10 modi per eliminare la puzza di piedi - Focus.it

2022-09-03 03:11:43 By : Mr. George Chen

Inutile nasconderlo: la puzza di piedi è insopportabile e spesso imbarazzante. Soprattutto di questi tempi che, complici le regole d'igiene anti-coronavirus, abbiamo preso l'abitudine di toglierci le scarpe prima di entrare in casa. E finché siamo da noi va bene, ma se è casa d'altri può essere un problema.

Certo, non tutti soffrono di bromidrosi plantare, che colpisce soprattutto chi ha una sudorazione eccessiva (iperidrosi), ma resta il fatto che tutti indossiamo scarpe e calzini dove proliferano i batteri responsabili di tale cattivo odore. Basterebbe quindi una sana igiene quotidiana?  Non sempre: perché c'è modo e modo di lavarsi. Usare deodoranti? Bisogna sapere scegliere quelli con principi attivi che funziano meglio.

Insomma, per vincere la guerra contro la tanto odiata puzza di piedi si possono usare diverse piccole ma preziose strategie.

1 - Lavali così. L'igiene quotidiana è la prima soluzione. Non basta un risciacquo, ma occorre lasciare i piedi a mollo per un po' e pulirli con un detergente disinfettante, soprattutto sulla pianta (dove si accumulano più cellule morte), tra le dita e sotto le unghie (che è bene tagliare spesso). Occorre infine asciugarli con cura al termine del lavaggio.

2 - Calze molto pulite.  È bene cambiarle, anche più volte al giorno, scegliendo tessuti naturali o fibre acriliche in grado di assorbire l'umidità, ma occorre fare attenzione a quelle in cotone o lana, che assorbono il sudore senza però far traspirare il piede. Da evitare, invece, calze in poliestere e nylon poiché accrescono la sudorazione.

3 - Occhio alle scarpe. Non indossare mai lo stesso paio per due o più giorni consecutivi. Basterebbe già questo piccolo accorgimento per prevenire il problema. Usare scarpe di mezza taglia più grandi aiuta a far circolare l'aria al loro interno. Quanto ai materiali è bene optare per tele leggere e traspiranti, che permettono al sudore di evaporare.

4 - prova con lo zinco... Secondo uno studio del 2013, condotto su 108 soggetti con un problema di bromidrosi, applicare del solfato di zinco sulla pianta e sulle dita dei piedi determina un miglioramento della condizione nel 70% dei casi. Questo grazie alle proprietà antibatteriche, antimicotiche e antitraspiranti dello zinco.

5 - con il borotalco. Un altro trucco semplice per ridurre l'odore dei piedi consiste nell'applicarvi una leggera spolverata di talco profumato (lo stesso usato per i neonati). Ciò aiuta ad assorbire sudore e umidità e, di conseguenza, a contrastare la crescita dei batteri che producono il cattivo odore.

6 - con il bicarbonato. Basta aggiungerne un cucchiaio all'acqua durante il pediluvio per sfruttarne le sue caratteristiche antibatteriche, ma può essere utile anche lasciarne un po' dentro alle scarpe o alle pantofole per disinfettarle, ricordandosi di rimuoverlo prima di indossarle.

7 - solette ad hoc. In farmacia si trovano solette per scarpe in grado di rilasciare profumazioni naturali e di assorbire il sudore, favorendo la traspirazione del piede. Di solito contengono clorofilla, feltro o anche tannino, tutte sostanze capaci di neutralizzare i batteri.

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8 - alcol e creme. Previa indicazione del proprio medico, può essere utile applicare sui piedi una soluzione alcolica disinfettante e umidificante. Esistono anche creme oppure spray antisettici che servono allo stesso scopo, utili soprattutto se è in corso una infezione fungina (da funghi).

9 - i rimedi della nonna. Di rimedi naturali ne esistono a bizzeffe, ma non tutti hanno solide basi scientifiche. Male però non fanno. In rigoroso ordine alfabetico, per pediluvi o applicazioni, le "nonne" consigliano: aceto, allume di rocca, amido di mais, cipolla, limone, prezzemolo, sale, salvia, tè nero, vodka e infine lo zenzero.

10 - cibo pericoloso. Alcuni cibi favoriscono il cattivo odore dei piedi e dunque limitarne (per quanto possibile) l'assunzione può essere utile. Tra questi spiccano cipolla, aglio, curry, caffè e altre bevande nervine (come tè, infusi e cioccolata calda), alcolici e superalcolici.

Preparate lo stomaco. Tappatevi il naso. State per iniziare un viaggio alla scoperta degli odori e delle secrezioni più sgradevoli prodotti dal nostro organismo. Sostanze e puzze che ci accompagnano da millenni e che, per quanto possano farci storcere la bocca, sono il naturale prodotto di fondamentali processi biologici, e come tali, meritevoli di studio. Eccole elencate una per una, insieme alle più interessanti curiosità scientifiche che le riguardano.

Foto: © Riccardo Meneghini/Flickr

Cerume. Ne esistono di due diversi tipi, "secco", o "umido", e dipende dal DNA. Le persone di origine caucasica o africana tendono ad averlo umido; le orecchie delle popolazioni asiatiche ne ospitano invece una varietà "secca". La distribuzione dell'uno o dell'altro è così prevedibile, che è stata usata persino per studiare i pattern migratori umani. Ma a che cosa serve? Non è ancora chiaro: forse, per scoraggiare gli insetti ad avventurarsi nel canale auditivo, più probabilmente per lubrificare l'orecchio e catturare le impurità prima che ne raggiungano l'interno; altri ancora sostengono possa avere una funzione antibiotica (sempre che lo si possegga della giusta tipologia).

Foto: © REUTERS/Vincent Kessler

Cerume umano al microscopio elettronico. La presenza di questa sostanza appiccicosa non è comunque sintomo di una scarsa igiene, ma il risultato della secrezione di speciali ghiandole (le ceruminose) unita a pelle morta, residui di peli e altri "scarti". Meglio evitare di rimuoverlo con un bastoncino cotonato: la pressione esercitata spinge il cerume più vicino al timpano, danneggiandolo, e senza la dovuta delicatezza si rischiano lesioni all'interno dell'orecchio. Per pulirsi è sufficiente passare un fazzoletto tutti i giorni nella parte più esterna dell'orecchio.

Foto: © Science Photo Library/Contrasto

Flatulenze. Di quante ne emettiamo e della loro composizione abbiamo già ampiamente trattato, una curiosità che le riguarda (e che forse in molti sospettavano) è che sono più frequenti in volo. Sull'aereo, a causa della ridotta pressione le riserve d'aria all'interno del nostro corpo si espandono, e quel litro di gas che normalmente espelliamo nell'arco di 24 ore quando siamo a terra ha bisogno del 30% di spazio in più. È perfettamente normale se in aereo sentite un maggiore bisogno di liberarvi (ma non fatelo, per pietà). Succede anche all'equipaggio: il 60% dei piloti riporta gonfiori addominali, una percentuale molto più alta di quella riferita dai normali impiegati d'ufficio. Forse anche per questo motivo molte compagnie aeree hanno iniziato ad usare filtri al carbone nei loro sistemi di ventilazione.

Foto: © Wayne Silver, Flickr

Lo stesso problema si pone, in misura maggiore, per gli astronauti in missione. Un articolo scientifico del 1969 paventava il rischio di incendi a bordo dovuti alle esalazioni di gas all'interno delle cabine delle astronavi, ma fortunatamente le cose, sotto questo profilo, sono sempre andate lisce. Più recentemente l'agenzia spaziale canadese ha definito la soia fermentata il cibo ideale da mangiare nello spazio, perché ricca di probiotici che competono con i microbi che favoriscono le flatulenze.

Ombelico. Avete presente quella lanuggine che ogni tanto riempie l'ombelico? Se alcune persone ne "collezionano" più di altre è dovuto soprattutto ai peli. È infatti la peluria che circonda quest'area a catturare fibre dai vestiti e a determinarne l'accumulo in questa cavità (non per niente, la lanetta in questione è spesso dello stesso colore della maglietta che indossiamo). Disgusto a parte, chi la ospita ha spesso un ombelico più pulito di chi non ce l'ha: il mucchietto di fibre tiene infatti alla larga altri residui (pelle, sudore, polvere) che si possono accumulare in questo luogo.

Foto: © Mr Ashby, Flickr

Caccole. L'abitudine di estirparle dal naso riguarda il 96,5% della popolazione, e non solo in giovane età: chi è affetto da rinotillexomania, l'abitudine compulsiva di infilarsi le dita nel naso, arriva a superare i 20 "interventi" al giorno! Ma perché lo si fa? Sostanzialmente per pigrizia: il naso è estremamente facile da raggiungere, e le dita sono lo strumento più rapido per fare pulizia. Chi indulge in questo vizio (ed è sincero nelle interviste) dice di infilarsi le dita nel naso per rimuovere ostruzioni, per ragioni estetiche o per respirare meglio. O anche per... appetito: l'8% delle caccole rimosse viene mangiato (sono ricche di sodio, potassio, proteine, carboidrati e lipidi. Che cosa c'è nelle caccole?

Foto: © REUTERS/Jason Lee

Sudore. È molto di più che una semplice evaporazione di acqua in eccesso. Il 7% del sudore, fatto poco noto, è costituito di urea, la sostanza che espelliamo anche con l'urina; sudiamo cloruri, composti importanti per mantenere il pH interno del nostro corpo, ma anche metalli come zinco, rame, ferro, nickel, piombo, e le sostanze veicolate attraverso il sudore mandano messaggi importanti. Diversi esperimenti hanno per esempio dimostrato che basta annusare magliette indossate da qualcuno che aveva sudato per la paura, per assumere una faccia spaventata, diversa da quella disgustata che faremmo davanti a un paio di calzini usati. La prova che il sudore può essere considerato un mezzo per veicolare particolari emozioni.

Foto: © REUTERS/Stefano Rellandini

Sporco negli occhi. Senza arrivare alle esagerazioni della foto, tutti noi ci alziamo con gli occhi da pulire. Ma come si forma quella sporcizia? Tutto parte da una ghiandola escretoria all'interno dell'occhio, detta di Meibomio, che secerne lo strato lipidico che riveste il film lacrimale, e consente alla parte più acquosa della lacrima di non evaporare immediatamente, mantenendo l'occhio idrato. Di notte, i muscoli si rilassano e la secrezione lacrimale aumenta; la ghiandola di Meibomio secerne più lipidi, e mentre la temperatura corporea scende, parte del grasso che produce rimane solida, e si accumula all'angolo dell'occhio. Entro certi limiti si tratta di un processo fisiologico; oltre, potrebbe essere sintomo di una congiuntivite in corso.

Foto: © REUTERS/Sean Yong

Starnuti. Lasciamo perdere la questione del muco (ne abbiamo ampiamente parlato prima): vi siete mai chiesti perché alcune persone starnutiscono se esposte a fonti di luce diretta? Il fenomeno ha un nome scientifico preciso: è detto starnuto riflesso fotico, fotoptarmosi o sindrome ACHOO (un acronimo di Autosomal dominant Compelling Helio-Ophthalmic Outburst), è noto sin dall'antichità ma non è ancora del tutto stato spiegato. Potrebbe derivare dall'attivazione improvvisa, causata dalla luce, del sistema nervoso parasimpatico (che controlla molte azioni involontarie); potrebbe trattarsi di un'interferenza nel segnale del nervo ottico al cervello percepita dal nervo trigemino, che scambia la luce per uno stimolo irritante per il naso; o ancora, il sintomo di una maggiore attivazione della corteccia visiva, o un retaggio dell'evoluzione.

Foto: © Science Photo Library/Flickr

Piedi puzzolenti. A farli puzzare di formaggio sono i batteri Brevibacterium, che si nutrono delle cellule di pelle morta e dello sporco che si accumula tra un dito e l'altro, e producono una sostanza di scarto puzzolente, il metantiolo. Gli stessi batteri sono anche utilizzati nella maturazione di un formaggio olandese. Tutto torna.

Foto: © Ray McCain/Flickr

Pus. Si tratta della sostanza viscosa di colore bianco-giallastro o bluastro, che si forma come reazione alla presenza di un'infezione batterica (per esempio in una ferita o in un foruncolo) Se il pus è in una cavità chiusa e non ha la possibilità di uscire o di essere assorbito, si può formare un ascesso. Nel pus sono presenti moltissimi leucociti (qui al microscopio), i globuli bianchi del sangue che muoiono e si disgregano mentre agiscono contro le infezioni batteriche. A questi si aggiungono i batteri morti e frammenti di materiale organico, per esempio di tessuto necrotizzato.

Foto: © Science Photo Library/Contrasto

Urina. Non potevamo non chiudere questo viaggio disgustoso che con le due sostanze di scarto più note. Tutti i mammiferi di grossa e media taglia (uomo compreso) impiegano più o meno 21 secondi per svuotare completamente la vescica. Un uomo adulto ne produce in media un litro e mezzo al giorno, circa 550 litri all'anno. Leggi anche: qual è il colore più giusto per la pipì (Infografica)

Cacca. Le feci umane sono fatte per il 75% d'acqua, puzzano per colpa di alcuni composti soltanto, in particolare le tracce di zolfo e le le molecole di ammoniaca e trimetilammina, e secondo vari governi si potrà usare in un futuro non lontano per produrre corrente elettrica. Leggi anche: 10 cose che forse non sai sulla cacca

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Cent'anni fa, la scoperta del secolo: la tomba di Tutankhamon – l'unica ritrovata intatta nella Valle dei Re - svelò i suoi tesori riempendo di meraviglia gli occhi di Howard Carter prima, del mondo intero poi. Alle sepolture più spettacolari di ogni epoca è dedicato il primo piano di Focus Storia. E ancora: la guerra di Rachel Carson, la scienziata-scrittrice pioniera dell'ambientalismo; i ragazzi italiani assoldati nella Legione Straniera e mandati a morire in Indocina; Luigi Ferri, uno dei pochi bambini sopravvissuti ad Auschwitz, dopo lunghi anni di silenzio, si racconta.

L'amore ha una scadenza? La scienza indaga: l’innamoramento può proseguire per tre anni. Ma la fase successiva (se ci si arriva) può continuare anche tutta la vita. E l'AI può dirci quanto. E ancora, Covid: siamo nel passaggio dalla fase di pandemia a quella endemica; le storie geologiche delle nostre spiagge; i nuovi progetti per proteggere le aree marine; tutti i numeri dei ghiacciai del mondo che stanno fondendo.

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