Albero del Sapone - Sapindus Mukorossi - La Provincia

2022-08-13 07:53:46 By : Ms. Ivy Hu

Sapindus è un genere di piante della famiglia delle Sapindaceae, comprendente arbusti e piccoli alberi nativi di regioni temperato-calde o tropicali sia del Nuovo che del Vecchio Mondo. Queste piante sono anche dette alberi del sapone, dall’uso che si fa dei semi nella saponificazione. Le origini di questo albero esotico non si conoscono con esattezza. Due sono i luoghi che rivendicano la paternità dell‘albero del sapone: la Cina meridionale e l’India, dove ancora oggi è ampiamente diffuso nel corso superiore della pianura del Gange. In ogni epoca le popolazioni hanno avuto il problema di pulire e di disinfettare il proprio corpo, i recipienti e le stoffe che usavano. Le popolazioni primitive avevano un contatto così stretto con il mondo naturale e quindi anche con quello vegetale, che alcune di loro sono riuscite a risolvere il problema dell’igiene affidandosi all’aiuto di una pianta. In un complesso religioso indiano, risalente al sesto secolo a.C., sono state trovate tracce di noci di sapone che quindi già a quei tempi venivano usate. Il genere Sapindus racchiude numerosi tipi di piante, circa una dozzina di alberi e piccoli arbusti, che crescono in diverse regioni indiane e in tutta l’Asia orientale compreso il Giappone. Tutti contengono, in misura più o meno accentuata, le saponine. Tuttavia quello che possiede i frutti con il più alto indice di saponine è il Sapindus mukorossi . Le sue benefiche noci non vengono usate solo per pulire ma sono considerate un medicinale nella medicina Ayurvedica per le loro qualità insetticide, infatti sono efficaci contro numerosi parassiti, e vengono adoperate per rinforzare il cuoio capelluto. In Asia sono impiegate per la bellezza dei capelli e la loro pulizia. In Cina, nella medicina popolare, queste noci vengono usate non solo per detergere ma anche per contrastare le malattie della pelle e per attenuare le lentiggini. Questo benefico albero è diffuso nello stato del Kerala, ed è coltivato nel tratto superiore della pianura del Gange e sui contrafforti delle montagne himalayane dai 200 ai 1500 metri. Il Sapindus, dopo circa nove anni di crescita, produce frutti per novanta anni. La pianta costituisce un ottimo fertilizzante per il terreno circostante e di conseguenza anche un argine contro il processo di desertificazione. Il Sapindus Mukorossi trasforma il biossido di carbonio in ossigeno controbilanciando il surriscaldamento dell’atmosfera. Inoltre le Saponuts sono biodegradabili al 100% e si smaltiscono tramite compostaggio. L’albero del sapone si presenta come una pianta imponente che può superare i 10 metri di altezza e forma un’ampia chioma che può superare i 5 metri di diametro con un effetto molto ornamentale. Ha un tronco dritto con una corteccia liscia e di colore chiaro, il suo legno molto duro è di colore giallo chiaro ed è utilizzato in falegnameria. Sapindus mukorossi ha foglie che sono lunghe dai 30 ai 40 cm, formate da numerose foglioline di circa 15 cm di lunghezza, alternate, di forma lanceolata e con punta sottile. Questo albero fiorisce con lunghe pannocchie di piccoli fiori bianchi che sbocciano alla sommità dei rami nel periodo estivo e che si trasformano in luglio e agosto in drupe carnose, globose e di colore giallastro. A maturazione si raggrinziscono e assumono una colorazione bruno rossastra mentre la polpa diventa gommosa. Il raccolto avviene tra settembre ed ottobre, quando i frutti risultano vischiosi ed hanno un colore dorato. Quindi viene estratta la polpa e i loro gusci vengono lasciati ad essiccare; essi sono costituiti per il 15% da saponina altamente concentrata, la quale, oltre a proteggere la pianta dai parassiti, possiede anche eccellenti proprietà detergenti.  L’interno di ciascuna drupa contiene un seme nero e lucido che viene usato per creare monili o come ornamento. Come coltivare l’albero del sapone Se in Asia vi sono coltivazioni di questa pianta, sono però ancora molti gli alberi nati e cresciuti in libertà che vengono apprezzati e rispettati dalla popolazione locale che raccogliendone i frutti ne ricava un prezioso reddito. Questa pianta è robusta e poco soggetta a malattie o attacchi di insetti. Per il suo apparato radicale esteso e profondo aiuta a combattere l’erosione del suolo nei valloni scoscesi e si accontenta anche di un terreno poco fertile e sassoso. I semi geminano abbastanza facilmente ma la pianta deve diventare adulta prima di poter fiorire e fruttificare. A causa della sua imponenza passano circa 9 anni dal momento della sua nascita a quello della produzione dei suoi frutti. In compenso l’albero del sapone è una pianta longeva che produce in abbondanza sino a più di 90 anni e oltre. Le noci del sapone vengono raccolte a completa maturazione, viene loro tolto il seme e la buccia è messa ad essiccare al sole senza usare alcun trattamento chimico quindi in modo del tutto naturale. E’ nella buccia che si concentra la maggior quantità di saponine mentre il seme ne contiene in minima quantità e viene usato come ornamento e naturalmente per diffondere la pianta. E’ consigliabile lasciare il seme in acqua tiepida per circa 24 ore prima di seminarlo. L’albero del sapone può sopportare temperature sino a pochi gradi sotto lo 0 quindi potrebbe essere coltivato anche nel nostro paese nella zona degli agrumi. E’ possibile ammirare un bell’esemplare di questa pianta nell’orto botanico di Palermo. Raccolta e conservazione delle noci del sapone La raccolta è lunga e faticosa e vi partecipa tutta la famiglia e spesso tutto il villaggio.Infatti i gruppi di noci si trovano sulla sommità dei rami, spesso a grande altezza, e per raccoglierle bisogna battere i rami con lunghe pertiche per scuoterli e far cadere le noci ormai mature. Le noci pulite vengono tenute al sole e girate perché si secchino da ogni parte, poi con una speciale spatola di legno le si schiaccia per eliminare il seme e questa operazione va eseguita noce per noce. Vengono portate nei mercati all’ingrosso per essere vendute in sacchi spesso sul dorso di asini o muli che percorrono gli stretti sentieri di montagna. Nei luoghi di raccolta vengono nuovamente suddivise e messe in piccoli sacchetti sotto vuoto perché si conservino meglio oppure possono essere macinate per formare una polvere pregiata che poi viene venduta non solo nei paesi d’origine ma in tutto il mondo. Per quanto riguarda la conservazione le noci del sapone assorbono facilmente l’umidità diventando scure e appiccicose. Questo non vuol dire che abbiano perso la loro capacità di detergere ma sono più difficili da usare quindi per conservarle correttamente occorre tenerle in un posto asciutto e buio e in un sacchetto ermetico. Anche la polvere è delicata e se esposta per troppo tempo all’aria si riempie di grumi. Le noci del sapone (o noci lavatutto ) Le noci lavatutto – o noci del sapone- sono delle noci di 2-3 cm di diametro il cui guscio contiene saponina, una sostanza detergente naturale che se disciolta nell’acqua pulisce e sgrassa e ha un potere antibatterico. E’ la stessa sostanza che troviamo nel sapone “normale”, ma la grande differenza è che in tale detergente la saponina viene rafforzata con additivi di origine chimica, poco salutari per l’uomo e soprattutto per l’ambiente. Assolutamente innocue per qualsiasi tipo di pelle, poiché naturali al 100% e senza additivi chimici. Ciò permette il loro uso anche a chi è affetto da allergie, dermatopatologie o da qualsiasi altro problema cutaneo. Sono economiche. Infatti con il loro uso è possibile risparmiare fino al 50% rispetto al detersivo convenzionale. Efficaci.Il pulito ottenuto con le Saponuts equivale a quello degli altri detersivi, tradizionali o ecologici . Non aggressive. Il lavaggio con le Saponuts protegge i tessuti e mantiene i colori nitidi e vivaci. La saponina inoltre non corrode nessuna parte della lavatrice e previene la formazione di calcare. Ecologiche. Infatti le Saponuts non inquinano e sono una sostanza che ricresce in continuazione. Biodegradabili al 100%. Una volta usate, le Saponuts possono essere riutilizzate per effettuare il compost. Come usare correttamente le noci di sapone Per un lavaggio ottimale , l’acqua deve essere calda dai 30° sino ai 60° ed il carico della biancheria non deve essere eccessivo. Influisce anche la durezza dell’acqua più è dura e più le noci fanno fatica a pulire. Con la biancheria bianca, non troppo sporca, si pone la lavatrice sulla temperatura di 60° e si inserisce un sacchettino con 5 noci. La biancheria diventerà pulita senza quel tipico profumo da ammorbidente a cui si può andare a sopperire aggiungendo 2-3 gocce di olio essenziale da porre direttamente sulle noci. Il risultato migliore sarà una volta che i capi saranno asciutti: morbidi senza l'aggiunta di alcun ammorbidente. In India usano le noci del sapone soprattutto per capi delicati come seta o lana perché è un lavaggio delicato che non aggredisce i colori o le fibre. E’ possibile ridurre le noci in polvere e usare la polvere che delicatamente strofinata sullo sporco più intenso lo toglierebbe e poi lavare con le noci di sapone normalmente. Come ottenere un sapone liquido multiuso con il decotto di noci di sapone Un sapone liquido da usare non solo per lavare le mani e per la cura del corpo ma anche per pulire e rinforzare i capelli, pulire le stoviglie, lavare superficie delicate, la ceramica, disinfettare cucina e bagno. Ingredienti 100 g di gusci di noci di sapone 3 litri di acqua Procedimento Schiacciare i gusci in piccoli pezzi prima di metterli nell’acqua poi portare ad ebollizione e lasciare cuocere per circa 30 minuti. Il processo di ebollizione estrae la saponina dai gusci di noce e la mescola all’acqua. E’ possibile utilizzare subito questo liquido ma è meglio lasciarlo in infusione per 24 ore. Prima di usarlo occorre filtrarlo con un colino fine poi lo si può conservare in un contenitore a chiusura ermetica. Questo è un detersivo naturale e neutro che può essere più o meno concentrato a seconda del tempo di bollitura più o meno lungo.

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