Pci: "Orvieto, capitale di cosa? Anche la Sanità è cultura” - Orvietosì.it

2022-09-03 03:14:28 By : Mr. frank xu

Riceviamo continuamente lamentele da molte persone riguardo lo stato di sofferenza in cui versa, non soltanto il nostro ospedale ma il sistema sanitario in generale nel comprensorio. Non siamo sicuramente i primi a sottolineare il problema, già altri, hanno sollevato istanze ripetute sulle carenze che man mano andavano a manifestarsi fino a diventare croniche. Quello che si avverte in questo momento, non è un sentore, non è una impressione o un sentito dire, ma piuttosto il reiterarsi di esperienze incresciose nelle quali l’esigenza di cure non trova risposta. Consegue “la messa a nudo” del decadimento del servizio sanitario a Orvieto.

Esulando dalla retorica, che tra l’altro non cura alcun male, pensiamo che almeno una minima attenzione debba essere indirizzata al concetto di SERVIZIO. Non entriamo nell’ etimologia del termine e neanche nelle sue possibili elucubrazioni filosofiche, le lasciamo ai saggi. In modo estremamente pratico e materiale, sosteniamo che il Servizio Sanitario deve essere garantito a tutti nella maniera più piena ed efficace. È un’affermazione breve, secca, senza termini particolari e pertanto di facile apprendimento e non deve prestarsi ad alcuna interpretazione.

Contenuto e significato di quella frase (a prova di qualunque forzatura da visione liberista, clientelare, speculativa, da cieca obbedienza ad ordini di scuderia) sono stati blindati e tali debbono rimanere, dalle lotte che hanno portato alla Sanità Pubblica, quando chi non poteva pagare doveva arrangiarsi. Per eliminare quelle umiliazioni e per dare a tutti, almeno sulla salute, la stessa dignità, abbiamo faticato, molto, ed i Comunisti c’erano, ed in prima linea. Probabilmente, anzi sicuramente, molti di coloro che siedono oggi sugli scranni del Comune o della Regione, non solo non hanno vissuto, bensì non hanno neanche sentito parlare di quello stato di cose. Beati loro, ma questo non li assolve dal doversi far carico di evitare la deriva pericolosa e non certo casuale, verso la quale la Sanità Pubblica, ed al suo interno il nostro nosocomio, viene velocemente spinta.

Riteniamo che c’è una volontà precisa e propria di una visione politica, per la quale il depotenziamento del Servizio Pubblico deve diventare automaticamente promotore della sanità privata, elevata a panacea di ogni male, per efficienza, accessibilità, tempistica e completezza di terapie. E ci tocca digerire anche l’ipocrisia di sentirsi dire dai centri unici di prenotazione, la fatidica frase, …” tanto alla fine costa quasi come il ticket”. Ma allora, se realmente costa uguale, perché non lo fate fare al Servizio Pubblico? Siamo convinti che una prestazione, efficace e professionalmente erogata in modo ineccepibile, solo per un puro calcolo matematico, al netto dell’utile del professionista privato, costi meno se fatta dalla struttura pubblica; magari però, i conti debbono tornare in altra maniera, dipende da cosa si voglia o si debba dimostrare.

Tornando al problema, a noi interessa poco se la nostra giunta comunale non riesca ad essere ascoltata, se pur ascoltata, non trovi riscontri oggettivi presso la Regione, se infine sia realmente contraria alla politica di assottigliamento di risorse e parallela privatizzazione di almeno il 30% del Servizio Sanitario, mandato esplicito della gestione Tesei. Che la Giunta sia vittima o complice, poco cambia, ci dica con i fatti, con le prese di posizione vere, non con telefonate soft, o lettere vellutate, quale sia il Servizio Sanitario che pretende per la salute dei suoi cittadini, ed in quali tempi l’erogazione a regime.

Sollecitiamo in questo senso i cittadini per chiedere insieme a noi che Orvieto si faccia sentire e porti a casa risultati, non promesse: sarà anche l’occasione per verificare se la nostra prima cittadina sia o meno disponibile a schierarsi in testa ai suoi amministrati e guidarci verso i palazzi regionali per chiedere fatti e concretezza. La risposta del nostro sindaco ad una precisa domanda, posta da un consigliere di opposizione, in merito alla chiusura temporanea delle sale operatorie dell’ospedale di Orvieto è stata a dir poco “imbarazzante”: non sono a conoscenza di questo fatto mi informerò. Speriamo che sia così.

Abbiamo scelto questo momento come contrappunto alla scelta della Giunta di concorrere al titolo di Capitale della Cultura. Quale migliore occasione infatti, per chi ambisce a farsi legittimare come “la Migliore Amministrazione”, attenta, inclusiva, partecipata, che tiene ai bisogni dei suoi cittadini, se non quella di inserire tra i requisiti che la referenziano, la certificazione della più ineccepibile ed efficace Cultura della Salute? Su quello che serve a questo comprensorio in ordine ai servizi sanitari in generale, potremmo ampiamente argomentare, ma sarebbe solo il riproporre una documentazione completa ed analitica già in possesso alla Regione sotto forma di proposta di legge e puntualmente messa in archivio. Alla Regione approfittiamo per dire che sappiamo leggere le carte geografiche e le tabelle dei dati statistici, stimare i tempi logistici riferiti alla viabilità ordinaria ed infine sappiamo utilizzare il compasso per definire perimetri utili di copertura delle strutture sanitarie pubbliche presenti e guarda caso, anche di quelle in fase di definizione e di quelle oggetto di promesse o compromessi elettorali.

Richiamiamo invece l’attenzione della giunta sul binomio risorse-attività (tipologia e quantità), commisurata alle nostre caratteristiche di base e su come sarebbe imbarazzante per la Direzione della ASL e per lo stesso Assessore alla Sanità, definire assegnazioni e giustificare tagli, messi di fronte alle Amministrazioni del territorio.

Per inciso, anche questo, oltre che ruolo, sarebbe cultura, Cultura Politica di Amministratore. Vorremmo infine ricordare, che per quanto miti, pazienti e non avvezzi a manifestazioni di protesta appariscenti, di certo non garantiamo la tacita accettazione dello stato di cose attuale, e tanto meno rinunceremo a lottare per una netta inversione di tendenza rispetto all’indirizzo preso. Siamo fin da subito disponibili a collaborare con forze politiche, associazioni, gruppi e cittadini in genere, per amplificare e manifestare alle amministrazioni competenti, il disagio i timori, richiedendo contemporaneamente impegni formali e tempi precisi per avere quello che ci spetta.

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