Allarme siccità: in Italia si raziona l'acqua

2022-07-02 04:56:40 By : Mr. wei jiang

Gli ultimi aggiornamenti sulla situazione della siccità nel territorio italiano della Pianura Padana sono tutt’altro che rassicuranti; si prevede, nelle prossime settimane, l’inizio di uno stato d’emergenza e il razionamento dell’acqua in diversi comuni, forse anche di giorno.

Sembra banale dirlo, ma parlare di cambiamenti climatici è sia un diritto che un dovere: diritto perché ci meritiamo di poter discutere di qualcosa che rischia di compromettere la nostra vita e quella delle generazioni future; dovere perché, lo dicono gli esperti, c’è ancora molto che possiamo fare. Ed è proprio davanti a situazioni di pericolosa siccità come quelle che sta vivendo l’Italia ora (insieme ad altre parti del mondo) che risulta necessario aprire un dialogo sulle conseguenze del climate change e su cosa possiamo fare per ridurre i suoi effetti.

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Sono i dati del più recente bollettino dell’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici dell’Autorità del bacino distrettuale del Po a farci preoccupare: la siccità che sta toccando soprattutto il Nord Italia ma che possiede le premesse giuste per potersi estendere su tutto il territorio, secondo lo studio, è “la peggiore crisi da 70 anni ad oggi”. La primissima conseguenza di questa crisi è stato l’allarme lanciato nel settentrione: in vari comuni delle regioni Piemonte e Lombardia, infatti, l’acqua è razionata di notte. Un metodo per riparare ai sintomi del cambiamento climatico ma che di certo non ne risolve l’emergenza. Ma non solo: durante un’intervista, Fabrizio Curcio (capo della Protezione Civile) ha spiegato che, sempre a causa della situazione di siccità, “non è escluso il fatto che il razionamento dell’acqua porti a una chiusura temporanea anche nelle ore diurne”; Curcio ha inoltre aggiunto che si stanno in questi giorni definendo i termini dello stato di emergenza che verrà emanato a breve e che interesserà Lombardia, Emilia-Romagna, Umbria e Piemonte. La necessità di una linea politica unica per combattere la siccità ha portato all’istituzione di un coordinamento con le amministrazioni interessate: il problema non si sta limitando all’essere emergenziale, ma, ad oggi, è certamente di natura strutturale e non può essere che trattato tramite azioni comuni sul piano agricolo e infrastrutturale.

#Drought in #Italy: the Po Delta is saulted! #siccità La siccità nel Nord #Italia persiste! Le immagini #Copernicus #Sentinel2 mostrano il tragico confronto tra giugno 2021 e 2022. A #Pontelagoscuro, #Ferrara si sono superati i livelli minimi di portata del #Po. @Giulio_Firenze pic.twitter.com/GYu1xH1tGP

Come ha specificato il Presidente della regione Piemonte Alberto Cirio, dove l’acqua è già razionata in più di 200 comuni, “è necessario che ci sia una regia Commissariale da parte del governo, perché dobbiamo ottenere due cose: lo stanziamento di risorse per danni all’agricoltura e per evitare che i danni aumentino. Ciò significa, anche intervenire sui bacini idroelettrici sui nostri laghi per trovare soluzioni immediate”. E una soluzione, in effetti, è difficile da trovare: mentre il settore della produzione di energia idroelettrica si rende disposto a mettere in priorità il settore dell’agricoltura, la rete elettrica italiana ribadisce il rischio di mancanza d’acqua necessaria per raffreddare le centrali elettriche. La situazione limite in cui versiamo ora è dovuta da tre fattori principali:

Nella rete idrica italiana ogni anno viene disperso il 65% di acqua: quindi il problema siamo noi che dobbiamo cambiarci le mutande solo due volte a settimana e non dare l'acqua alle piante, oIL VERGOGNOSO STATO DELLE INFRASTRUTTURE?Pagliacci! pic.twitter.com/vyBM76WyNQ

Ma la siccità non è un problema solamente italiano, anzi. L’Organizzazione metereologica mondiale ha confermato che nel 2021 la temperatura è stata 1,1 grado sopra la media, dal periodo precedente alla rivoluzione industriale a oggi. Se il riscaldamento globale dovesse alzare l’asticella di mercurio a più di 1,5 gradi, gli scienziati hanno preannunciato lo scatenarsi di conseguenze gravemente impattanti sul pianeta, alcune delle quali anche irreversibili. In Europa i rischi maggiori sono:

La ridotta disponibilità d’acqua è una piaga che sta colpendo anche il Messico, per esempio, ma non è l’unica conseguenza delle nostre azioni di cui possiamo attualmente vedere gli effetti: deforestazione, scioglimento dei ghiacciai e acidificazione degli oceani sono solo alcuni dei tangibili effetti del riscaldamento globale.

Una risposta alla crisi idrica potrebbe esistere: il processo di dissalazione dei mari, ossia il meccanismo per cui è possibile rendere potabile l’acqua del mare, è una misura di water saving che molti stanno prendendo in considerazione. Tuttavia, si tratta di una lavorazione estremamente impattante per l’ambiente: se l’obiettivo è ridurre gli effetti del cambiamento climatico attraverso una riduzione della nostra impronta ecologica, cosa è possibile fare? Innanzitutto, è importante sapere che i settori produttivi più inquinanti sono quello dell’allevamento e quello della moda; due dimensioni che interessano la nostra vita e su cui noi possiamo lavorare per impattare meno negativamente l’ambiente. Dire di no al fast fashion, preferire l’artigianalità o l’usato e riutilizzare i nostri capi che non vestiamo più in maniera alternativa può aiutare, per esempio. Stesso discorso riguarda la nostra alimentazione: sempre più esperti non riescono più a negare i benefici, per il nostro pianeta, di una dieta vegetariana e, soprattutto, vegana. Per il resto, ciò che ci rimane da fare come individui è supportare e prediligere realtà e prodotti che si impegnano per la causa, alimentando così un circolo virtuoso che può davvero diventare un modello da seguire per le altre aziende.