’anima… Io ti capisco stai obbedendo ad un ordine ma è solo un gesto meccanico non è da ansia né panico… Crivellami un po’ fammi in poltiglia il cervello tra le sterpaglie sopprimimi annichiliscimi il battito non soffriremo più. E non ti affliggere se tra di noi non c’è dialogo in tal frangente è pacifico mandami pure al diavolo e finiamola, qui…

Canta nell’ universo qui … sulla tardiva foglia di mare conquistando la luna tra parole non dette e musica del trepido vento camminando sulla via dei pensieri e gocce di stelle.

Sezione B, accetto il regolamento

FABIO RECCHIA 23-12-1953 SEZIONE B ACCETTO IL REGOLAMENTO

Erano bianchi i petali dell’inverno freddi e luminosi nel freddo sole di una stagione dormiente.

Candore virginale nella promessa dell’amore.

Lentamente il sole si accende di un rinnovato calore.

Il gelido biancore abbandona la terra e spuntano timidi i fili d’erba donando agli occhi una verde distesa.

Nella stagione matura il grano dorato e come bocche innamorate si aprono al mondo i rossi papaveri.

SEZIONE B SINA MAZZEI Accetto il regolamento POESIA

Le mie ombre nella luce

Le mie ombre sono più lunghe della mia anima, i miei silenzi più lunghi della mia voce, il mio dolore più lontano del mio corpo. Là dove vorrei tempo sono morta. Là dove sono nata non ho morte. Là dove vorrei morire, vivo. I miei pensieri sono più veloci di un’attesa, i miei fallimenti più grandi della mia vittoria. La mia luce più inesplosa di un tramonto. Tutto non mi corrisponde come manifesto ed io non corrispondo al tutto manifesto di me. Neanche la tristezza vale meno di un sorriso da quando sono andata via dal mio ritorno, da quando ho perso ciò che riluce come il sole. Soltanto tu, o mia poesia silente, dai vera luce alle mie ombre chiare.

Sezione A-Short story in 200 parole SARA ALBARELLO accetto il regolamento

Sussurravano i papaveri al vento coccolati da mani fresche e giovani,la libertà dell’attimo in una prigione di lamento. Tutto era intriso ed eluso. Portava ancora il papavero rosso al lato dell’orecchio. Ne aveva conservato perfino l’ anello che li avrebbe condotti a nozze. Era solita passeggiare tra i campi vermiglio accarezzandone i petali e accanto a sè lo sentiva. Albert era caduto in guerra dopo appena un anno di conflitto. Christine,giovane e bella piena di speranze intratteneva con lui un rapporto epistolare fino a che colui che l avrebbe accompagnata alla fine dei suoi giorni non rispose più. Le truppe le inviarono un comunicato. le cadde il foglio dalle mani e quando ebbe questa notizia ebbe una fitta al cuore,una morsa talmente forte da non riuscire quasi a respirare. E’difficile da capire per chi non l ha vissuto ma Albert non c era più. Questa era l unica certezza. Un papavero cadde. Cominciò a sfiorire. Uno ad uno i petali levitavano verso il terreno. E lei cercava quel fiore rosso per ricordarlo. Nel suo diario ne conservava uno. Glielo aveva regalato lui prima di partire. Una consolazione. Pianti sommessi e lacrime andate. Occorreva ricostruire. Il dolore può farti ricominciare. -A volte.- Ripeteva tra sè e sè. Aveva vent anni ed era in età da marito. Si sposò con un altro uomo,venuto dal profondo sud. Ebbe dei figli ma io non so se ci volle una vita per dimenticarlo o forse mai. Forse nemmeno la morte li ha separati. Perchè l amore prosegue oltre la vita. Oltre ogni confine.

Silenzi dopo le urla, sangue che lento scivola su ultimo pensiero di terrore, su ultimo sguardo di stupore..

Veloce s’è scagliato il fulmine da cielo furioso su terra fiera, decisa..

Fiore piegato a morte distrutto da maschile orgoglio, petali rossi sparsi alla rinfusa come farfalle..

Tania Scavolini sezione B accetto il regolamento

Ines Zanotti 8/9/2014 Sezione B – Accetto il Regolamento

Un’immensità di pensieri brulicano fra le vie della mente e come vento sfacciato, invadono la linfa della vita mia. L’ansietà del cercarti s’infrange bisognosa laddove il battito implora… E ti ritrova fra le pieghe di un’età, sorridente di puerilità, in gesti di generosità, spontanea impulsività! Ora plasmo gli incontri: sì, ti riconosco… e ti amo ancor di più!

Sezione B Poesia accetto il regolamento

Poesia fiume pieno di parole torrente che invade la mente espressione surreale di un mondo sconosciuto chiamato anima. Poesia scritta da mille occhi che il mondo guardano spiegata dalla fantasia. Quanti poeti la vita ha regalato al mondo ognuno col suo ricercare quel senso di passione che porta a creare un mondo immaginario o reale e che danno vita al sapere. Chi le scrive ricercando con insistenza rime da accompagnare ad un riscontro pur di avere quell’attimo di credibilità. Chi si cimenta nella sintassi pura chi nella metrica da seguire rigorosamente chi si inventa espressioni di parole poco conosciute escludendo la ricevibilità di chi la legge. Chi mestierando il sapere dimentica l’indole per cui le scrive. Tante diverse tipologie espressive di questo mondo chiamato poesia a cui regalo la mia eterna gratitudine. E io che scrivo cercando di far vivere pensieri che porto dentro regalando la semplicità della passione faccio parte di una realtà che si chiede ancora la poesia cos’è? Poeti e poesia a cui dedico il mio tempo so di non essere degno alla appartenenza ma finchè i miei pensieri semplici regaleranno ad una sola persona la stessa mia emozione continuerò a scrivere frasi che partono dall’anima. E la Poesia è la fantasia dell’anima che vive nei versi di chi li scrive. Poesia è il cuore regalato a sconosciuti.

Sezione A Short story accetto il regolamento

Mi sedetti. L’ombra lunga dell’albero sembrava una freccia che puntava verso mio futuro. I papaveri stavano sbocciando, macchie rosse come gocce di sangue. Aprii quel libro che sapeva di famiglia, di casa. Rilessi quelle parole: ”«No, adesso non posso pensare — si diceva — dopo, quando sarò tranquilla» – ma questa tranquillità per riflettere non veniva mai” e poco dopo Anna Karenina si sarebbe gettata sotto il treno. Amavo quel libro, amavo mio padre, ma nessuno amava me. Lo gettai sull’erba insieme al blocco di carta e alla matita che avevano raccolto i miei pensieri più intimi. Presi la scatola di fiammiferi dalla tasca dei pantaloni, ne accesi due e affidai al fuoco il compito di incenerire la mia vecchia vita. Fragili brandelli di carta bruciata volavano nel vento, neri come la mia nuova anima. M’incamminai sul sentiero che mi avrebbe riportato al paese. Non sarei più tornato in quel luogo. La sera seguente, mentre affondavo il coltello nella gola di quella ragazza, sentii di avere compiuto il grande salto. Ero un carnefice, finalmente, non più una vittima.

Michael fu arrestato, anni dopo, con l’accusa di avere ucciso otto studentesse. Mentre i papaveri fiorivano.

Smussano lapislazzuli acuminati, i palloncini blu cobalto mentre volano verso la libertà.

Anatre immortali starnazzano vecchie dicerie desuete, mentre i maiali affamati rendono giustizia a metalli abbandonati nel meglio della vecchiaia.

Cuori preannuncianti feci, trasformati in successi strappalacrime.

Genitori felici dopo anni passati a pregare miracoli possibili.

Venerande attitudini diventate realtà giocando.

Sezione B – Accetto il Regolamento

sono Daniela Montanari, desidero partecipare alla Sezione B= Poesia Accetto il regolamento con la poesia

Fratello, è un macello. No, non volevo fare rime, pensavo. Mi chiedo perché non ci abbiano lasciati soli da subito Uno contro l’altro Con i respiri che si graffiavan insidiandosi nell’altro Con i pugni stretti e non contro un muro. Di silenzio, di protezione. Mi chiedo perché non mi hai mai preso in braccio o se lo hai fatto quand’io non mo memoria perché hai smesso O se hai smesso perché. Nacqui e non avevo colpe di questo son certo. Tu scappasti ed io ti corsi dietro ma la corsa, nostra, di entrambi ha spinto te più lontano e me sempre più sotto. Quando ora vecchio, sì, vecchio, pensi a me, dimmi fratello chi appare nella tua mente? Un soldato ? uno straniero? Guardami bene Ti prego, guarda bene davanti a te Sono io, fratello. Un bimbo molto piccolo che non ha colpe Che ti ammirato, invidiato, rincorso. Una vita. E ora, adulto, sta ancora aspettando Che tu gli legga una favola: la vita.

È la stagione dei papaveri che sbiadiscono al sole, che svolazzano al vento caldo come farfalle. Ed è anche la stagione dei pomodori rossi e maturi. Con le schiene curve al sole, gruppi di immigrati sollevano il capo ogni tanto per prendere fiato e poi si tuffano di nuovo in quella tavolozza di colori, chiazze rosse in un mare verde. Parlano poco per non consumare energie, per far andare le mani velocemente. I pensieri volano lontano verso le persone care che hanno lasciato e il cuore batte più forte, lacrime silenziose e furtive rigano la pelle scura. Sono pagati poco per questo lavoro, ma per ora questo poco è sopravvivere alla miseria. Questo poco serve a dare sostegno alla famiglia, serve per non morire. Il giovane Ahmed tutto ad un tratto si alza da terra e senza preoccuparsi delle reazioni del caposquadra, comincia a protestare a gran voce, urlando che la paga è troppo bassa. Sembra come un segnale. A quel gesto di coraggio, anche tutti gli altri si alzano, lasciando cadere dalle mani i pomodori. Chini non sono più, con fierezza rivolgono lo sguardo al cielo e finalmente lo scorgono non tanto lontano: un orizzonte sfolgorante di luminosa speranza.

Tania Scavolini sezione A – accetto il regolamento

Sez. Poesia.–B– Tommaso Baccari-accetto il regolamento- “La Cornovaglia all’improvviso ”

Cavalli in corsa su selle alate solcan orme su spiagge perlate in nuvoli di nebbie sabbiose corron verso sud, incontro al vento dell’est.

Criniere fluttuanti dentro spicchi di vento iodati. Galoppan veloci in bagni sudati muscoli allegri di gitani ubriachi.

Io sto sulla rena e non fuggo lo sguardo non uccido la luce immortalo solo una tela di pace.

Sì, son folle di fuoco amico pazzo dei colori dal mar verniciati.

Sragiono al limite di fugaci ragioni rubo solo quell’ora di primavera quasi fosse un’aurea sera.

Il mare adolescente della Cornovaglia scalpita onde di cenere azzurra e succhia dalla sabbia capezzoli di conchiglie arenate sollevate da zoccoli alzanti di cavalli alati. Ogni cosa è preda nell’alba della sera.

Sezione A – Short Story Autore: Enrico JaMes Scano Accetto il regolamento del Concorso

Il bruco si era trasformato in una bellissima farfalla. Colorata e aggraziata. Sinuosa e leggera. Ammiccante. Tenace, ma allo stesso tempo fragile. Rapiva lo sguardo e i pensieri di chiunque si imbattesse in lei. Una sensazione di stupore e di pura gioia pervadeva lo spirito alla sua vista. Era una nota di vivacità per tutti, anche nelle giornate più scure e difficili. Dipingeva sorrisi, accarezzava le anime, riscaldava i cuori. Semplicemente, distribuiva felicità. Erano anni che non tornava in paese. Chi l’aveva conosciuta un tempo adesso faceva fatica a riconoscerla, cambiata com’era, mentre passeggiava per i vicoli del centro. Dimagrita, curata, affascinante. Serena, luminosa e sensuale. Tempo prima si era chiusa nel suo bozzolo, nel suo piccolo mondo fatto di sofferenza e rinunce. Aveva albergato nel buio della sua solitudine. Si era difesa sotto una dura corazza di silenzi. Aveva lottato contro i suoi dolori, dentro al suo io più profondo. E poi si era finalmente trasformata. Era riuscita a scacciare i fantasmi del suo passato. Era risorta, proprio come la Fenice. Aveva trovato se stessa, quella più vera. Adesso che era venuta alla luce, era pronta a vivere per davvero la sua nuova vita.

Accetto il Regolamento del Concorso.

Tante volte mi hanno chiesto perché ho chiamato Angelo il nostro primogenito…

Sono nata sotto una dittatura e adesso passeggio libera per questa piazza, mai come oggi davvero “dei miracoli”. Il sole d’inizio settembre è una calda promessa di vita nuova. Un gruppetto di soldati in divisa verde oliva è in posa scanzonata davanti a un commilitone armato di macchina fotografica. Un sibilo infrange l’allegria della scena, spargendo brividi di morte. I militari ne riconoscono subito l’origine: si sparpagliano come passeri spaventati dalla picchiata di un gheppio. Si tuffano a terra, braccia a stringere gli elmetti. Il fotografo mi urla suoni vuoti di significato e tuttavia chiari nell’avvertimento, ma le gambe sono ghiaccioli inerti. Il giovane corre verso di me. Mi butta sul prato, riparandomi con il corpo ossuto. Il morso assassino del nemico sconfitto azzanna invano erba e zolle di terriccio con un rombo che annebbia la coscienza. Una mano sudata, eppure sicura, mi rimette in piedi. Un volto ricamato di lentiggini mi sorride. Labbra sbarazzine mi schioccano un bacio in fronte. Un ufficiale sbraita. Il mio angelo custode raggiunge i compagni e salta sopra un camion prima che possa ringraziarlo. Chissà come si chiama.

Sezione A – Short Story Autore: Giuseppe Carta Accetto il Regolamento del Concorso. Titolo: Decisioni ———–

Era notte quando decisi di meritarmi una vacanza e il giorno successivo c’ero già arrivato, vorrà dire qualcosa? Meglio spiegare. Da casa mia la strada per andare al mare è in discesa, per questo essenziale motivo ho deciso di recarmi in montagna, dove da subito mi hanno conquistato i verdi prati e i bianchi fiori di camomilla, di cui ho fatto incetta per assaporare un salutare infuso. La mia tisana preferita era ormai pronta, ma prima di berne il primo sorso, l’arrivo della forza della giustizia ha rovinato quel magico momento. -Abbiamo ricevuto una soffiata sicura- disse la poliziotta con uno sguardo accigliato, chiarendomi che dalla galera, non sarei mai più uscito. Naturalmente sono innocente, ma non ho le prove per dimostrarlo. Se con questo equivoco credono di riuscire a togliermi il sorriso e modificare il mio sguardo, sbagliano di grosso. Se avessi preferito una strada in discesa, sarei andato al mare!

Autore: Danilo Breschi Sezione: B (poesia) Accetto il regolamento del concorso ———————————————————–

Ulisse, un uomo che parte, un uomo che inganna, se torna non lo sai, ovvero non sai se torna per te o per il pretesto di un nuovo viaggio. Della tua tela lui è il ragno, tu il tessuto; un’altra preda nelle fauci di nessuno? Difficile da dirsi, incerto come il tastare suo nel buio della camera degli sposi, accecati ché senza più memoria e occhi puri sono bozzoli di farfalle dai voli disuguali per una fu il mare, terraferma per l’altra. L’Alighieri, un uomo nell’esilio, un uomo che è messaggero, e cosa reca al ritorno, di chi la voce che gli detta le parole mendaci? Perché la conoscenza sa essere vile quando il genio affonda tra le cosce, e il figlio di Laerte ha meno virtù del suo marinaio, padre ma non re. Itaca è una terra di fedeltà alla terra; questo grazie a una regina, e a un cane.

Un giovane sul palco piagnucola POESIA di Davide Lisi Accetto il regolamento

Un giovane sul piccolo palco piagnucola Verità distillate dentro una chitarra puzzolente, Mary sta battendo i tacchi fuori tempo mentre serve ai clienti È gentile, cerca di non far cadere i bicchieri, e la sua vita, dice, è un gatto che non si fa accarezzare, fa le fusa solo quando la notte è maestosa e grande, Andrea studia filosofia e fuma sigarette, le due attività non sono molto dissimili, niente è niente è come dire tutto è tutto, le moltitudini che ballano tra le vene traboccano sulla festosa pioggia di primavera, mia ragazza dagli occhi di ghiaccio, piangi pure, Eddy è lontano ormai, è partito con il volto in fiamme E le mani tremanti, voglio scoparmi il mondo, farlo venire e poi gettarlo via, così ti disse e ora, il piacere è una mancanza a tratti e intanto il locale è pieno di sedie vuote, polvere e scritte sui muri si guardano, noi, da quanto non lo facciamo ? Guarda Emily mentre recita la sua parte ad uno specchio Prima di andare in scena con la nuova giornata Hai visto anche tu come è convincente ? Ti chiedi se a fine serata saprà staccare la spina, ma la domanda è se è mai passata corrente, la luna è fatta di elettroni e plastica e incenso e tutto ciò che ha a che fare con l’idea di magico, tu, ballerina che odia le sue gambe, quanta vita hai fatto marcire ? la pioggia è dura, il giovane non è mai diventato vecchio cantando la sua canzone, ed io, stando in prima fila, gli ho chiesto come fa lui ? bè, poggiando la chitarra, ti dico che queste sono cose fra noi, non parlo dei miei monologhi senza perderne un po’ per aria, e non sarebbe giusto.

Accetto il regolamento, partecipo alla sezione A

Sommerso, stavo nel salotto ad osservare l’acquario. Non ricordavo il tempo in cui avevo deciso di portare a casa quell’oggetto enorme e colmo d’acqua. Forse vent’anni. Ormai era un affare da antiquariato con piante originali. Non è stato mai abitato, è questo che mi ha sempre lasciato perplesso. Perché comprare un acquario e non usarlo? Ero sommerso in questo pensiero da ore ormai.

Partecipo anche alla sezione B con una mia poesia. Accetto il regolamento

Era lunedì, non avevo ancora visto il sole. Non sapevo l’orario. La confusione imperava. Lei era fuggita di casa. L’ho cercata per giorni. Era lunedì, e non stavo con lei.

Partecipo alla sezione B con una mia poesia ….Accetto il regolamento PAPAVERI AL SOLE

Dagli artigli risoluti del mattino ho cercato in un campo di papaveri al sole, quel battito di ali che va a liberarsi con il vuoto d’aria che le esplosioni di respiri fuori rotta rimbalzano nella storia senza timone. Per poi mutare nei paesaggi chiassosi mitigando guerrieri velati nell’ombra di un’estate.

Salve, sono Annalisa Carbone e vorrei partecipare alla sezione B. Accetto il regolamento del Contest.

Era estate. I papaveri rossi, corposi, e misteriosi si agitavano per volere del vento. Il bosco nasceva sotto nuova forma. I ricordi camminavano per i sentieri carmini.

Lida Dell’Angelo Accetto il regolamento

Non siamo mai state amiche. Lei, di due anni maggiore a me, non mi ha mai sorriso per strada neppure quando eravam bambine. Una vicina di casa a cui non chiedere nessun favore, insomma. Ricordo che una volta, circa dieci anni fa, stavo percorrendo il vialetto quando il suo gatto si avvicinò a me. Elda non disse una parola, si avvicinò al micio e lo prese di fretta. No, non siamo mai state amiche.

Accetto il regolamento Sezione A

Giacomo si avvicinava spesso quando, la sera, decidevo di leggere un buon libro sorseggiando un bicchiere di buon rosso. Era un’abitudine consolidata, oramai. Ancora oggi penso al perché del suo avvicinamento. Era forse per il calore del focolare? o per uno strano sentimento che ci univa, coinquilini di un castello in rovina. Una sera, Giacomo non si avvicinò a me. Passò un’ora, due ore. Andai a cercarlo.

Accetto il regolamento. Partecipo alla sezione B

Raffinata immagine di lei presente sul sofà del mio fingere. Risiede nel lungo maestrale. Il vagabondo la assapora nella via. Il medico la distingue nella plastilina.

Accetto il regolamento. Sezione A

Incerta cercavo il cerchio della mia magia. Non avevo conosciuto mia madre e mia nonna mi aveva insegnato tutto. Era importante creare un cerchio della magia. Ed io mi accingevo a farne uno senza l’aiuto di alcuno. Rose canine, acqua di palude, rospo della Malesya, chicchi di grano duro. Ecco gli ingredienti, ecco la pozione. Il cerchio della magia era stato aperto.

Rosso il papavero invidia l’innocenza della margherita. Bianca la margherita invidia la passione del papavero.

Accetto il regolamento Sezione B

Accetta il regolamento per la sezione B

Il foglio sostava leggero sulla scrivania. Lungimirante, osservatore della realtà. L’inchiostro palesava la fulminea espressione della mano dell’umano. Ma il foglio, sì, il foglio era l’unico protagonista della scena.

Partecipo alla sezione B, poesia

Governare Invano Alberi Lunghi Lontani Ormai Luoghi Lacunosi Altri Io Governo

Accetto il regolamento per la sezione A.

Linda amava quella fotografia, non si separava mai dal poter fare un saluto alla sua adorata madre. Nella foto, infatti, c’erano lei e sua madre. Linda aveva dodici anni, e fra i suoi capelli un nastro rosso. Rosso anche il tappeto di papaveri su cui stavano sedute. Linda volle essere sepolta con quella foto ricordo.

Agosto. Le mosche sono una persecuzione. Romeo, il nostro gatto, si è stancato di rincorrerle, mai che ne prendesse una. Settembre. Le mosche sono decisamente di meno. Romeo, ieri, ne ha prese due, forse è stato il caso. Ottobre. Le mosche non mi danno più noia. Ora è la pioggia che rende grigie le mie giornate. Romeo dorme.

accetto il regolamento, sezione A

Curioso, Diego mangia del fieno. Ah no, scordavo, il fieno è terminato. Curioso Diego legge il giornale, ah no, scordavo, il giornale era in sciopero.

accetto il regolamento, sezione B

Gioia Mirra, accetto il regolamento del contest e partecipo per la sezione B

Immemore del suo passato, del suo centenario anno. Lasciva sulla moda e sui pregiudizi. La tartaruga mangia. La tartaruga cammina. La tartaruga non si chiede che farà l’indomani.

ALBERTO DIAMANTI sezione B accetto il regolamento

(poesia edita) “IL LADRO DI SORRISI”

In campagna, in una bella casetta c’era una piccola e colorata cameretta dove un bambino felice e spensierato andava a dormir, col cuore si allietato per le fiabe che, con serenità, gli raccontavano la sera, mamma e papà.

Una sera, dopo la solita storiella il bambin si addormentò ; e da una stella si calò giù un signore mascherato che appena giunto in cameretta, trafelato, fece rumor … essendosi svegliato, quel piccino si spaventò tanto, poverino! Ma quel signor, all’apperenza greve, gli disse : “Scusa piccin… se poco lieve sono stato nel venire giù… ma io ti ho visto prima, da lassù col tuo bel sorriso, bel bimbetto per la fiaba che i tuoi cari ti hanno letto !”.

“Certo”, rispose, “lor tutte le sere mi raccontan poesie, fiabe, avventure, con serenità e con sì tanto amore perché felice mi possa addormentare…” !

“Vedi bambino”, disse l’uomo scaltro, “per ogni bimbo felice, purtroppo ce n’è un altro nel mondo, che non sa la sera cosa sia la felicità, perché nessuno gli racconta mai fiabe e poesie che, come tu sai i tuoi genitori fan con te… … e tu lo sai di ciò qual è il perché ? Perché ci son tanti bambini soli al mondo i cui genitor non sanno fino in fondo che lor vorrebbero farsi raccontare delle belle storie prima di dormire !”

“Capito ho questa cosa”, disse il bimbo… “Ma tu chi sei? E perché giù da quel limbo sei sceso giù zitto, con quel far furtivo mentre io ero qui che mi addormentavo ?”

“Perché io, caro bel bimbetto, vado dai pargoli felici, quando a letto si sono addormentati… poi aspetto che i loro volti mi facciano capire che stanno facendo i più bei sogni, per carpire solo un sorriso, per portarlo, sai…. a quei bambini che non ridon mai.

Or non ti preoccupare… dormi sereno, perché stasera ormai ho già fatto il pieno di sorrisi di tanti bei bambini che potrò poi regalar a dei piccini per allietare i loro rosei visi”.

… e d’improvviso scomparve così… quel “ladro di sorrisi” !

Nicola Matteucci, sez. B (inedita), accetto il regolamento

Ma di che mi lamento? C’è gente che sta peggio così mi dico quando apro bocca Di tutti quei sapienti sono io l’ostaggio non vorrei parlare troppo ma mi tocca

So di chi dormiva sulla collina e so che volevi una fossa più comune Non pensare alla fine che si avvicina non pensare alle tue lacune

Da quando ti conosco sei una menagramo Fai quello che farebbe una tisana al giusquiamo Da quando ti conosco dormi poco Da quando ti conosco hanno messo il coprifuoco

Ma di che mi lamento? E’ la sfortuna Se è il manico che fa l’assassina risparmia l’ago a questa bollicina

So che racchiudi diverse donne ma la questione rimane la stessa So bene che anche il pomerigigo sarà insonne perché lo perderò da un’altra profetessa

Tracciamo distanze nel tempo frammentato senza sapere dove, limiti umani d’imprecisa comprensione, dove il tutto in spazio vuoto è trasformato. Voglio svestirmi da logiche terrestri, frantumar lo spazio senza inganno che cristallizza anime dolenti, trovare il giusto raggio tra i punti di confine.

Ma il tempo che scorre è superiore, proietta il futuro di speranza per cercare la smarrita umana dimensione, una parola giusta, un gentil gesto, l’autentico sorriso che non chiede, quella che tutti noi chiamiamo vita.

Sezione B accetto il regolamento

Blu è il sapore celestiale del paradiso,

bianca è la profonda saggezza della terra,

argentata la voglia della notte ancora tornata,

rosa la primeggiante aurora assonnata

del giallo respiro del sole vestito di maggio.

bruciano i capelli del mondo

fra le braccia di chi

di cui la passione della tua corolla ti ha impossessato:

puoi nutrire di oblio la vista

mentre dalla tua nera polverina

ottengo sulla mano uno strano tatuaggio

in cui ho ritrovato il mio coraggio.

nell’ondeggiare in mezzo ai campi

dove ti svelo i miei passati rimpianti

e so che tanti uomini hanno errato su impervie strade

per osservare e cogliere da vicino

quel papavero dal cuore nero come la brace di un camino,

fra l’oro rosso di quel prato.

partecipo con la sez B accetto il regolamento

Sessa Sgueglia Cristina Pia Le parole del silenzio *************************** Conoscete la voce del silenzio? quel ronzio ossessivo che brucia nei timpani dell’orecchio.. pronto ad esplodere come fuoco pirotecnico che illumina il cielo e si confonde con le stelle. Se alzando lo sguardo vedete il firmamento danzare cogliete le lettere brillanti contengono verità..mai dette superbamente conservate mai rivelate…in questa aiuola di terra di vite bruciate ..perché di logos assenti! Cristy2014

Sandro Pellerito ( sezione B ) accetto il regolamento (inedita )

Del nostro passato Resta una passeggiata Sotto il sole di primavera In una stradina Di cemento e ciotoli E una panchina E un albero Davanti ad un fornaio Che facevano respirare Fiori di pesco… E profumo di pane

Sezione: B – Accetto il regolamento

Donna, dai tremori supini e dal silenzio di carne, sbocci con braccia di mimosa. Nella solitudine del tuo cielo, intrecci gioie affilate e fossili del muto dolore, mela di vita morsicata. Rigeneri sul sogno duro, nata tra le nubi e bagnata di luce, purezza d’un vuoto azzurro. Respiri umore d’erba, allunghi le radici dell’anima nel soffio di terra. Polverizzi incanti sospesi, esisti nel sapore di piombo dell’amore divorato. Succhi i ricordi dell’età, le ferite dei giorni e delle notti, vene d’ansia senza equilibrio. Giri la chiave ossidata del tempo, cerchi le memorie al portale, un vento di tempesta tra le macerie fumanti. Canti i cenci dello spirito, colomba dall’incauto tubare, profumo di primavera nutrito di speranza. Donna, dai tremori supini e dal silenzio di carne, accogli l’esausto orgoglio della tua ultima festa.

E poi succede che tutto s’ interrompe. Non vedi più volti insanguinati, non pensi più a cosa ti metterai. Non c’è abito adatto per l’occasione. Tutto diviene evanescente e nulla può più succederti, dopo questo. Almeno così credi, perché domani è probabile, invece, che tutto accada nuovamente e allora ti chiederai se ci sarà mai una fine, anche se questo finire trascina estremi finali. Eppure tutto continua a succedere in una lenta e sconvolgente successione di momenti che ti portano via un pezzo d’anima, se pur possedevi un’anima. E tutto continua e nulla finisce. Si trasforma in altro, ma mai termina la lunga sequela di fatti, tragici scalini verso il buco profondo del nulla che ci attende.

Accetto il regolamento – Sez B

accetto il regolamento sez B

© Intreccio In un soffio si sveglia la vita tra le rotaie di un treno che passa. Non si scompone, allo sferragliare risponde regalando profumi e armonia. I gretti fastidi si sciolgono nel sangue del viaggiatore. Il ferro e il papavero respirano insieme

SEZIONE B: POESIA ACCETTO IL REGOLAMENTO Saula Astesano

Dimmelo un’altra volta, un’altra volta che mi ami e che senza di me non puoi stare. Che se io non ci fossi ti sentiresti perso. Su, dimmelo! Cosa aspetti? Io ho solo voglia di sentirtelo ripetere, una, due, tre, un milione di volte! Dimmelo, ridimmelo che per te sono importante! Lo sai come sono, mi dimentico sempre di tutto, quindi ripetimelo all’infinito, come se non ci fosse domani. Dimmele quelle due parole! Cosa credi? Che io vada già a dormire? No, troppo facile. Io preferisco stare li, a crogiolarmi nei pensieri e sperare in una chiamata, in un “sono sotto casa tua”, in un ennesimo “ti amo”. Perché io cosa sono senza la speranza? Io non sono nulla. E senza te cosa sono? Probabilmente nulla. Dunque tu sei la mia speranza.

SEZIONE A: SHORT STORY ACCETTO IL REGOLAMENTO Saula Astesano

Sapeva come stavo, sapeva toccare i tasti giusti e puntava ai nervi scoperti. Mi conosceva e in un attimo non guardai più il tempo, che passò, ora dopo ora, senza più fermarsi.   Ero terribilmente a mio agio e l’avrei voluto baciare perché in quel momento esistevamo solo io e lui. Il mondo fuori non era nulla, non valeva nulla. Il lavoro, i problemi, la famiglia,… Non avevano più importanza. Eravamo solamente io e lui e quello era tutto ciò che contava, solo quello.   Oramai ero completamente persa in quel nostro Mondo che solo un artista sa creare. Al tocco delle nostre mani sentii un brivido e capii subito che se avessi continuato così me ne sarei innamorata. Mi bastava parlare, scambiare risate, opinioni, riflessioni sulla vita con lui.   Mi accorsi subito che ero sua. Che il mio cuore era rapito da lui e da tutto ciò che lui poteva darmi. Luca era il ragazzo con cui sarei scappata in un’isola deserta e mi sarei nascosta da tutto ciò che poteva turbarmi. Era la mia ancora di salvezza, e quella sera, quell’unica sera fu una vera medicina, una cura alla tristezza che mi opprimeva.

Accetto il regolamento Sezione A

“… non è la rosa, non è il tulipano che ti fan veglia dall’ombra dei fossi ma sono mille papaveri rossi…” (F.De Andrè)

I corpi giacciono con le bocche e gli occhi spalancati in mezzo alla piazza. Il selciato è ricoperto di sangue. Il caldo è torrido in quella mattina d’agosto. Madri, spose, sorelle, piangono quei giovani uomini, quasi tutti non ancora ventenni. Corpi che nessuno può toccare perchè devono rimanere esposti al pubblico ludibrio.

Gli uomini e i ragazzi vengono separati dalle donne, dai bambini piccoli e dagli anziani. In 8000 moriranno nel cuore indifferente dell’Europa. Le madri cercano ancora i figli tra i sacchi di plastica dell’obitorio. Una donna, annichilita dal dolore, stringe tra le mani il teschio di suo figlio e aspetta, da quasi vent’anni, che le restituiscano il corpo. Urla il vento sulla collina di Srebrenica.

Anime senza un destino in fieri e sospese tra gli inganni del cielo. Collane d’anime in brandelli, in lotta tra la vita e la morte. Corpi che nessuno piangerà.

Quanto poco basta ancora per soffocare perduta invasa dal pensiero di te. E quanto mi manchi, e come si espande il ricordo nell’acqua del rimpianto, per la solare armonia del tuo contatto per quei treni ostili che ci separavano, e le convulse stazioni e abbracci inquieti che già annunciavano il ritorno. E come severa incombe l’ombra dell’ultima partenza, binari densi di arcano spavento su cui è fuggito estraneo e inafferrabile l’abbrunato convoglio che non si può rincorrere.

Daniela Giorgini – Sez. B Poesia – Accetto il regolamento

Ciò che ho letto nei tuoi occhi era Amore.

Spesso assillante troppo gelosa a volte scostante.

Che ti vorrei più presente, ma anche distante – sai essere destabilizzante – ma non saresti più di così importante.

Non preteso, né implorato, giunto quasi per caso. Un sonetto, una rima baciata, un’ode all’amata.

sessa sgueglia cristina pia partecipo con la sezione B poesia accetto il regolamento

L’arte di non mostrarsi … ****************** Se nel cuore racchiudi ogni cosa Dimostrando di non essere quella Cosa resta del bel modo di dire? Sei sicura ? Forse è meglio mentire! Travisare un sorriso amarognolo Non fa bene al bumbum del tuo cuore … Trasformare la persona che sono In birillo che balza … sempre in piedi ritrovar la tua palla … un bel gioco … c’è poco da dire marionetta su di un palco di molti Sono io ..sono un’altra … non so? Per adesso preferisco così! Cristy2014-09-15

le nuvole vaghe a guisa di pegaso o capra e in pacato risveglio il sangue del tuo ieri connesso alla vista del bimbo nel levarsi dei piccioni in volo davanti ai gridolini acuti e più a lato della piazza il vecchio in carrozzina tornato bambino a ricordarti l’esistere parabola di carne nel pulsare dell’universo e il conto degli anni i voli pindarici del sognare

Felice Serino sez. B – accetto il regolamento

Ho visto dal treno in corsa com’è la mia vita, tanti paesi e tanti colori confusi, tanti pianti e tanti dolori, ma il treno corre come il tempo, si ferma fugace e riparte e va solo avanti, non torna mai indietro. Ho visto passare campi infiniti ora gialli, ora bruni, quanti pianti alle stazioni, ora la bruma nasconde l’orizzonte e azzera l’inconscio, le emozioni profonde, la mia anima è pura e del niente ha paura. Corre il treno ora forte ora piano, tra gli orti ammassati ai binari vicini sempre lucidi e uguali. In un baleno ho visto una luce nuova, la luce dolce dei tuoi occhi e il treno ha rallentato un attimo con rispetto per potere offrirmi un angolo di paradiso. Ho colto quel sorriso, ma… già le ruote impietose hanno dato una spinta potente al mio desiderio cocente, e ora il treno corre di nuovo, tra campagne squallide, tra paesi immobili eppur vitali, lontani e sconosciuti con la vita dentro, lontana dalla mia.

Emanuela Di Caprio, sezione B, accetto il regolamento.

LETTERA D’AMORE MAI SPEDITA MARCO NOTARISTEFANO,sezioneb,accetto il regolamento

Passeggiando un dì in un giardino i miei occhi incontrarono una splendida rosa Subito il mio pensiero cercò velocemente un profumo tanto prezioso e raro da chiudere ermeticamente con la chiave del cuor mio e cosi decisi di accostarmi più vicino. Mi chinai con l’amore che dentro porto assaporai quella dolcezza delicata sfiorai i suoi petali vellutati e ricordai Ricordai i tuoi capelli profumati, a te pensai, a te che sei cosi bella donar questa rosa .vorrei Rosa delicata dal color rosso acceso ma accerchiata da tante spine corri veloce tra i maestosi cirri bianchi e parlagli del mio cuore fa che sia la mia stella. e fai cadere le spine perchè io possa tenerla nell’anima mia. O mia dolce splendente stella pensando a te sento tanto l’ansia trasudare Mi batte forte il cuore Ricolmo di tanto amore so che conquistarti sarà troppo faticoso ma quelle spine irte dalla paura lentamente mi avvicineranno a quel profumo unico e raro di quella splendida rosa che sei. E ti chiamerò AMORE.

per te donna per la tua vita bruciata dopo l’ultima camicia cucita per te donna maratoneta nel tuo paese per la dignità di un popolo per te per il tuo corpo violato per la maternità mortificata pe r l’ anima calpestata a te donna che non abbassi lo sguardo di fronte a…. che sorridi ai pregiudizi che non hai smarrito la strada dedico questa ode mentre loro, spogliati d’ ogni rispetto hanno tra le mani solo una misera vita

Elisabetta Perroni – 2011 Silloge “Donna Papavero” Sezione B accetto il regolamento

Danila Oppio sezione B accetto il regolamentoRecita d’un dramma Ho respirato molto di più quell’ansia Di raccontarmi di tutto quanto Ti porta ad allontanarti Allora vai

So che ami camminare tra la gente E’ lo stesso desiderio mio Ma vivo da reclusa Esclusa

Avverto le carezze gelide della solitudine Quasi ogni giorno della mia triste vita Per questo non vorrei essere Abbandonata

E non raccontarmi dei tuoi lunghi viaggi Con un sorriso d’ironico compianto Che già grava la mia anima Abbrumata

Oltre ad avvertire ancor più pesantemente L’imbalsamata solitudine in cui vivo Cammino sola nella mia landa Sconfinata

Non sollevar banali ingiustificate scuse Che comprendo appieno certo La ragion tua è vivere Tra le muse

come l’incarto di una caramella gettato a terra senza curarti di raccoglierlo Butti via la nostra storia Cestinata

Qui non ci sono più notti e albe e aurore M’hai lanciata in rossastri tramonti Come fossero laghi di sangue E annegata

Vivi i tuoi giorni, e il tuo lungo e inutile viaggio Dove ti porterà credi, non lo so davvero Che importa se nel frattempo Tutto si muta in nero

Che t’importa se cala il sipario della buia notte Sul decrepito teatro, appassiti i fiori d’ibisco Recito il mio ultimo monologo E nella polvere svanisco

L’ONDA E IL MARE

Flavio ricorda. Due trilli. “Pronto? Sono interessata alla casa. Quando posso vederla?”. Ora davanti c’è Giulia, quella del primo banco. L’orizzonte come utopia. Dopo quindici anni torna a scorgerla e da Lacrima diventa Mare. Sale, s’ingrossa, cresce, inonda, dilaga, straripa. “Resta qui con me”. Flavio per Giulia, un natante. Ma quella volta era il Mare e lei l’Onda. La passione tracima, il Mare emana il proprio odore, i corpi attaccati, poi una disarmonia femminile. “Sto per sposarmi”. Allora il Mare si ritira, torna calmo, liscio, steso. Guarda il cielo, vede l’infinito. Sorride. Da qualche parte c’è: l’altra sua metà.

Non che fosse un gran che anzi, strampalato oserei dire. Fulminato! Fuori dagli schemi. Pareva un artista di strada, che ad ogni angolo delle vie cercasse se stesso, e si imbatteva sulle persone per dare un po di se, con gioia e con occhi velatamente tristi, ma per lui la tristezza, è vita conoscenza scelta. Spesso quando lo guardo credo di essermi imbattuta in un vecchio menestrello che offre la sua storia e le sue poesie per acquisire poi le storie degli altri, ma a differenza lui non chiede non domanda. Osserva. Osserva ancora con quello sguardo disincantato, quasi fuori dalla realtà e lui la conosce bene la realtà, lo dicono i suoi occhi, perché ogni tanto quegli, occhi guardano il suo cuore e capiscono all’unisono che la sofferenza c’e, la si vive per poi trasformarla in Poesia.

Urania Scarpa sezione B Accetto il regolamento

La scuola è… è speranza e libertà è progresso e civiltà.

È bello essere a scuola tante cose imparare tanti amici incontrare e nel mare della cultura navigare.

È bello essere sulla barca della scienza il sapere della matematica il calcolare e delle lettere il pensare.

È bello scacciare l’ignoranza sempre allo studio ritornare per crescere nell’avvenire e il tuo spirito arricchire.

La suola è… è anima è vita è memoria.

La scuola è… è oasi di pace e conquiste di umanità.

Sezione B – accetto il regolamento – domenico pace

Furcas Anna Rita sez.A accetto il regolamento.

Eterno tumultuoso nido di venti agita il mio animo dove l’eco della tua voce mi imprigiona come tempesta di sole e sabbia. Perennemente mi invita verso un canto selvaggio il tuo ricordo al largo di albe di fuoco e schiuma. Il mare…

SEZIONE B= POESIA ACCETTO IL REGOLAMENTO

“Mi Abituai alla tua assenza”

Mi abituai alla tua assenza, a quel furioso andirivieni di ricordi allorché affondavo in ogni sanguinoso solco che tu scavavi nel mio ventre malato.

Mi abituai poi che un Santo mi offrì la sua fede ch’io intimamente accolsi.

Piangevo allora sugli orgasmi omicidi e il mio biasimo divenne preghiera… E tu ancora mi scavi la fossa, o malaugurato amore, ignaro della mia resurrezione.

Se non percepisci l’aria agli angoli della bocca

come un soffio sottile e un bacio del sole

Se non comprendi che ho armato il cuore

per dare spazio ai sentimenti e una casa all’amore

Se non vedi che la rosa del mio giardino non trova pace alle lacrime

nel sentiero che hai costruito nella carcassa esanime

Mi chiedo a cosa serva la mia attesa

per restituirti quel bacio di sale nella vita a ritroso

tra lande e distese di sabbia macinata a mortaio,

incessantemente appagato nel suo operare,

e fingere immagini che non hanno tempo

se non quello stabilito dal tuo macchinoso orgoglio.

Vorrei toccarti nella penombra lasciata dalla luna

e accarezzarti il cuore per renderlo docile,

dissetare i tuoi occhi privi di rimpianto

affinché le lacrime possano trovare un varco

tra il mio mondo ed il tuo.

Sezione B – accetto il regolamento

Sarà la luna che mi vuol parlare o io che mi voglio emozionare. Sarà la notte che mi vuol cullare o io che non so parlare. Sarà la gioia che è venuta a bussare o io che ti voglio amare. Sarà quel che sarà ora sono fra le tue braccia. E’ tutto ciò che conta

Patrizia Benetti poesia Accetto il regolamento. Sezione B

Maria Scarico sezione B – accetto il regolamento

Ricordi amore ricordi che risunuano piano nell’angolo in cui li ho confinati… diventano impetuosi e prepotenti se provo a soffocarli. Ricordi? Eravamo uniti in un solo respiro… tanto da confondere il fiato e sconvolgere le menti, non ti ho avuto ti ho attraversato, penetrando nel tuo essere assaporando ogni battito, ogni infinito bacio e ogni tenera carezza. Ricordi che tremano in gola, che lasci cadere sulle mani che sfiori, che chiami, che cerchi… Ricordi amore ricordi.

Sezione A: Un racconto breve

Un ragazzo e una ragazza di terre lontane, si incontrano su una spiaggia tropicale, ma a prima vista si detestano. Una sera di fine estate, si reincontrano. Lui piangeva, lei sentendolo piangere gli si avvicinò e gli si sedette accanto. Sentiva che voleva parlare e senza chiedergli niente lo lascio sfogare, mentre lei ascoltava in silenzio. Poi si guardarono negli occhi e da quello sguardo capirono che l’amicizia che stava nascendo quella sera sarebbe durata per la vita ed erano felici, per essersi trovati.

Ancora non riesco a dimenticare l’ultimo papavero rimasto in quel campo di grano

Marisol aveva appena diciotto anni e vagava di sera per la città. Mi aveva raccontato che da piccola un parente aveva abusato di lei e da allora, ogni volta che qualcuno si metteva sul suo corpo, lei chiudeva gli occhi e immaginava di trovarsi in un campo di grano, fra papaveri rossi mossi dal vento. Poi, quando tutto era finito, si ritrovava fra le mani frammenti di petali di quei fiori. Mi piaceva credere a questa piccola magia e mi sembrava di sentirlo il velluto dei papaveri scivolarle sulla pelle delle mani mentre imprimevano all’interno delle pieghe sfumature di un intenso scarlatto. Quelle tracce di colore racchiudevano tutto il suo dolore, regalandole per pochi istanti un evanescente sollievo. E una notte il suo corpo sussultò per l’ultima volta. E sulle sue labbra si disegnarono per sempre enigmatici disegni purpurei. Seguendo l’auto dove era rinchiuso il suo feretro, scorsi fra il bagliore del sole accecante di quella mattina d’estate, una corolla vermiglia piegata dal vento. Mi mancò il coraggio di cogliere quel fiore solitario. Se lo avessi fatto, fra le mie mani sarebbe appassito l’ultimo ricordo di Marisol.

Domizia Moramarco Sezione Short Story Dichiaro di accettare il regolamento

Sezione B= Poesia Accetto il regolamento Testo di Simona Baldi

Cerco la Luna guardando il mare Non sento il rumore del vento Solo freddo nel cuore Vige in me il Silenzioso istante Che ogni petalo di rosa Riesce a lasciare. Ogni forma ogni essere Vivente Con uno sguardo si penetrante Non mi è indifferente. Con quello sguardo dice un miliardo di parole Solo io ne capisco il senso Per il mondo invece È solo silenzio. Vivo la vita Di ogni giorno In serena armonia Ma la notte soffri e non sei in sintonia. Con il tuo mondo Quel mondo incantato Che tanto Amore un tempo di ha dato. Nessuno sa, nessuno osa Disturbare Il tuo sonno e il tuo lento respirare. Ascolta anch’egli il silenzio sottostante E sospira interrottamente. Di questi silenzio ne faccio tesoro E nel mio cuore parlerò con loro. Ora ritorno a guardare la Luna Che rispecchia in se tutta la sua bellezza. Illuminando così Questo mare illimitato. Aspettando che un giorno Anche lui mi abbia parlato.

di Giuseppe Chico, accetto il regolamento del presente concorso, sez B

Sperduto fu il luminar presagio Che volle il fato immaginar Come convien andar adagio Quando l’inconscio si vuol raggirar

Ma invero nulla sia mai più veritiera Di una fantomatica visione surreale Se del razionar abbatte la barriera E dal collo dell’inconscio risale

Perché quando visione è partorita Dal basso più profondo inesplorato S’affaccia un alchimia insaporita Del profumo più segreto del Creato

Può l’ombra della paura ergersi padrona Di un qualcosa che agli occhi appare strampalato Specie se il passo del futuro suona Il brano che la percezione del presente ha intonato?

Agli occhi di chi non vuol vedere Ciò che non si capisce pare strano Ma se all’impossibile ci riesce di credere Anche il sacro diventa più profano…”

Luisa Recco, accetto il regolamento. Partecipo alla sezione B

E le nuvole non erano mai state rivoltate Noi uomini di ieri non abbiamo luce E le nuvole non si erano mai separate dall’aria

Luca Sillo, partecipa alla sezione B

Città perduta di cui celebri poeti narrano La Mantova nostra, la Mantova vostra. Generosa nelle strade per l’amore.

Matteo Orti partecipa alla sezione B del contest

Noi in questa epoca noi in questo mondo la cultura del progresso la nascita della tragedia imperano imperiamo Noi in questa epoca compromessa da ieri.

sezione B accetto il regolamento

Noi di Luce contornati e beati. Noi di luce del cielo siamo cosparsi Io mi giro Tu mi guardi Sei la mia? Fiori di rosa, fiori di pesco sì eri tu.

Diego Civita- Sezione B (Accetto il regolamento).

“Quante croci” (“In vita”) Stretta la fune, strangolante il cappio, ho esercitato le ore al viver d’affanno eppur mi imposto all’inganno a trarne sorriso, d’uno sguardo spaurito d’aver ancora subito lo schiaffo in volto… della croce ennesima delle croci, perchè si desti.. dal male e dal dolore una risata dolce e amara che tagli l’oscurità e tuttavia assorba tutto il vuoto della mediocrità e risucchi l’acerbo sapore della volgarità. Sicchè nel mondo che in natura rilega la sua veste più sacra e bella da custodir nel tempo con sacra cura e racconti di croce in croce, di storia in storia, di passo in passo, che tra il bello,il brutto della vita, la strana calma,l’intensa gioia,la fuggente felicità, a chi più a chi meno..disseminata di croci a vario peso s’accende e ci tiene in pugno con tutta la sua furia!.

S p e r a n z a

L’aria comincia a mancarmi. E adesso lo so, perché questo è il nostro destino, ci è stato raccontato. Possibile, mi domando ora, che sia vero? É la fine? Ricordo: mani terribili, si avvicinano ed a caso, proprio a caso, ci afferrano. Altre erano vicine e di colpo sono sparite come per un malvagio sortilegio. Devo trovare una via d’uscita, subito! Attorno, le compagne gridano come impazzite, cercano di nascondersi. Si accalcano, qualcuna è subito calpestata! Deve esserci una via di fuga. Avrò il tempo per trovare un passaggio che prima non c’era? Gioia! Certo, lui può averlo procurato. Sì, ecco l’uscita, la intuisco è in alto, dovrei farcela. É dura ma provo. Ora intravedo una nuova luce. Ci sono! “Ma guarda questa stupidina. Dove credi di andare, non sai che sei solo una patatina?”

sez. A – accetto il regolamento – Alberto Castrini

È freddo nelle buie sere sui binari, non c’è pace fra i viandanti passano, non stazionano.

Qualche lacrima, un abbraccio frettoloso, sguardi furtivi, umanità raminga.

Partito il treno il freddo aumenta. È sempre inverno per chi si lascia.

Non crescono fiori tra i binari, si è ancor più soli sulle algide panche.

Per chi non si trova, quanti treni sfileranno ancora traguardando lontano?

sez. B – accetto il regolamento – Alberto Castrini

INCONTRO D’AMORE Quella fresca mattina di settembre t’avvolgea puro il drappo dell’Angelica ma oramai, stanca di viver per fuggire, rallentasti per poi farti rapire

All’Orlando fu concessa finalmente grazia d’osar le mani sullo corpo tuo come abile pianista ottocentesco cominciò a suonar ariose sinfonie

Attorno ai due fu re solo il silenzio la musica avvolgea complice i lamenti a volte l’una a volte l’altri avean il sopravvento d’allora mai più arte così pura io rammento

accetto il regolamento, sez B

Accetto il regolamento in tutto e per tutto

Il mio nome è Aldo Quagliotti

Sono belle le giornate tra gli assoni A respirare il salmastro da ogni deriva Mentre lo scoglio si frappone all’infinito E si sfaldano le incertezze e gli obiettivi Tutto è vivido, di nuovo Tutto sa di cielo e di lavanda Lo zafferano cui ho opposto una bieca intolleranza Mi ricolora di giallo le mani Come toccassi l’utero di un fiore Sfiorassi le guance di un bambino E rimanesse sul polpastrello il roseo Mi rimanesse intatto il suono idraulico Della lavatrice che mi diede corpo Al crepuscolo Le danze si travestono da ombre E si sfracellano contro il sole L’amore È un diluvio universale Allo sbottare delle ore grevi Al canticchiare di versi sublimi

SEZIONE B: POESIA ACCETTO IL REGOLAMENTO

Sei sensazione la stretta che conclude un sospiro quel cappio che alla gola stringe un fiume.

Non sei ricordo ma inquietudine sei nausea corpo che cambia sei smarrimento, per me che tra terra e cielo non ho un faro che dal farsi urgano mi porti alla quiete sulle rive.

Ti evocano note: “twinkle twinkle little star”. Chiusa in una scatola ero felice piccola stella di una sola nottata sei scintilla che brucia e lentamente consuma la mia fame di luna nel deserto senza sole.

Non potrò mai liberarti little star sei l’unico perno su cui ruota il mio cielo nell’attesa…

Luisa Ralli accetta il seguente regolamento e partecipa alla sezione B

La Luna rispetto al mare ha un solo riflesso. La Luna spalmata sul cielo impera sulla terra. Niente è più rotondo della Luna.

Sono Marta Intimista, complimenti per queste iniziative ottime sia per il libro come premio sia per la lettura di tantissime belle poesie! Partecipo alla sezione B con “Pantere”

Occhi neri nella foresta son le pantere con le loro fauci. Veloci e graziose non sanno il male che l’artiglio dona al povero malcapitato. Occhi neri, manto nero, la pantera assale.

Sezione B -accetto le norme del regolamento- Angelo Cosentino

Sentimenti come spiragli. Mento nel dichiarare che sei un’ispirazione sincera della mente, sei l’espiazione verace delle colpe arruffate sul tuo soffice crine, senti come mento su avare parole pane raffermo del mio amore.

Sentimenti come spiragli. Di vento affannato nella corsa una malta di bugie incancrenite senti come mento all’alba un piacere liberatorio sulle labbra scompaginate come fregoli alterni di piacere.

Sentimenti come spiragli. Di luce che appaga gli occhi a vagare tra le pareti d’una prigione la tua arida messinscena non giova senti come mento stanotte seduce la mia ombra come scure.

Sezione A – accetto le norme del regolamento- Angelo Cosentino

Mio nonno da lì a poco ebbe una delle sue crisi epilettiche che lo obbligarono a farsi da parte, senza dovermi imporre più la sua volontà. Fui libero finalmente. I miei genitori, infatti, erano morti quando avevo 4 anni e da allora ero stato costretto a studi severissimi per imparare a suonare il violino. Lo odiavo, ma sapevo che avevo tra le dita uno strumento utile per ottenere la fama. Non ne fui più sedotto. Crescendo, mi concessi di seguire altre strade e, ottenuto l’impiego di cameriere in un famoso albergo di ***, riuscii ad avere successo con ostinata spavalderia maschile presso le ospiti più attempate, sedotte dal mio fascino. Ben presto smisi di soddisfare le voglie di quelle sfrontate signore e decisi di dare una svolta alla mia vita. Mi licenziai e presi alloggio presso la signorina*** che odorava di naftalina e di sapone da bucato a buon mercato. Mi dettò le regole della casa e mi chiese in tono perentorio di non portare donne nella mia stanza. La sua moralità era sacrosanta! Io non ebbi scrupoli a sedurre la cuoca della pensione che di notte riscaldava il mio letto col suo corpo grasso e prosperoso. La signorina sospettò…

Il sussurrio del vento mi culla rubo l’anima ai tuoi pensieri per giungere a te Sorvolo il chiacchierio del mondo navigo in mari di solitudine Parlo al tuo cuore su questo foglio. I segni che lascio…giungano a te… parole silenziose di sogni spezzati musica dolce di arpe profumo di voli di rondini voglia di fughe lontane emozioni di un tempo rimpianto di un amore mai conosciuto.

partecipo al concorso sezione B ed accetto il regolamento

Il sottoscritto dichiara di accettare il regolamento.

a Io e la disabilità

La disabilità si sa è na carogna che non ha età,

A volte piccini, a volte già adulti lei arriva, ti piglia e non se ne va.

Non c’è un perché non c’è una ragione per la quale mi son trovato in questa situazione

A lei molto democraticamente diciamocelo pure,

Piano piano la si conosce e la si sopporta,

Beh sempre meglio che avere una suocera che ti aspetta fuori dalla porta.

Non c’è tempo per piangere o avere rimorsi,

Questa vita è corta e non da rimborsi.

Ci ho fatto l’abitudine e non sto a protestare

Ma questa società qualche commento lo lascia sempre scappare

Vivete la vita, vivetela bene

Tra sollazzi, risi o tra mille pene

Tra mille difficoltà son arrivato qua,

che in fondo sto bene anche con la mia disabilità

KATIA SCHIAVONE 20/02/59 SEZIONE B ACCETTO IL REGOLAMENTO

VELENO Perfida e nera la morte ti ha portato via… Un dolore sconfinato ha fatto brandelli della mia anima e fermato il mio cammino. Sono morta e ascolto il battito del cuore scandire un tempo che più non m’appartiene. Perfida e nera lei non m’abbandona e mi porge il calice di quel veleno che goccia dopo goccia mi annienta lentamente.

“ Dentro di te, mi perdo”

Mi sono immerso nel mare dei tuoi occhi. Sentirmi dentro te più di te stessa. Mi stordiva il galoppo dei battiti del cuore. Nuotavo nel cristallino umore circondato da mille e mille stelle che mi strizzavano gli occhi ad ogni sguardo. Eri dentro di me, ma anche accanto e ti vedevo, mi vedevo…. Oh Dio….. Ormai era un miscuglio un intenso miscuglio di corpi, sguardi, baci, e i sensi….persi. La pelle inturgidita In mille e mille brividi. E il corpo, un solo corpo bruciare in una Immensa ardente fiamma

Ludovica Mannes, partecipo alla sezione A. Accetto il regolamento

Non avevo mai visto l’alba sporgersi dall’orizzonte del mare. Sono nata nella parte ovest dell’Isola Blue, e godo di mirabili tramonti sulle acque, sono miracoli naturali di incommensurabile bellezza. Ieri, per la prima volta, ho deciso di intraprendere il viaggio verso la costa est, verso l’alba. Ho scoperto di aver un cancro, ho scoperto che la mia vita terminerà a breve. Ho un unico desiderio: veder le tenebre sparire all’arrivo del Sole. Mi piace pensare che, poi, anche per me sarà così.

Mario Antiochi, accetta il regolamento Partecipa alla sezione A

Mi viene in mente Lucia nel mentre della sera. Rivedo i suoi occhi lucenti davanti al camino. Mi viene in mente il suo odore, caratteristico dalla Puglia. Ci sono donne che nascono con una profumazione speciale, una scia di peperoncino le invade. Penso a lei quasi ogni sera, un ricordo vivo e incancellabile.

Accetto il regolamento, partecipo alla sezione B con la poesia Graffio

Miao Che graffio Ma che fai? Oh mio bel gattino?! Miao che unghie affilate più di lame Miao che adorabile musetto Un graffio che sparirà con un tuo sguardo amichevole.

Lo sguardo al cielo in alto mare stella cadente fammi sognare portami là dov’è l’amore dove la notte si arrende al sole. Stella che fuggi fatti inseguire voglio arrivare fino alla fine del tuo viaggio fammi afferrare l’ultimo raggio della tua luce fammi annegare nella tua pace.

Accetto il regolamento, sez B

Attimi di grigio bagnato al centro della città immortale ormai verso l’imbrunire. Si appare e si è (volenti o nolenti) solo quando il sole dà il cambio alla luna. Averti avuto e non averti più sarebbe la vita così come già è ma io non amo le cose già scritte da altri e per questo mi ritrovo ancora qui. Piccoli led cinesi illegali (?) si oppongono alle tenebre che incombono. Migliaia di uccelli in formazione spontanea aleggiano su ciò che appartiene anche a loro. Io mi muovo lento, causa il mio addome-pancia e anzi provo quasi a nascondermi a me stesso. Addirittura, a questo siamo giunti! Lento il tempo dei cicli infiniti ripete la sua litania ossessiva. Come si può sognare il primo fiore di gennaio?

I miei seni sono colline. Fra la valle l’occhio vede fiorire prati e illuminarsi il cielo. Si alza in volo il cuore nudo. E’ crisalide appena nata. Con ali leggere sfiora i campi dorati dove allegre ondeggiano le spighe fra i rossi papaveri.

Domizia Moramarco Sezione B Dichiaro di aver letto il Regolamento e ne accetto le condizioni

Nei campi dorati a volte i papaveri spiccano come sangue a gocce.

La terra è bruna ma la luce è sempre presente e dall’alto irradia con il suo santificante raggio.

I papaveri ondeggiano al soffio e strappano i loro petali pur di partecipare alle onde.

Le colline sono un dorato pentagramma ma è la pausa che grida il silenzio.

Ondeggiano i petali dei papaveri strappati dalla vita.

Sezione B Dichiaro di aver letto il Regolamento e ne accetto le condizioni

Luisanna Archi, accetto il regolamento e partecipo alla sezione A

Teneramente il gattino si avvicinava, sul far della sera, alla poltrona davanti al focolare. Amava il caldo e come avrei fatto a biasimarlo, io ero sull’altra poltrona ad ammirare la maestosità delle fiamme. Mesta, una gattina randagia scivolava sulla neve del cortile vicino. Un tenero desiderio di abbandono e poi quel miagolio. Comprai una nuova poltrona con la gattina e vivemmo tutti e tre felicissimi.

E poi d’improvviso quando riapri gli occhi dal torpore che t’invade ti accorgi che basta un semplice riflesso di luce a far male al tuo cuore Spuntato dal cielo in una notte qualunque rivela i contorni d’un sogno che muore Sui muri sui dorsi e le case rincorre le ombre che non trovano pace Vagano quell’ombre maliarde come vecchie gitane e rivelano arcani lasciando quel dubbio che ti svuota di dentro creando quei varchi che t’ancorano al suolo e t’assorbon la fonte tacitando l’essenza E si tendon le mani sul nulla a cercare falene disperse nel buio e percorrono strade sconnesse quei piedi ormai scalzi tracciando la via con china corvina Il vuoto.. è un pieno fatto d’amarezze e le carezze scarne ne danno la certezza E mentre l’illusione attenua il dolore e lo sfiorar umidi fili d’erba e il percepirne il profumo appaga a metà il desiderio volgi in alto lo sguardo Un po’ come tornar a toccare il tuo cielo sempre più presente sempre più pesante sempre più colmo di cumuli di nuvole cupe.. ma che senza fine riempie i miei pensieri di te… ROSA LEONE

Sezione B Dichiaro di aver letto il Regolamento e ne accetto le condizioni

Accetto il regolamento del concorso. Ludovico Bianchi sez B poesia

Piango. Rido. Sorrido. L’erba era onnipresente. Un verde che mi ricordava l’occhio tuo, ingenuo, mite, vitale.

E IO CANTO UN’ECO DI CONFINE

Ti ho visto cambiare viso cambiare voce cambiare le note alla nostra canzone Le mani, piacevole inganno ora come argilla macchiano le ore alla notte E io canto, un’eco di confine sulla carta geografica Ho la bocca profumata di vento e qualche ora di vuoto per te ma l’acuto è tanto sottile che l’assorbe uno sbaglio -un miraggio?- qualche cosa di fragile e franto non vorrei sbagliare forse sei tu

Rita Stanzione Accetto il regolamento

Credo a tutte le parole che mi dici, alle storie raccontate, alla tua voce soffiata in notti stellate e senza vento, ai guizzi repentini delle ciglia, ai sorrisi che oltrepassano le angosce.

Vivo le rughe pennellate sul tuo viso, l’acume delizioso di quei silenzi enormi, le risa che sconquassano il cervello.

Amo le mie distanze avverse che mai son simili alle tue, la seta di ogni singola carezza, quell’acqua trasparente del tuo fiume.

Voglio cercarti nelle strade del futuro, percorsi sdrucciolevoli in salita, la pelle del tuo corpo sulla mia.

Vedo cattedrali del cuore maestose, imponenti: io sono così, potente, sicura nel mio granitico amore; piccola donna ho una cattedrale nel cuore. Vorrei dirlo quando mi sento un’elitra, quando sono fragile, gracile, io che sono libellula smarrita che si disseta alla fontana di una chiesetta in riva al mare…

Sezione B, accetto il regolamento

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ED IN BOCCA ALLA GIURIA… :)

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