Non solo sport. ‘Italoi’, la strana stirpe che ama obliare una ‘ presenza’ che quanti altri possono vantare?

2022-08-20 05:12:21 By : Ms. Olivia Duan

LA CRONACA DAL DIVANO. ( dal 27 aprile al 2 maggio 2022). Come si fa ad esultare per lo sport quando un altro zar Pietro della steppa sta terrorizzando  a suon di missili, cannonate, minacce ( nucleari o meno), l’intero Vecchio continente che di tutto  ha bisogno fuorchè di tornare a celebrare guerre?

Qualcuno, molto ingenuamente, o forse molto codardamente, come quei fiorentini che corsero ad aprire porte e portoni della loro città al sopraggiungere di Carlo V, pensava che bastasse concedere qualche regione di confine più la Crimea per satisfare la fame di questo anacronistico signore della guerra seguito a testa bassa da un popolo che del profumo della democrazia ha dovuto sempre ( obtorto collo)  fare a meno. A star sentire quei che lo conoscono, il novello zar Pietro vorrebbe riportare le lancette dell’orologio della storia a qualche secolo fa. Quando  la Grande madre Russia  si estendeva dal Baltico  all’Alaska, un poco Europa e in gran parte Asia. Insomma, un impero.

E comunque il massacro procede. Senza tregua, nè religiosa nè altra. Città come Mariupol sono praticamente demolite. Quelli che resistono all’invasore  è perchè piuttosto che finire sbranati dal lupo siberiano preferiscono darsi morte onorevole su una terra ancora loro. Piovono bombe perfino sulle innocue stazioni dei treni. Dove cercano salvezza donne, bambini, persone anziane e  fragili. Mentre l’inutile   balletto di quei fantasmi dell’Onu non incoraggia  più nessuno, visto che allo zar Pietro  non sanno manco cosa chiedere . Tanto meglio , non ci sarà l’imbarazzo, anche perchè,  lui,   novello zar Pietro, a concedere non pensa proprio.

LO SPORT. Ora al Diavolo mancano tre partite per fregiarsi del 19° scudetto. Con, sullo sfondo, nababbi arabi che promettono soldi e nuovo stadio. Giusto la manna che i milanisti invocano al cielo per ridare lustro ad una società che, superata la terribile fase post Berlusca, era scomparsa dall’èlite mondiale. Dove, con le sue 7 Champions, resta  seconda solo a quel Real del Florentino ( 13) e del Carletto, che, guarda un po’,  è uno dei figli più cari ( e riusciti) del Diavolo.

Al momento la lotta per lo scudetto è ( come in quel tempo felice)  tra milanesi, Milan ( 77 punti) e Inter ( 75), mentre  Napoli e Juve seguono, lottando per il posto Champions.

Nell’ attesa del ritorno negli autodromi delle ‘rosse’ altre ‘ rosse’ si battono con onore in pista. Sono le Ducati di Borgo, che con quel caro ragazzo del Pecco hanno ripreso a condurre le danze, cominciando a lanciar nitriti nell’affollato agone di Jerez, e battendo quel siculo francofono del Fabio  di cui andare orgogliosi.

CLASSIFICA MOTO GP. Quaratararo punti 87, davanti a Esparago e Rins; Bagnaia segue a 56 punti.

I QUARTARARI. ’Sono francese, preferisco parlare in spagnolo, penso in italiano’. Si presenta così Fabio Quartararo, centauro che si sta facendo notare, sempre più spesso, sul podio delle gare di Moto GP. Classe 1999, gareggia con la bandiera francese perché, a dispetto di un nome e cognome dalle inequivocabili origini, è nato a Nizza. Il cognome, soprattutto, conferma più che tradire le sue origini italiane, nella fattispecie siciliane. I bisnonni di Quartararo, infatti, hanno lasciato Palermo e Calatafimi su una nave diretta a Tunisi per lavorare in una filiale locale della Banca d’Italia. Il nonno di Fabio, a sua volta, tornitore di professione, è scappato in Francia dopo la dichiarazione d’indipendenza del 1958. Qui che è nato Etienne, il padre di Fabio, anche lui pilota di moto che gestisce un negozio di ferramenta a Nizza, dove ha incontrato Martine Adamo. Martine ha genitori siciliani, che vivevano nello stesso quartiere di Tunisi dei Quartararo. Etienne e Martine si sono sposati e hanno avuto due figli: Anthony e Fabio. E se il primo, Anthony, non ne ha più voluto sapere di moto dopo la prima caduta, Fabio, sempre dopo la prima caduta, con le lacrime agli occhi ha detto: “Voglio correre ancora”.

CURIOSITA’. Chi erano i quartarari? La quartara è un recipiente in terracotta ( ora anche in  metallo) con due grossi manici, simile alla giara, usata per contenere ( e trasportare) acqua e vino. Col tempo è stata variamente decorata. Oltre ad essere considerata come strumento musicale durante le feste, inconfondibile,  per  il suo suono cupo.

L’approfondimento offerto dal Fabio potrebbe essere applicato alle storie di  tanti italiani che, migrati, non conservano o cancellano i segni delle loro origini. Che, in realtà, non sono ( semplicemente) origini, ma ( tutto) quello che natura e  storia hanno depositato dentro il loro essere,  talvolta faticando per secoli, e comunque forgiando quel dna che è la vera essenza della loro ( nostra)  presenza tra gli umani. Allora, perchè dimenticare, o fingere di dimenticare, magari nel patetico tentativo di  cancellare un passato individuale fatto di povertà anche estrema, sorvolando purtuttavia su un passato collettivo talmente ricco che pochi altri popoli della terra  possono uguagliare?  Almeno nella misura concessa agli eredi degli ‘ italoi‘, ‘ popolo che che abita ad Occidente‘.

Messi, il grande Messi., ad esempio, giustamente,  dice che è di Rosario,  obliando  però  quello che gli altri sanno, ovvero donde giungevano i suoi nonni e genitori? Come dire,  la sua storia e il suo talento, senza i quali chi altri oggi  sarebbe ? Tra l’altro lui e i  suoi risulterebbero  ancora segnati per via d’un servizio militare   rimasto in sospeso all’anagrafe comunale di un paesello delle Marche, che un  concittadino così annunciava : ‘Sempre caro mi fu quest’ermo colle, e questa siepe, che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude … ‘. Un concittadino che solo  a citarlo che altro   rende  se non di sentirti parte ( privilegiata ) dell’ umanità?

CICLISMO AL MASCHILE. Classiche amare, manca il faro. E così che s’annuncia il presente ( e il futuro prossimo venturo) del nostro ciclismo al maschile. Che dopo aver fornito i più grandi pedalatori di uno sport dai connotati epici non riesce più a produrre atleti in grado di far fronte ai robotizzati concorrenti del nostro tempo.

Beppe Saronni, 64 anni, vincente sulla strada e come  dirigente sportivo, toglie il coperchio  sul vaso di Pandora dei nostri pedalatori. Dice: ‘ Guardi le grandi corse e ti chiedi dove sono spariti gli Italiani? Non siamo più protagonisti e, soprattutto, non ci sono più Italiani che corrono’. ‘ Il fatto è che sono scomparse le strutture giovanili di base. Fino a poco tempo fa ogni paese aveva la propria società e la propria corsa. C’era una base molto larga, non tutti diventavano campioni, però uscivano dei buoni corridori. Ora non c’è più niente alla base, e sarà sempre peggio’. ‘ La mancanza di risultati è la punta dell’iceberg. Se non si torna ad investire sulla base e sulle strutture giovanili – ammonisce il Beppe – l’Italia resterà appesa a quei pochi talenti naturali come Ganna  che vengono fuori casualmente.  Dai miei tempi il ciclismo è cambiato. I genitori hanno paura, i costi sono cresciuti così come i sacrifici. Tuttavia in Italia non mancano i soldi ma i progetti. Con idee e persone credibili per portarli avanti’.

Anche  nel ciclismo riecheggia dunque  il ritornello che, sia pure con sfumatura diversa, angoscia  anche quel calcio maschile sbattuto fuori dai grandi consessi. A latitare,  pure  in questo ambito, sono le persone capaci, appassionate, sinceramente legate a valori e tradizioni prestigiose. A gestire campi e strade  sono oggi personaggi senza memoria che mangiano sputando ( spesso) sul piatto loro, e diffusi come nugoli di cavallette, ovunque. Tra  politici, addetti ai lavori, informatori da decenni presenti  sui luoghi dei delitti eppure   mai stati capaci  di contribuire a  edificare  qualche nuovo stadio per i calciatori o  qualche  nuova  pista per i ciclisti. Che costringono ad umiliarsi, davanti ai soliti fenomeni che spuntano di qua e al di là dell’Alpe; con gli altri sempre più avanti, sempre più pagati,  sempre più osannati. Come capita a quel ( ultra) propagandato calcio di Premier che  gli anglofili vorrebbero far passare per ‘ il calcio più bello al mondo‘, quando per  noi, un tempo accusati d’essere catenacciari, in realtà costretti a sopperire a carenze ataviche  col  talento di  artisti guerrieri, che tanto hanno vinto e tanto hanno  insegnato, altro non appare  che una sarabanda di podisti dai piedi veloci che  aspettano gli ultimi venti minuti+recupero d’ogni partita per decidere le sorti di questo o di quel torneo. Onde per cui, visto che per arrabattarsi spendono assai, perchè non controllarli più spesso e meglio ?  Magari senza il timore  di fargli fare  la figura di quel velocista inglese che volle metter naso sulla nostra olimpica  staffetta dorata, finendo, lui sì, col farsi portar via la medaglia d’argento per avere manducato qualcosa di non proprio corretto?

( dal 11 al 26 aprile 2022). Ci volevano la pioggia e lo ‘sfascia rosse‘ ( se Matteo Bobbi cerca troverà che all’inizio in una partenza ne fece fuori addirittura due in un sol colpo) a profanare l’incredibile festa ‘rossa’ attorno alla magica pista di Imola.

Anche se, dobbiamo ammettere, da quella volta ad oggi il tulipano dagli occhi di ghiaccio ne ha fatta di strada. Intanto ha abbattuto una tirannia ( quella del Toto e dei suoi sodali) che imperava sulle piste  da ( circa) un decennio e che aveva ridotto alla servitù quella che macchina non è più visto che  da molto tempo ha assunto il compito del Pegaso alato che consegnava i sogni degli uomini al padre degli dei; eppoi perchè, in effetti, in pista ci sa fare. Noi pensiamo molto di più e meglio di tanti suoi predecessori, l’ ultimo compreso fasciato di titolo iridato.  Quello che il ‘ poveraccio’ non s’aspetta è la terribile  nemesi che inevitabilmente gli sbarrerà il passo negli anni a venire, quella della ‘rossa‘ che ammira i talenti degli uomini migliori ma solo di quelli che non ardiscono di volerla cacciare dall’Olimpo.

E comunque, sotto la pioggia, la ‘rossa‘ è andata a buca. Il giovane Sainz ( come Simon Pietro) per la terza volta l’ha rinnegata; il Carletto, invece, forse meno algido di quel che sembra, davanti a cotanto calore, senza simili al mondo, non ha saputo restare calmo al punto giusto  per contenere al minimo i danni del giorno infausto. Anche così si vincono i mondiali. Donde la ‘rossa‘ rimane in testa, anche se  il fiato del tulipano s’è appressato non poco. Annuncio  di concione, lotta, spettacolo. Quelli che credevano di riempire autodromi senza la ‘rossa’ avranno modo di piangere sul loro insano desiderio. Sì, perchè quel che ha accolto la ‘rossa’ alla Rivazza non è cosa nè comune nè facile a crearsi da un giorno all’altro. E’ cosa che vien da lontano, anzi da remoto, e che  fa salire il groppo  quando  ti sfiora il  suo ruggito.

GP MADE IN ITALY&EMILIA ROMAGNA. Ordine d’arrivo: primo Werstappen, sesto Leclerc, ritirato Sainz. CLASSIFICHE. PILOTI: primo Leclerc punti 86, ( dietro ) Werstappen punti 59; COSTRUTTORI: prima Ferrari punti 123, seconda Red Bull punti 113.

Non è andata bene manco per i motori, anche qui vessati dalla pioggia, lungo la fantasiosa pista di Portimao. Nella moto Gp è risorto il Fabio siculo francofono, con una sparata delle sue quando parte in prima e nessuno gli rompe le scatole; alle sue spalle l’ispirato Rins, e soprattutto un’Aprilia, quella di cui è padre putativo quell’Aleis che sta riscuotendo, dopo anni di bravo lavoro, il merito accumulato. Ha dato segni di rivalsa il Pecco; mentre il Marc continua ad insistere con il timore ormai più palese che inconscio di non finire una volta di più a casco capovolto. Nella Moto2 s’è salvato Vietti, ora con 90 punti contro i 56 di Ogura.

Avremmo voluto festeggiare le ‘regine’ del Nord anche con la Liegi-Bastogne-Liegi, ma, obiettivamente, sarebbe stato troppo. Onore quindi alla nostre Longo Borghini ( Rubaix) e Cavalli ( Freccia vallona). Aspettiamo il Giro, sì,  quello che condivide ( solo) con il Tour, la grande storia del ciclismo mondiale. Milano basket ritrova Datome per andare a fare l’impresa nella terza ( 1-1) di Eurolega a Istambul. Nel volley, il più bello che c’è in giro, altro non sono che spettacoli in serie tanto fra le ragazze quanto fra i ragazzi. Conegliano approda alla quinta finale scudetto, con una super Paoletta  ( 36 punti) che speriamo si faccia passare la tentazione di andare ad eclissarsi  da qualche altra parte. Altri successi azzurri sono segnalati, nella marcia con Stano ( Slovacchia), nel Sei Nazioni di rugby dove le ragazze hanno sperato la Scozia ( 20-13), nel karate 68kg donne, nella ginnastica ritmica dove le farfalle hanno volato più in alto di tutte a Baku, con la Raffaelli. 

( dal 5 al 10  aprile 2022). E se le ombre della guerra non scemano, anzi, si dice che una colonna di carri e cannoni lunga dieci o quindici chilometri, chi lo sa?, per completare la sua offensiva di terra nel Donbass ricco più che di russofoni di materie rare, il resto del Mondo cerca di trascorrere la sua quotidianità nella maniera più serena possibile. In questo aiutata, come spesso accade in tempo non di uomini pazzi ma  di pace, dagli eventi sportivi.

Che in alcuni momenti sono davvero densi e notevoli. Come quelli, planetari, legati a moto e auto. Nel particolare, a F1 e  Moto3/2/Gp.

Adesso  per il mondo  è il’ Cavallino rampante‘, ma un tempo era noto come ‘Pegaso’ , il ( famoso) cavallo alato‘, animale selvaggio e libero che veniva utilizzato da Zeus per trasportare le folgori fin  sull’Olimpo  e che, una volta esaurito il suo compito,   svaniva in una nube di stelle scintillanti per formare una costellazione. E comunque sia, oggi,   il ‘ Cavallino rampante‘  al posto delle folgori sè messo a consegnare i sogni degli uomini al padre degli dei. Come deve aver fatto con quello  dell’imberbe talento nato nel piccolo feudo genovese dei Grimaldi e che fin dalla più tenera età sognava di  diventare il più forte pilota d’auto da corsa del mondo. Una sogno altrimenti impossibile, anche perchè nello stesso tempo il mondo era stato occupato da ( terribili) tiranni con tanto di ( potenti)  sodali che alla concorrenza concedevano appena   il respiro. Eppure,  è bastato  affidare il suo sogno  a quel ‘Cavallino rampante’ che di un’auto  ‘ rossa’ è l’emblema, per cacciar tiranni e sodali e portarlo sul più alto gradino del podio. Tra gli applausi perfino degli  avversari  Orange che in Australia s’erano dati ( in gran numero) appuntamento per sostenere il loro ( ammirevole ) campione, questa volta  però finito  a lato della pista, fumante, triste. Tra applausi e brividi. Gli applausi per il Carletto, leale avversario diventato campione. I brividi per la ‘ rossa‘ che  auto non è più, ma solo  nipote di quel Pegaso cavallo alato  che a Zeus non consegna più fulmini  ma ( solo)  sogni, come si diceva, quelli  più reconditi degli uomini.

Il prossimo Gp sarà ( tra due settimane) a Imola. Per i fortunati  però che potranno accedervi, visto che si annunciano code, a sud, dallo stretto di Messina, a nord, da tutti valichi alpini. Cogliamo qui  l’occasione per chiedere venia a quel genio del Mattia, al quale qualche tempo fa avevamo consigliato di dedicarsi al ripopolamento naturale del suo bel Lemano. Del resto titoli e medaglie non son quelli che s’attribuiscono a parole, talvolta fallaci, ma sul campo, vere ed eterne.

LE CLASSIFICHE F1 DOPO TRE GP.

PILOTI. CHARLES LECLERC, punti 71; Russel, 37; Sainz 33 COSTRUTTORI. ROSSA punti 104, Mercedes 65, Red Bull 55, Alfa 13.

MOTO. E’ se l’alba automobilistica di questa memorabile domenica è stata rossa, pure il tramonto della motoristica è stato rosso. Tanto in Australia, quanto in America. Nella Mot03 abbiamo piazzato secondo ( Foggia) e terzo ( Migno); nella Moto 2 il primo ( Arbolino); nella Moto Gp il primo ( Bastianini). Come dire che siamo tornare a guidare le danze in ogni classifica, sia pure dopo aver percorso piste molto diverse tra loro. E pensare che all’appello azzurro mancano ( almeno ) quattro nostri valorosi vessilliferi:  il Pecco, sempre che decida di rinunciare alle chiacchiere e fare più fatti; il Morbido, finora  un po’troppo  sfortunato; il Marini, mai  entrato in partita, e il Diggi,  oltre misura fisso  sui tubi di scarico.

ALTRI SPORT. Fosse per noi, di calcio,  non parleremmo più. E non perchè ci stanno buttando a mare un po’ dappertutto, al Mondiale come in Coppa, ma perchè chi lo governa, chi lo commenta e chi ci mangia ( sputandoci) sopra, salvo qualche  eccezione, lo sta rendendo  talmente inviso che non viene più la voglia di scambiare  il solito rabbuffo al bar, al lavoro  o in spiaggia.

Troppi dirigenti e addetti ai lavori  del Menga;  troppi sindaci, amministratori e comitati del ‘ nulla s’ha da fare‘; troppi giocatori e procuratori addetti più a rapinare le sempre più povere  casse societarie  che, eventi e norme del cavolo, hanno posto con le spalle al muro ( tipo i  fair play Uefa che, quanti le ‘ grida’ manzoniane, non si sa a chi giovano e a chi no). Poco importa infatti se le riforme nostrane latitano, se gli impianti (  da noi) restano sogni, se in Europa una manciata di  ‘spendaccioni’  e ‘indebitati’ ha fatto terra bruciata attorno con soldi che ( finalmente) si comincia a capire da dove provengono e a cosa servono. Mentre gli anglofili non perdono occasione per acclamare  un  ‘ calcio più bello al mondo‘ che di bello ha solo una sarabanda di ( indefessi )  podisti veloci   che del primo tempo poco si fregano bastando loro  gli ultimi venti minuti+recupero per decidere  le sorti di quello o questo campionato.

Indefessi, certo, perchè,  se  dal divano non si può pretendere di leggere le sorti del mondo, proprio sul divano   vien da chiedersi   come  facciano ‘ quelli lassù‘ o ‘ quelli là’ a correre così tanto,  a perdifiato, tutto di prima, senza colpo sbagliare, tanto da far apparire i nostri pedatori dei pensionati e loro degli aironi. E viceversa. Eppure, bene e spesso, i tecnici, non sono sempre gli stessi?  Esempio: Carletto ( al Real), Antonio ( al Tottenham ), Mou Mou ( alla Roma)? Non è per caso che la soluzione del  rebus su cotanto calcio prodigio  stia (semplicemente)  nel ( buon) manducare?

( dal 4 aprile 2022). Solo enigmi ed orrori dalla parte est dell‘Europa. Orban e Vicic tornano in cattedra, entrambi filo russi,  ovvio, tanto per dire che in questo mondo, volenti o nolenti, la ragione sta dove meglio fa comodo. Come si faccia a considerare agnello la Russia ( 17 mln kmq, 146 mln abitanti, pil 1.658 mld dollari ed esercito tra i più armati al Mondo)  e lupo l’Ucraina ( 603 mila kmq, 44 mln abitanti, pil 131 mld ed esercito manco tra i primi dieci in Europa) non ci è dato da capire.  Degli orrori (intanto) se ne parlerà a parte. Più avanti, con comodo, con metodo.

Dallo sport le uniche nuove arrivano dal Master 1000 di tennis di Miami,  con quel imberbe dell’Alca(t)raz vincente e già all’undicesimo gradino mondiale. In Campionato, la lotta si restringe tra Inter e Napoli  più che tra Milan e Juve. Anche se alla gente interessa sempre meno. Per via di quei ( troppi) dirigenti e addetti ai lavori da operetta, di quei (tanti) sindaci e comitati del Menga, di quei ( costosi) impianti archeologici che ( annunci e rendering a parte)  non si riesce a sostituire o ad ammodernare.

Nel ciclismo, il Fiandre è stata aspra contesa limitata tra i  due robot  del momento, Van der Poel e Pogacar, con il primo primo ( più accorto in volata) del secondo. Nelle  moto cogliamo invece qualche sorriso: nella Moto 3 Foggia ( in grande rimonta) si fa beffare all’ultima curva dal Garcia; nella Moto 2 Vietti semina tutti e tutto; mentre nella Moto Gp c’è stata la riapparizione, pressochè miracolosa dopo molti anni, d’un marchio storico del motociclismo italiano: l‘Aprilia di Noale.  L’aspra  disputa nel Gp d’Argentina  a Termas de Rio Hondo dell’Aprilia dell’Aleix Espargaro con la Ducati del Martin ci ha riportato ai vecchi tempi, dove per fare buone moto non occorrevano (solo) danari e computer ma ( soprattutto) passione e talento. Moto, comunque, sia chiaro, entrambe nostrane, ma affidate al manico di due  campioni spagnoli. Nel frattempo deve essersi riaccesa la luce nel manico del Pecco. Al quale, forse, non farebbe male dialogare ( decisamente) più con se stesso che con media e social. 

( dal 29 marzo al 3 aprile 2022). A demolire la ventilata minaccia nucleare di quel  figlio di Kgb bastano le indiscrezioni che giungono dalla zona di Chernobyl , dove i militari russi vanno scappando verso la Bielorussia perchè ( probabilmente) contaminati o in pericolo di esserlo. Che cosa, tutti sti baldi nipoti di  cosacchi, siano andati a fare da quelle parti manco loro ( probabilmente) lo sanno. Almeno così pare. C’ è chi giura che chi li ha spediti a spargere lacrime su questa valle che di lacrime già ne sparge abbastanza, lo abbia fatto per emulare un tal Pietro detto il Grande che qualche secolo fa, in tempi dove i telefonini non esistevano, scorrazzava per la steppa  senza far sapere niente a nessuno. Come invece non si pote fare oggi, da qualsiasi anfratto del Pianeta, smascherando anche senza volerlo chi dei mali dell’uomo è la maggior cagione. Pensare che basta un reattore in difficoltà  a far terra bruciata attorno per centinaia di chilometri resta difficile, proprio difficile, credere che sulla faccia della terra ci sia uno che voglia scambiarsi qualche migliaio di megaton per poi andare a disquisire su chi ne ha presi di più e chi meno. Chi ha vinto e chi ha perso. Non sarà forse il caso di tornare ad implorare quella fede ancestrale che abbiamo frettolosamente bandito dai nostri rapporti umani? E chi altri, infatti, ci può salvare dall’imprevedibile e malevola  insensataggine della genia umana?  Attendiamo fidenti lo sviluppo dei fatti.

Nel frattempo in Ungheria ha rivinto Orban, in Serbia conferma per il presidente Vucic. Alla faccia della favola del lupo e dell’agnello. Si vede che in altri lidi d’Europa a far la parte del lupo trovano più adatta l’Ucraina che la Russia. Sulla base di quali dati ( o ragioni) non si sa.

LO SPORT. Lo sport un tempo serviva a rasserenare, oggi, invece, tranne qualche eccezione, intristisce. Come quel pallone portato all’estrema nefandezza sportiva. Bastano poche note. Quelle che riguardano le imprese della Coppa dalle grandi orecchie, ormai venduta ad una manciata di spendaccioni, che per spendere e spandere non hanno fondo visto che gli basta  tirare nei cassetti degli Stati loro o di qualche  compagno di merenda  che  tiene le mani nelle casse dei Paesi loro. Finalmente, non certo l’imbelle Uefa, c’è  qualcuno che si chiede che ci fanno tutti quei miliardi in  Premier o in squadre d’altri Stati collegate? Donde arrivano, cosa cercano? Il bene del pallone su verdi rettangoli di gioco? Vien da ridere. Anzi da piangere. Solo a rammentare quegli ( impuniti?) attentati  degli anni trascorsi sul suolo d’Europa o i carri di morte dei compagni di merenda di quelli di Londongrad che come obiettivo ultimo avrebbero quello di mettere Europa  sotto le calighe  degli Zar.

Anche un orbo vede che anche da noi, il Paese delle quattro stelle su maglia azzurra, per il calcio va scemando la passione. Il flop al Mondiale conta poco. E così il fasullo pregiudizio  sul nostro ardire che una volta è alle stella, un’altra alle stalle. Va scemando perchè,  a partire da chi pretende di dirigerlo,  non è più credibile. Infatti   costoro tutto fanno fuorchè  governare. La riforma dei campionati latita. I giovani vengono spolverati all’uopo per tornare poi  nel oblio da un giorno all’altro. Sugli impianti, obsoleti e spreconi, non c’è nessuna volontà di aggiornali o sostituirli. Il Meazza , infatti, stanco di pendere da quel nasone inconcludente del sindaco di Milano, sta cercando un altro spazio. Anche fuori della lungimirante Mediolanum, pur di rimettersi a nuovo per accogliere e competere meglio. Di questo passo  che altro diventerà  se non un costoso rudere da mantenere?

Non parliamo poi dei prodi calciatori. Che chiamar mercenari non si può, ovvio, ma che da mercenari si comportano. Tre casi: quel Dybala, un po’ italiano un po’ argentino, che pur in presenza di un biennio davvero in calo d’entrate, e di sue prestazioni, azzarda non otto ma dieci milioni annui, eppoi,  per far cosa? Quel Kessie, anche,  che trotterellando una volta più un’altra meno,  grugnito com’è, sui sei milioni offerti dalla seconda squadra più titolata al Mondo   ha sputato sopra per andarsi a saziare  con i sette concessi  dalla squadra più indebitata del Continente. Quel Gigio, poi, dal suo Mentore strappato imberbe a chi lo aveva cresciuto con grande attenzione e amore, per andare a naufragare dentro la Senna. Potrà anche rifarsi, il ragazzone,  glielo auguriamo, ma quei tiracci galeotti che l’hanno beffato  nelle ultime della Nazionale , comunque sarà, passassero anche cent’anni, buonisti o meno a consolarlo, gli resteranno marchiati addosso quanto le iniziali dei ranch  impresse sui lombi dei  loro manzi dai cow boys  del Texsas. Bravi, è così che si fa per farsi amare!

ALRI SPORT. La ’rossa‘ vola. I tiranno Toto  piange. Solo l’ex ‘sfascia rosse‘ ( se Matteo Bobbi va a cercare, troverà che in una partenza ne fece fuori addirittura due in un solo colpo) se la ride. In quel circuito strano d‘Arabia, tra una safety car e l’altra, cagnaccio com’è, è riuscito per un nonnulla a tenere dietro il Carletto che se continua così zampilla classe come Senna. Che innervosisce il Tulipano,  finora assai corretto, ma che speriamo ( davanti alla debacle) non torni a dare ascolto ( come faceva  all’inizio )  al richiamo della foresta. La ’rossa‘ vola è c’è già chi in Allemania vuol rivederla triste. Dicono la nababba Volkswagen, con investimenti da capogiro,  forse dal prossimo anno, per dar il cambio a quella depressa Mercedes che chissà per quanto non volerà più.

Nel tennis altro non possiamo che portare i nostri al Santuario. Per farli benedire. Per quel che riguarda le moto, invece, dove tre dei nostri stanno al vertice, speriamo non si vada a metterli in confusione  nella pampa, magari con qualche grosso danno in classifica. A proposito di danni, se realmente c’è qualcuno che vuol bene al Mark, che già così è nella storia delle moto, gli consigli di aspettare, con metodo, con calma, perchè cadute come l’ultima  possono incidere non solo  sulla vista. Il Vale, intanto, su Audi, ha iniziato un’altra fase della sua vita spericolata sui motori. Sarà altra vera gloria?

( dal   22 al 28 marzo 2022). Forse l’algido Vladimir  ( Putin) Vladirimovic non ha messo in conto che anche nella tragedia si può risultar ridicoli. Come lui, con quella sua ostinata voglia di rifare mappe storico-geografiche, che più tarda e insensata non potrebbe essere. Alle spalle, lui, noi, ignoranti o meno, abbiamo ecatombi umane che anche ai nascituri d’ogni specie insegnano che non con la guerra, e peggio ancora con l’occupazione di case e terreni,   si piegano le volontà degli uomini. Probabilmente, fosse vivo il suo maestro, questo e peggio ancora gli direbbe. A volte, forse per burlarsi del prossimo, ventila l’uso delle sue 4mila testate nucleari. Come si fossero confetti da distribuire in una festa di matrimonio. Senza considerare che quella festa gli resterebbe sul gozzo visto che ( come minino) anche se spara  4mila testate almeno una metà gli tornerebbe di risposta. Dopodichè, ad ulteriore ecatombe compiuta,  dove  tra Ucraina e Urali andrà a mietere il suo grano o   a pascolar ( anche oltre ) al Polo le sue renne  ? In Svissera, secondo quell’insipiente stampa che tiene tanto bordone in Occidente, tutti si sarebbero fatti il bunker anti radiazioni atomiche. Per qual sopravvivenza   non si sa. Visto che  pur se  protetti per qualche giorno in più da qualche pastina di  iodio  dentro  bunker o bunkerini, gli ( amabili ) svisserotti dove ( e con chi) potranno  (  nei giorni  a venire)  andare a mungere latte o  a scambiarsi cioccolate?

( dal   21 marzo 2022). Putin, non sapendo contro  quali santi imprecare , se la prende anche con l’Italia. Giusto non sottovalutarlo, ma fino ad un certo punto,  perchè se è vero che tiene tanto alle belle cupole del Cremlino o agli straordinari  capolavori dell’Ermitage sarà meglio che si dia una calmata. Prima che può visto che dove passa, nonostante qualche compagno di merenda che per calcolo lo manda in avanscoperta, non fa altro che lasciare distruzione e morti, spesso innocenti, e che prima o poi  gli manderanno il conto. Dopo otto anni, abbattuto quel tiranno  del T0to che alla camicia rosso fuoco ne preferisce una bianco lunare, può la ‘rossa’ rimettere ordine in quella casa sua  quando è stata edificata  e dalla quale, con le buone e le cattive, era stata relegata  ai margini per adempiere ai servizi più umili pro comodità altri.

Forse in troppi,  come quel che fu il  tiranno Toto, non hanno ancor capito che la ‘rossa‘ non è più un’ auto da un pezzo. Da quando ( si dice) gli dei, assegnandole quel  che fu di un alato Ippogrifo, mandato all’uopo in pensione, le consentirono  di consegnare  direttamente a loro i sogni degli uomini. Che gli dei esaminano, disponendo trame. Come quella andata in scena sulla pista del  Baharein sotto gli occhi del mondo ( non solo) motoristico. Così ben congegnata che a chi altri attribuirla se non agli  eterni abitator d’Olimpia? All’ultima curva, le due ‘rosse’  avanti  in parata, come nell’ uso antico per i trionfatori;  e dietro ( giustamente ) le due frecce d’argento, quelle che come le sorelle di Cenerentola per otto anni nella casa dei motori anno fatto il buono e il cattivo tempo, ricondotte nella circostanza ad   ancelle per cingere il capo dei vincitori  con corone d’alloro. E non basta. Visto che poco oltre  il feroce tulipano  abbandonava mesto il suo bolide, con  il suo compagno rigirato, lassù, all’ultima curva, senza  ragione  o segno premonitore. Non sarà megliio che anche il Toto non se ne faccia una ragione? Del resto non ha sentito il boato esploso   in ogni parte del Pianeta, mentre a Maranello  le campane delle chiese hanno preso a suonare  a distesa come per la festa del Santo patrono? Un imprenditore romagnolo, delle nostre parti, qualche mese fa, si rivolse ad una concessionaria di Berlino per cambiare  per necessità di lavoro  la sua Audi con un’ altra di pari prestazioni. Il rivenditore rispose: ‘ Siamo spiacenti,   signore, ma l’auto dei suoi sogni è  stata venduta’. Al che l’imprenditore  ribattè : ‘ Dirà  auto da lavoro, perchè per quella  dei miei sogni  sono diversamente orientato;  è di  colore rosso, se proprio lo vuol sapere,  e che però lei non mi pare tenga nel suo salone’.

Restando sulla terra, il prossimo Gp avrà luogo tra una settimana ( 27 marzo) a Jeddah ( Arabia Saudita), seguito il 10 aprile da Melbourne( Australia) e  il 24 aprile da Imola ( Emilia Romagna). Se la ’rossa’ manterrà le premesse le file per il Gp Emilia Romagna, a Nord, cominceranno da Chiasso e Tarvisio; a Sud,  da Bari e Napoli.

L’ALMANACCO AGGIORNATO.  Ferrari, Gp disputati 1031 ( vinti 240, pole 224: totale 464, circa la metà dei Gp disputati,  costruttori 16) ; Mc Laren, Gp disputati 9o3 ( vinti 183, pole 156, costruttori 8); Willians, Gp disputati 783( vinti 114, pole 129, costruttori 9); Mercedes, Gp disputati 249 ( vinti 115, pole 127, costruttori 8); Red Bull, Gp disputati 325 ( vinti 75, pole 73, costruttori 4). La Ferrari non vince il titolo piloti dal 2007 ( Raikkonen). La prima ’rossa‘ con scudetto giallo e  cavallino nero rampante, prodotta nel 1943,  era siglata 125 S.  Fece la prima gara l’11 maggio 1947. Si ritirò per un’avaria della pompa di alimentazione; che il Drake ( con profetica lungimiranza) definì  ‘ un insuccesso promettente‘. Chi è chiamato a guidare la ‘rossa’ entra in una galleria unica al mondo dove tutti, vincitori e non, vengono  ricambiati da ‘ imperitura memoria‘.  Gli attuali piloti sono Charles Leclerc, 24 anni, monegasco, e Carlos Sainz Jr, 27 anni, spagnolo figlio d’arte.

ALTRE DI SPORT. Tre italiani al vertice  nelle tre categorie mondiali di moto, dove sempre più preoccupanti sono le continue cadute di Marc Marquz.  Milano-Sanremo, la corsa più bella, allo sloveno Mohoric. Nella ritmica di ginnastica, ad Atene, la 18enne Sofia Raffaeli è diventata la prima azzurra ad imporsi nel concorso generale di una tappa di Coppa del Mondo. Nel gigante donne di Coppa del Mondo di sci doppietta tricolore, con la Bassino in vetta. Nello slalom parallelo di snowboard Edwin Coratti, 30 anni, si è imposto a Berchsgaden ( Germ.). Incredibile vittoria nel rugby dei nostri sul Galles  ( 21 a 22), dopo 36 sconfitte. Nei mondiali indoor di atletica a Belgrado, Marcel Jacobs batte gli imbattibili americani nel 6o m con il tempo di 6”41, record italiano. Tamberi, invece, nell’alto, arriva terzo.

( dal  18  al 2o marzo 2022). Il petrolio scende sotto quota 100, mai i carburanti restano ai massimi. Uno dei tanti misteri nostrani che manco l’auspicato duo Mattarella e Draghi riescono a penetrare. Non si capisce infatti perchè ( di preferenza) solo  da noi, per un motivo o per l’altro, questo non si sa,  chi continua a pagare i disastri fatti da altri  sia sempre il solito, affannato, carissimo  Pantalone.

E’ demagogia, questa? Non sembrerebbe, basta girare un po’ laddove faticano ad arrivare a sera e tra quelli che belli e profumati accavallano le  loro cosce dorate in vari consessi, mediatici e non, comunque sempre al riparo da tutto e da tutti. Una conduttrice, alta e ieratica quanto e più di Nefertari, non molto  tempo fa  confessò che ‘ manco un uovo sapeva  cuocere ‘, stimandosi ovviamente dell’avvenuta sua libertà da costrizioni secolari che relegavano la donna dietro stereotipati fornelli. Dimenticando che, in caso di bisogno, come potrebbe venir fuori da questa situazione tutta da decifrare, saper fare qualcosa che sostenga il nostro e l’altrui bisogno più che una ‘ vergogna’ sarebbe un ’orgoglio’. Ma tanto capita di sentire in questi tempi ancora una volta segnati da ideologie estreme e sempre più contestate al di fuori del nostro mondo. Infatti non sarebbe ora le genti d’Occidente prendessero nota che sugli otto mld di gente che abita il Globo saranno, tra sì e no, 1,2 mld ? Ovvero una minoranza che diventerà sempre più minoranza visto che qua , in Occidente, tra un diritto e l’altro, che ( ormai) non si nega più a nessuno, di avere figli non se ne vuol parlare più di tanto?

CONSIGLIAMO: Limes, rivista italiana di geopolitica:  ‘ La Russia cambia il Mondo? ( 2/2022 mensile)

Le ultime dalla cronaca segnalano situazioni contrastanti. Da un lato il formidabile esercito del novello zar impantanato  in Ucraina come i tedeschi a Stalingrado; dall’altro le trattative, con tanto di vecchi e inediti protagonisti che dovessero risultare ( temporaneamente) efficaci ( poi ) che altro faranno se non a venirci  presentare il conto, a noi, d’Occidente, che per spadroneggiare sul Globo non vogliamo  sporcarci le mani più di tanto? E quale conto?

Nel frattempo, dopo un ventennio a guida franco-tedesca trascorso a zonzo, con gli anglosassoni in fuga, la leggiadra Europa comincia ad afferrare il concetto che se vuol sopravvivere per qualche altro decennio libera e gioconda dovrà metter mano laddove finora ha evitato di farlo. L’ immigrazione, ad esempio; ma anche la salute ( e la ricerca sulla salute); e inoltre la difesa, per non trascurare l’approvvigionamento energetico e delle materie prime e rare. Senza le quali nelle ( nostre ) aziende e nei ( sopravvissuti) centri di ricerca si girerebbero solo e soltanto i pollici. Abbiamo una lontana idea di quel che si presentavano le città greche vittoriose sui parti agli occhi del barbaro macedone. Che, intuendo il tempo maturo, di scendere verso il mare non attese un attimo. Aiutato da quelli che piuttosto che dar ragione alla moglie si pestavano i coglioni tra due sassi. Fatto è che, in men che non si dica, con facilità sorprendente, lasciò al figliolo una base dalla quale partire per andare a lambire il fiume Indo. Non vorremmo mica che  questa volta il barbaro non sia macedone ma russo? Figlio di quella Gran Madre che se gli restringono i sogni  diventa claustrofobica, preferendo ( semmai ) attaccare ( piuttosto) che difendersi? Spaventata,  la Germania post merkeliana, dopo un salutare pisolino imposto dall’ecatombe di ott’anni fa, torna ad investire sul militare. Perfino oltre l’auspicato 2%. Si dice non 50 mld, ma 100 mld all’anno. Inevitabile chiedersi: ma per far qualcosa per sè o anche per quelli altri sulla stesa barca, visto che da sola altro non le riesce che finire in fondo … alla storia?

LO SPORT. Aspettiamo la ’rossa‘. Solo la ‘ rossa’ con le altre o gli altri.  Con fede e speranza. Manco ci soffermiamo invece sulle nostre del calcio che ( senza batter ciglio) stanno praticamente scomparendo  dall’Europa del calcio del Ceferin ‘ corridora e spendacciona‘. La Signora, poi, ormai disinibita fin al midollo, lo fa  più senza pudore. Aveva pareggiato ( 1-1) con i volenterosi del Villareal ( non del Real, ma del Villareal), s’è poi lasciata  travolgere nell’alcova ( sempre più a buon mercato ) dello Juventus Stadium. Una curiosità ma da quelle parti non c’è più nessuno che possa far piazza pulita di cotanta ( inutile) dirigenza, allenatore compreso? Al Master 1000 di Indian Wells, Berettini s’è comportato da Berettini; mentre Jannich se l’è cavata con una inderogabile influenza. Fatto è che se qualcuno sogna di piantare bandiere tricolori sui vari campi e campetti da tennis sparsi sul Globo sarà meglio che pazienti un poco. Il sorriso ce lo  ha donato la gagliarda  Sofia, che in discesa s’è aggiudicata la Coppa del Mondo di specialità.

( dal  15  al 17 marzo 2022). Curioso è vedere quanto il dragoncello occhi a mandorla si muova in punta di piedi in una situazione dove, come minimo, pur stando attentamente dietro al macchione, tira fili di qua e di là, russi e non, pur di cambiare la cartina geopolitica d’un pianeta che gli fa sempre più gola.

Da un lato vede l’aquila americana che più tarda e moscia  non si può; dall’altro, la leggiadra Europa che come le poleis greche ai tempi di Filippo, il  padre di Alessandro, nulla fanno se non imbellettarsi a seconda di colui che  gli si para davanti. Logico che l’assalga il dubbio: se non provo, ora,  quanto mai potrò farlo? Fare che cosa? Ad occhio e croce:  rendere la leggiadra Europa imbelle   propaggine dello stato vassallo russo; ridurre nel suo continente l’ aquila americana, riprendersi Taiwan, porre ( finalmente) ai ferri le isole del Sol Levante, e spadroneggiare dapprima nel Pacifico eppoi nell’Indiano fin all’Atlantico. A dirla così, sembra un volo pindarico. Infatti anche i grandi progetti, come quelli di Alessandro o di Cesare, qualche intoppo finiscono col ritrovarselo  tra i piedi, magari laddove men se l’aspettano. E’ infatti  questa  la sorte dei megalomani, certificata, ma più triste che drammatica. Come potrebbe toccare a quel bimbo abbandonato che giocava con i topi prima d’essere svezzato da quella combriccola di santi uomini raccolti sotto una sigla che ha conteso  alla Gestapo il Nobel delle polizie criminali del Novecento. Costui ora  sogna una Gran madre Russia, che già grande è, ma che lui vorrebbe ancor più grande. Più di quella degli zar, più di quella dei oligarchi sovietici. Più, più ancora, come  mai più s’avrà da vedere nei secoli a venire. Detta così sembra un delirio. Che però va bagnandosi di sangue innocente. Come quello di tanti bimbi  biondi dagli occhi chiari che non sanno più dove volgersi per chiedere  del lor futuro. In questi contesti, in queste contese, buoni e cattivi, giusti e malvagi, sembrano mescolarsi fin a non farsi più distinguere. La leggiadra Europa ha segnato un secolo con due ecatombi spaventose, Russia in primis,  eppure al momento  è tornata preda d’un bimbo che sognava ( sogna)  d’emulare i Romanoff senza avere, di loro, manco una stilla di sangue.

E chi lo ferma, a questo? E chi ferma la  guerra ancien regime che ha scatenato ? E chi restituirà il futuro a quei bimbi  biondi dagli occhi chiari ?

IL PUNTO. Kiev ( oltre 3 mln di abitanti) è assediata. Da una ventina di giorni. Intorno a lei il laccio del crimine va stringendosi ogni ora di più.  Le  donne e gli uomini saggi pregano  perchè ciò non avvenga. Ma sarà difficile evitarle lo strangolamento, lento e implacabile, nonostante il coraggio imperituro di quei ‘ drogati, criminali, nazisti’ che la difendono.

Le cartine pubblicate sui media occidentali, indicano territori orientali ucraini già in mano russa o russofila. Solo Odessa resta libera sul mare. Odessa che con i suoi tre porti sfama direttamente 400 mln di persone. Qualcuno dice che gli amici cinesi del russo son pronti ad inviare materiali e uomini. Cominciando, fosse vero, a mettere i loro stivali in quello che prima o poi, volente o nolente, dovrà diventare  uno stato vassallo del Dragone? L’Occidente, da par suo, come i polli di Renzo, continuano a beccarsi, tremando. Per la paura d’un conflitto nucleare che non potrà mai esserci visto che non prevede vincitori e vinti. Per la paura, più probabile,  di sporcarsi le mani. Quando sporcarsi le mani è forse l’unica cosa credibile. Anche perchè, come insegna la favola del lupo e dell’agnello,  quando il primo decide di mangiare il secondo di ragioni ( diplomazia) non ne vuol proprio sentire.

Speriamo solo di sbagliare.  Speriamo solo che qualcuno raccolta l’appello del Santo Padre: ’ Fermatevi!’. Speriamo solo che ci sia anche chi si chiede: cui prodest?

LO SPORT. Pogacar, 23 anni,  ha vinto ( per la seconda volta) la Tirreno-Adriatico. Alla maniera sua, staccando tutti sulle rampe che furono del più grande scalatore dei tempi odierni. Sabato 19 lo aspetta la meravigliosa corsa dei fiori. In Campionato la Signora è tornata a vestire l’abito di sempre, mai doma, ancora in corsa. Ora sta a 7 punti dal Diavolo capo classifica.  Sempre la Signora dovrà togliersi d’attorno quella zanzara molesta del Villareal, per procedere in Champions. Dove abbiam rimasto solo lei, visto che il Piangina nerazzurro oltre che  lacrime altro non porta in bacheca.

CLASSIFICA XXIX GIORNATA SERIE A. Milan 63 punti, Napoli 60, Inter 52 ( * una partita in meno), Juve 56, Atalanta 43 ( * una partita in meno), Roma 48, Lazio 46 … Cagliari 25 punti, Venezia 22 ( * una partita in meno), Genoa 19, Salernitana ( ** due partite in meno).

Il Chelsea del sor Abramovich è finito sotto sanzioni. Dovrebbe vendere, anche se qui non è tanto importante capire come dove quando e a chi venderà, ma dove ha preso, dove, mette, a cosa servono i tanti soldi che l’amico del Cremlino gli ha consentito di accumulare nei paradisi fiscali d’Occidente. In Premier s’è fermato il City degli spendaccioni arabi; in Liga vola il Real del redivivo Carletto. Che sogna, come ai vecchi tempi, colpi roboanti. Dimenticando che in fatto a debiti vola sopra una voragine.

Chiusura d’oro con Bertagnoli ( slalom) alle Paraolimpiadi di Pechino: Italia 7 podi  ( 2 ori, 3 argenti, 2 bronzi), undicesimo posto nel medagliere ) ) e passaggio di consegne con Milano-Cortina. Basket: sempre Armani Milano in vetta, davanti Virtus e Brescia. Volley: Taranto schianta Modena, mentre  in classifica Perugia se la gode davanti a Civitanova, Trento e Modena. Tennis: infinito Nadal a Indian Wells, dove Berettini e Sinner avanzano. Pallanuoto: Pro Recco, solito rullo compressore, a lui la nona Coppa Italia di fila.

Verso il Baharain per le auto. Tutti contro Max. Che dispone di una Red Bull solida e da paura. Ma con la ’rossa’ finalmente tornata sorridere. Non sarà la favorita dell’imminente Mondiale, potrebbe però dal filo da torcere al Max e al  Lewis ( impegnato ad aggiungere il cognome della madre al suo). Sempre che quell’maneggione del Toto non riesca a far passare una volta di più il regolamento da lui redatto. Che di Maranello vorrebbe estinguere  il fascino planetario. Senza far il conto con l’oste: sì, perchè se quelli della ‘rossa‘ che nel mondo son grande maggioranza, sportivamente parlando,  non vedono la ‘rossa’ in lotta da par suo, d’accendere un media o di recarsi ai bordi d’una pista non ci pensano nemmeno.

 ( dal  9  al 14 marzo 2022). ‘ Chi pensa di negoziare con Putin deve imparare due lezioni: non fidatevi di lui ma non abbiate nemmeno paura‘. A dire questo  è Petro Poroshenko, ex presidente ucraino, che con il despota russo ha avuto a che fare. In effetti quando parla quel figlio di Kgb si fatica a dargli retta, tante sono le anacronistiche assurdità che sprigiona anche in brevi sproloqui. Va considerato perchè un pazzoide va sempre e comunque considerato, anche per non scoprirsi davanti soggetti simili a quelli che finiscono in un bunker dopo aver fatto una ecatombe attorno a loro.

Ovvio che, per lui, la colpa è sempre degli altri. Anche per quel disastro consumato dalle sue bombe in quell’ospedale pediatrico pieno di bimbi. Il curioso però è come questi soggetti trovino sempre affollata compagnia. In tal caso, come i cinesi, che  stando   dietro il ‘macchione‘, lo spingono  avanti per vedere quanti danni può fare non tanto all’Ucraina, eroica oltre ogni limite, quanto all’Europa che gli vien di seguito. Probabilmente, per quella faccia da dragone del sino premier  eletto non dal popolo  ma da una pletora ristretta di bacucchi, il gioco vale la candela. Se l’Europa poco saggia e debole dovesse fare entrare dentro le sue mura  il cavallo del russo, chissà che l’America non possa restare isolata e dunque ben malleabile. Non sarebbe male, in prospettiva, anche a breve, per ridisegnare la mappa del potere planetario.  A dirla così, sembra parlar di fantascienza. Sull’avvenire di un pianeta che invece di unirsi per salvarsi dall’assalto della natura, si divide per dilaniarsi. Sì, perchè non credano  il sor Putin ( e l’amico cinese) di poter tirare 4.400 testate nucleari senza beccarsene almeno la metà di ritorno. Giusto per giusto trasformare in cenere tanto le belle e colorate cupole del Cremlino quanto i resti della imperiosa e invalicabile muraglia cinese.

Direbbe il poeta: ‘ Qui sulle aride pendici del temibile Vesuvio, portatore di sterminio, che nessun altro albero o fiore allieta col suo aspetto, spargi intorno i tuoi cespugli solitari, profumata ginestra, che ti accontenti di vivere in luoghi desertici. Ti ho visto anche abbellire con i tuoi steli le campagne solitarie che circondano la città un tempo signora degli uomini (Roma) e che, con il loro aspetto grave e taciturno sembrano offrire ai viaggiatori testimonianza e ricordo della perduta potenza. Ora ti rivedo su questo suolo, amante di luoghi tristi e abbandonati da tutti e sempre compagna di destini sventurati…  Ora un’unica rovina avvolge tutti i luoghi circostanti dove tu hai sede, fiore gentile, e, quasi provando compassione per i mali degli altri, fai salire al cielo un dolcissimo profumo che consola il deserto’.

TRAMONTO IN QATAR.  Domenica scorsa il tramonto del Qatar s’è tinto d’azzurro: Moto3, Digno; Moto2 Vietti; Moto Gp Bastiamini. Aspettiamo il 20 marzo in Indonesia. ALTRE DI SPORT. Inutile (  previsto) arrembaggio ( o-1) della Beneamata contro  i Reeds, già ( ampiamente) qualificati con lo o-2 ottenuto a San Siro. In futuro che fare? Forse  non sarà meglio  curare prima d’ogni altra cosa  l’alimentazione, visto che poco basta la bresaola della Valtellina contro lo  stoccafisso del mare del Nord ? L‘Italia del tennis ha superato ( 2-3) la Slovenia e si qualifica per la fase finale di Davis. Nello sci, la Brignone è seconda nel Gigante donne e prima nella coppa di specialità; Paris, batte invece un colpo nella discesa di coppa in Svizzera. Peccato che sia un colpo a scoppio ritardato.

( dal  2 al 8  marzo 2022). Trovano sempre, questi soggetti, questi  immancabili Putin, qualcuno che li giustifica e li segue, magari fin alla loro ( piò o meno violenta scomparsa)  dalla nostra  valle mortale alla quale lasciano in dono più lacrime che sorrisi. Il sorriso di un bimbo infatti  quanto più vale dei  loro ghigni? Questo ( probabilmente) sanno. Anche se faticano a ricordarsi d’essere stati anche loro  bimbi ( magari abbandonati )  per cui   non  riescono a guardare oltre.  Il male che fanno al prossimo  bene e spesso  gli viene restituito, e sono sempre pochi quelli disposti  a dedicargli una preghiera. La storia li registra, epoca dopo epoca, uno dopo l’altro, cercando in loro qualche bagliore di luce, quasi a non voler  credere  a qual livello di  efferatezza l’uomo può  arrivare.

Tiranni. Sui libri ,  stampigliati, e spiegati male, ne restano  tanti. Dai tempi dei tempi. Come quei due fratelli Pisistrati tiranni ateniesi,  che  una volta  scomparso ( non si sa come ) il ( controverso) padre altro non fecero che scannarsi  fra loro:  Ippia per mano di Ipparco, Ipparco per mano di Armodio. O come  i Giulio-Claudi che , a parte l’eponimo Cesare finito con 44  pugnalate in senato, non è che ( tra luci e ombre) ben sono finiti: Augusto (?), Tiberio ( ?), Caligola                          ( giustiziato dai pretoriani), Claudio ( eliminato da una congiura pilotata da  Agrippina), Nerone ( figlio di Agrippina, suicidato),  la cui testa ( si dice) con  lingua trafitta da spilloni venisse poi consegnata  all‘Antonio che  davanti a  tal orrore  potè esclamare:  ‘Ora, finalmente, starai  zitto!’.

E non è che sia andata molto meglio alla ( alterna) tirannia degli zar tanto  vagheggiati dall’  algido Putin, figlio  di ( vera ) mamma sconosciuta e che  di sangue nobile non ha manco una stilla . Ad esempio Pietro il Grande ( 1672/1725),   fin all’età adulta sul trono grazie ad una famiglia di boiari,  amico e nemico al tempo stesso  dell’Occidente, non lasciò eredi. Il figlio Alessio morì ( 1718) si disse a causa delle torture a lui inflitte dal padre per costringerlo  a rinunciare ai suoi diritti al trono. Sorvoliamo, poi,  senza andare per le lunghe, su come la finì la tirannia zarista nel 1918. Anche perchè qui si potrebbe levare la protesta del buon  Vladimir  ( Putin) Vladirimovic:  ma io,  con questi, che centro ? Centra, eccome ! Di lei a spaventare l‘Occidente non è tanto la minaccia nucleare che se  mette in atto troverà  grave e immediato danno, ma quel ricorso  ( mai domato  ) di dar lustro alle manie  sue con  danno altrui. In pratica, lei è un tipo di  ‘ sbarambato’  violento che si credeva scomparso. E che invece , da qualche parte, la Gran madre Russia, ha scordato  in grembo.  Scordato, si, perchè finanche Pietro il Grande, per quanto antico sia, oggi, che altro potrebbe raccomandare  ad un nipote tanto degenere, se non : ‘L’ Europa ? Macchè nemica, non vedi che rema sulla tua stessa barca  per  non distruggere il pianeta ?’.

ALTRO. L’Assemblea generale dell’Onu ha votato ( 141 voti favorevoli,  5 contrari) la condanna dell’invasione russa dell’Ucraina. Nonno Biden promette altre sanzioni. Crolla l’export di petrolio dalla Russia. Stop dei pagamenti e rublo in picchiata. A rimetterci sono i macchinari, con i primi stop ai pagamenti.  Brent oltre i 11o dollari. Wall Street esulta  invece per la stretta soft,  tanto quanto le  Borse europee. Le cronache di guerra raccontano dell’ eroismo ucraino; mentre i  russi stanno per fare affluire sulla zona nord ( Kiev) una colonna armata lunga ( si dice) 65 km. E’ sempre più chiaro che il degenere nipote di Pietro in Grande , nonostante l’inesperienza dei suoi coscritti arruolati  a ufo e mandati al fronte senza tanti complimenti, procede a gradi. La Cina, intanto, si astiene all’Onu, in attesa di vedere quello che combina  il  nemico diventato amico. Caso fosse, in caso di vittoria,  aspettarsi un assalto cinese a Taiwan non è pura fantasia. L’impressione è che, qui, in questa triste ora dell’umanità, ad avere in mano interi popoli siano soggetti ( e  bande)  criminali irresponsabili piuttosto che lungimiranti statisti dediti  a salvare il pianeta. Infatti:  a chi gioverebbe una ( eventuale) sarabanda nucleare?

Qualcuno ha detto: uccidere un bimbo è come  recidere i germogli al  fiore.  Per non farlo diventare pianta. Per non farlo diventare vita.

SERIE A CAMPIONATO. Poco da dire. Più che in palla le nostre sono palloni sgonfiati. la Beneamata non segna, il Milan quasi. E comunque non vanno oltre dei pareggi che stanno rimettendo in gioco una Signora data per dispersa e  che più fortunella di così  non è mai stata.

AUTO E MOTO. Tutte da scoprire sono le belve della F1, tutte misteriose, tutte diverse l’un l’altra, tutte ambiziose. A noi, si sa, interessa solo la ‘rossa’ che se c’è ci farà andar in pista o star davanti alla tivù, ma che se dovesse ancora mancare  per l’interposto Toto, in pista o alla tivù lasceremo il posto ai fedelissimi di quel bell’uomo in camice bianco da ospedaliero che, da quel che sappiamo, tutto face  fuorchè lasciar in pace un mito per lui, purtroppo, solo accarezzare  e nulla più.

Nella Moto Gp sette ‘rosse‘ di Borgo stanno per contendere l’alloro a Honda, Yamaha, Ktm e Aprilia. In pratica, Pecco contro Quartararo, Mir  e Marquez. Al quale dicono abbiamo realizzato una moto su misura, come facevano i sarti una volta. Forse perchè gli ingegneri del Sol Levante  si sono resi conto che sfidare  le leggi della fisica non solo è arduo ma anche rischioso. Infatti il buon Marc di Cataluna  di azzardi ( e cadute) ne   ha collezionati tanti, troppi. Infatti, caro Lucky, non è al tavolo del poker che bene e spesso si esce rovinati?

( dal  28  febbraio all’8 marzo 2022). Ci siamo svegliati con le bombe del buon  Putin sull’Ucraina che resiste come meglio può. Non si sa se per il mal calcolo dello Zar, o per una scarsa preparazione dei suoi manipoli  di barbari conquistatori dell’Occidente, o per l’inatteso eroismo di un popolo che con la Russia di quel megalomane che l’ha messa sotto i suoi calzari  non vuol condividere  manco un’ora delle sue giornate in libertà.

Non si sa. Certo che quel richiamo  ‘ al deterrente nucleare’ più che una minaccia all’Ucraina, tra l’altro, oramai più popolata  dai suoi che dagli altri,  è una minaccia alla fragile Europa. Divisa. Ancora divisa.  Nella condizione, più o meno, di altri popoli che con la loro debolezza hanno invitato i violenti all’aggressione. Non fece così  l’acuto Filippo II di Macedonia con le mitiche città greche che pur disponendo di enorme  potenziale dopo aver bastonato per due volte l’impero dei Parti non seppero far altro che aprirgli porte e portoni? Non   fece così il Cesare per aprirsi un varco tra i rissosi popoli  di Gallia? Non  fece così il famelico Attila che quando volse lo sguardo verso Occidente non cercò  la Pannonia ma Roma? E non  fece così  ( ai giorni più nostri) perfino  il buon Adolf  con la timorosa Europa de’ tempi suoi,  fin a portarla  all’ecatombe?

Dicono che la storia è maestra di vita. Per qualcuno, forse, che sa leggere i comportamenti degli uomini. Che, come insegnava ( inascoltato) il buon Niccolò, restano ( più o meno) quelli ( anche) con l’adattar  del tempo. Di certo nulla  hanno appreso  quelle schiere  di ‘ capiscioni’ e ‘ capiscione‘ che affollano ( con poche eccezioni) media e social. Lo Zar, in questi anni, zitto zitto, ha riempito di danari mezzo Occidente. E soprattutto le casse di quell’Albione diretto erede di quel ‘ pecunia non olet’ che se tirato ( ancora) per le lunghe potrebbe ricondurla a tornare  ( null’altro) che in tante isolette di pescatori. Le conclusioni di un rapporto parlamentare , inascoltato, ovvio,  quanto le grida di Cassandra all’apparire del cavallo di legno lasciato davanti alle porte di Ilio dagli Achei, ha fotografato in modo netto a qual uso sono ( o potrebbero essere) indirizzati  così tanti danari. ‘ L’utilizzo di Londra - riporta Angelo Mincuzzi sul Sole - come base per i beni frutto frutto di corruzione di individui legati al Cremlino è ora chiaramente collegato a una più ampia strategia russa che  ha implicazioni per la nostra sicurezza nazionale. I beni immagazzinati e riciclati a Londra, sia direttamente che indirettamente, supportano la campagna del presidente Putin per sovvertire il sistema internazionale’. Sovvertire il sistema internazionale: a partire dall’impotente Europa?

DA LONDRA A LONDONGRAD. ( testo che prende spunto dall’inchiesta a cura di Angelo Mincuzzi, su Sole24Ore, domenica 27 febbraio 2027).

Dove sono finiti i mille miliardi di dollari nascosti fuori dalla Russia dagli oligarchi di Vladimir  ( Putin) Vladirimovic?  Volendo, non è proprio  impossibile rintracciarli. Almeno quelli più apertamente investiti. Come nel quartiere Knightsbrige, parte sud occidentale della Central London. Case vittoriane e piazze con giardini alberati. I quattro edifici di vetro e acciaio costruiti appena dieci anni fa trasudano ricchezza da ogni angolo. Alzi lo sguardo e capisci che ti trovi nel centro geografico di Londongrad. .. Qui per acquistare un attico bisogna pagare 175 mln  di sterline ( oltre 200 mln euro). Gli appartamenti sono 86, oltre a un negozio della Rolex, una concessionaria McLaren, uno sportello della Abu Dhabi Islamic Bank. Un mondo parallelo. Segreto. Dai documenti del registro delle società di Londra risulta che 25 appartamenti sono posseduti da società registrate nelle Isole Vergini Britanniche, 7 appartengono a entità dell’Isola di Man,  5 a entità di Guernsey, 1 ai paradisi fiscali del Canale della Manica. .. I proprietari sono ( dunque) sconosciuti. Ma della One Hyde Park Limited che gestisce gli edifici compaiono solo alcuni nomi: oligarchi russi e ucraini, vip e uomini d’affari … Tra loro anche Roman Abramovich, l’oligarca ( fino a qualche ora fa) proprietario del Chelsea … One Hyde Park Limited è uno dei punti di emersione di un gigantesco fiume di danaro che scorre sottotraccia e il cui punto di origine è nella sconfinata terra dell’ex Unione Sovietica. Il fiume di danaro riaffiora ogni tanto, qua e là, a Cipro, in Svizzera, tra gli yacht ancorati a Montecarlo, nelle Isole Vergini Britanniche, ma eccezionalmente, e  solo quando una ’fuga di notizie‘ finisce sui giornali di tutto il Mondo… Ma soprattutto a Knightsbrige e nelle 87 mila abitazioni con un valore di mercato di 100 mld di sterline, possedute in Gb da anonime società domiciliate nei paradisi fiscali… Nulla si sa cdi chi possegga davvero queste società. Un grande buco nero che però osservato con occhi nuovi, dopo l’invasione dell’Ucraina da parte dello Zar, assume un contorno inquietante e denso di conseguenze …A partire dal 1990 infatti sono usciti dalla Russia tra gli 800 mln e i mille mln di dollari.. Soldi che nessuno sa con certezza dove siano finiti. E in che modo vengono utilizzati. Carburante, comunque,  che ha scandito l’ascesa di decine di oligarchi diventati ancor più ricchi da quando Putin nel 1999 è andato al potere. Di tutti costoro ( in realtà) sappiamo poco o nulla. A One Hyde Park tale Abramovich insieme ad altri 208 nominativi figurava in una lista di politici e oligarchi considerati vicini a Putin; lista resa pubblica nel 2018 dal Tesoro americano dopo l’annessione della Crimea alla Russia e le presunte interferenze del Cremlino nella campagna elettorale conclusa con la vittoria di Donald Trump …

Ora che qualcuno comincia ad aprire il vaso di Pandora, con possibili sanzioni nei confronti di alcuni oligarchi, a Londongrad ci si  domanda a chi indirizzare le sanzioni se non si conosce manco il nome degli interessati? Da decenni Londra è l’hub del ‘ danaro sporco’, il luogo più importante per riciclare i soldi e le ricchezze degli oligarchi. Si stima infatti che ogni anno vengano riciclati ( circa) 100 mln di sterline. I miliardari russi si contano a frotte. Alcuni, riciclandosi, vengono ora definiti miliardari e filantropi, mecenati. Una potenza finanziaria che ha trasformato Londra in Londongrad, grazie anche  alla concessione di passaporti facili oggi ( forse) conclusa.

Lo scarmigliato premier Boris  Johnson ha giurato in Parlamento ’ ora gli oligarchi russi non hanno più un posto dove nascondersi‘. Annunciando misure e perfino sequestri di beni nel caso in cui le ricchezze depositato non siano adeguatamente dimostrate. Un primo rapporto parlamentare aveva dipinto un quadro ( già) allarmante . ‘ Questi – si certificò con  l’inchiesta – sono i banchieri di Putin, al quale devono tutto. E che per  riconoscenza ( obbedienza ) agiscono come fonte di finanza privata per il Cremlino’.  Con obiettivi che, poco alla volta, vengono alla luce. Perchè questi, tutti questi signori proprietari di tanto, troppo, squadre  di calcio senza fondo di spesa comprese, non sono lì per godere del loro ma ‘ collegati ad una più ampia ( e lungimirante) strategia russa che  andrebbe ad incidere sulla sicurezza di quelli d’Albione. Che a forza di tapparsi il naso per via d’incassar pecunia,  rischiano ( questa volta sul serio) di fare la fine di quelli che il detto lo hanno inventato. Ovvero, in ruderi. O meglio, per gli Angli  europei schizzinosi, che di tutto troppo vogliono, in un arcipelago di isole e isolette per ( novelli ) pescatori.

WEEK END SPORTIVO. In Campionato non vincono Milan ( 1-1) e Inter ( 0-0) restando a quota 57 e 57 ( * Inter una partita in meno). Con la Signora che scalpiccia alle spalle, per uno scudetto che non voleva vincere e che, salvo reazioni milanesi, dovrà vincere. Scostando l’attenzione finita su una Coppa che proprio perchè ritenuta impossibile poteva ( finalmente) vincere. A far da incomodo alle tre big resta solo il Napoli che in extremis batte la Lazietta del Sarri.

I nostri del basket ( tinti di giallo-blù) coprono con una vittoria l’ingloriosa trasferta in Islanda. Solita inutile umiliazione per i giganti che mai imparano del rugby. Mentre si stanno affilando le armi tanto nelle moto quanto nelle auto. Dove contiamo di vedere solo rosso. Nel frattempo la nostra instancabile Sofia, ha messo le mani sulla coppa di discesa libera. In tanti non vogliono affrontare la Russia, non per via dei russi, ma di quelli che fan corona a quel tiranno insediato al Cremlino che vorrebbe un nuovo mondo dove lui più che a rinverdire le glorie degli zar intende  prendere il posto di Attila,  ‘ flagello’ di Dio’.

 (  dal 21 al 28 febbraio 2022).  Difficile è  spiegare quel che occorre ad un prof di storia per ‘far studiare‘ il passato ai suoi  pargoletti. Perchè per loro, il passato è passato una volta per sempre. Dunque perchè spremersi più di tanto? Per fortuna ( si fa per dire)  sta giungendo in soccorso al prof  tal  Vladimir  ( Putin) Vladirimovic, novello  zar ( Cesare) di tutte le Russie, che di resuscitare un passato per lui più vicino che remoto,  crepa dalla voglia di farlo. Chissà quante notti avrà perso pur di ripassare nel dettaglio il suo sogno ad occhi aperti? Chissà quanti  anni è che prova e riprova, in gran segreto, celato ( forse) anche alle sue donne perchè non lo prendessero a borsettate in testa, pur di portare a compimento una operazione, o meglio, una ‘ punizione militare‘, che  ad ogni ora di più va guadagnandosi non un flash accanto ai Cesari ma ai ( criminali) della Grande Madre Russia. Dovesse accendere un’altra Sarajevo o un’altra Danzica, tanto per tornare sul passato,  a chi altri se non  a lui  i pargoli ( e nipoti dei pargoli  ) del prof dovranno  tornare a spendere il loro sudore?  Non vorremo mica  disperdere tanta esemplare  ‘ follia’ ?   Non sia mai! Come dissero al  prof i prof del prof.  Tanto per fargli  trascorrere qualche ( amena) ora tra i banchi.

Detto questo non ci sentiam di fare salti di gioia per quel che va facendo  l’America ( almeno ) da quattro cinque presidenti in qua, e tantomeno l’Europa, abbandonata dai nostalgici d’ Albione, tuttora ancorata alle vecchie bandiere, non in grado di recitare da inter pares con i giganti vecchi ed emergenti il ruolo svolto nei secoli passati. Quando guardiamo gli investimenti per la difesa dei singoli Paesi europei  vien rabbia nel constatare che se fossero ammucchiati ( oltre 200 mld) sarebbe un bel gruzzolo che consentirebbe  tante cose, e innanzitutto la difesa di un modello di vita con valori connessi che se perdesse l’Europa  andrebbe a farsi benedire da un momento all’altro.

Dice il filosofo ucraino Mikhail Minakov: ’ La debolezza dell’Occidente è la Cina. Se Russia e Cina sono insieme, come potere economico e militare, possono creare le condizioni per la ‘ westlessness’, in cui l’Occidente è solo uno dei tanti centri. .. Putin sta creando un nuovo modello di comportamento: di solito gli opportunisti non sono strategici ma tattici. Lui è nello stesso tempo imperialista, nazionalista, capitalista, a seconda di come gli fa comodo. Per lui conta solo il rafforzamento del potere in Russia. .. Credo che tra dieci anni la Russia perderà tutto. Con gli intellettuali che scappano, resteranno solo burocrati sempre più anziani. Il Paese va desertificandosi, e frantumandosi …’.

( dal 21  febbraio 2022). Mentre il Campionato ancora una volta  stupisce lasciando le prime tutte ( o quasi) a bocca asciutta ( o quasi), la Champions non è che esalti. Anzi. La Beneamata dopo il solito frullare per 7o minuti circa è stata amenamente sbeffeggiata da quei ‘facoglioni‘  del Liverpool che come tutte squadre di Sua Maestà   ( non si sa se  per lungimirante preparazione o  opportuno  nutrimento) galoppano più alla fine che all’inizio. Il commentatore abituale da Miami d’ un network lombardo distribuito seralmente lungo la Penisola e che vaticina non dentro un antro come la Sibilla ma con alle spalle  spiagge infinite ombreggiate dal cemento dei grattacieli, sostiene che qui a non funzionare è ( soprattutto) la preparazione. Quella della Signora, poi, amministrata Allegri, arriva a far comparcite e poco più. Infatti, come volevasi dimostrare, è andata ( subito) in vantaggio con quei ( tardoni) del Villareal per poi farsi raggiungere nel finale di partita dal solito subentrato che per cambiare le carte in tavola con le nostre non manca mai.

L’oracolo di Miami, che come tutti gli oracoli a volte ci azzecca a volte no, potendo, moltiplicherebbe l’amico Dracula ora al Tottenham, all’infinito. Quel pelandra del Kulusewski, infatti,  macedone, 22 anni, trasferito qualche settimana fa alla corte del Dracula, se con Maxa sul campo passeggiava come al Valentino ora col Dracula vola come un destriero ad Ascot. Una metamorfosi, questa, così repentina che  di certo avrebbe messo in difficoltà anche il nostro  Ovidio. Repentina e arcana, ad esser sinceri, come  gran parte di  quel che accade sui campi d’Albione.  Tanto più che ( se memoria non inganna)  qual gran trofeo trofeo europeo portò  il Dracula  alla Beneamata   tra quelli  ambiti  anche  da quel ‘ piangina’ dell’ Inzaghino?

CHAMPIONS. Qualche risultato  andata ottavi: Inter-Liverpool 0-2; Villareal- Juventus 1-1.

CHAMPIONS. Qualche risultato  andata ottavi: Inter-Liverpool 0-2; Villareal- Juventus 1-1. EUROPA LEAGUE. Un disastro, su tre passa solo la Dea. Una volta di più vien da chiedersi chi autorizza le nostre squadre a partecipare ad un torneo dove il più che possono fare è la comparsa? Per un calcio che sta raggiungendo i livelli degli azzurri  del rugby, costretti a battersi in un torneo ( 6 Nazioni) dove ( ben che vada) chiudono la fila. Ovvio che in cotal situazione i Moggi e gli Oracoli  vicini e lontani sguazzino felici nel vaticinare  che il nostro è destinato a  ritrovo parrocchiale. Dove si corre la metà degli altri e che si vende al Mondo per quattro volte meno di quel di Premier donde corsa e resistenza la fanno da padrone;  dove non si riesce a dotarsi di  un governo ( Lega) duraturo e dignitoso;  dove gli impianti nuovi ed adeguati si contano sulle dita di una mano; dove chi può sputa nel piatto, che per quanto sia povero e mal fornito di ‘ganassa‘ ne ha cresciuti tanti, troppi, oltre misura, tanto che se ( anche una sol parte)  decidesse d’imbarcarsi per i sognati lidi annunceremmo una settimana di festa nazionale.

I CARRI ARMATI DEL PUTIN. E chi l’avrebbe mai detto che in un’ Europa ancora a frammenti, nonostante  due ecatombi come quelle della prima e seconda guerra mondiale, è sopravvissuto un Tizio  che  ha  in testa la voglia di rifarne un’ altra,  di guerra, una terza, magari usando  qualche invisibile glinker ipersonico nucleare per cancellare dalla faccia della terra generazioni di degenerati ?  Che dicevano i vecchi?  O giovani,  ricordate,  che del peggio non c’è mai il fondo. E comunque il Tizio, figlio d’una polizia ( politica )tra le più feroci e odiate del secolo scorso, finito ( non si sa come) sul trono che fu degli Zar ( Cesari),  di ragionar non intende. E’, il suo, un desiderio un po’ anacronistico, fuor del senno, come si dice,  anche perchè se c’è qualcosa che il tempo insegna,  riguarda proprio quelle  guerre che cercando di resuscitare la storia   oltre a riprodurre  ecatombi di innocenti, con tanto di ( sanguinanti) vincitori e vinti, non modificano più di tanto la sorte degli uomini.

Due Europe che sembravano essersi riavvicinate tornano  invece ad allontanarsi. Come è stato per secoli. Con la  Gran Madre Russia  di nuovo lassù,  o colà, solitaria nelle sue   steppe imbiancate, e  la Leggiadra Europa ancora  quaggiù, o colà,  tra spettacolari fiordi artici e  calde acque mediterranee.

” La Russia - scrive Ugo Tramballi sul Sole - è sempre stata un impero al di sopra delle sue possibilità: era la sua sconfinata geografia a farne una potenza naturale, non l’economia e la demografia stagnanti, l’arretratezza sociale, l’incapacità di fare riforme e rigenerare la sua forza. La prerogativa dei suoi eserciti era il numero e la resistenza dei suoi soldati, non la 1ualità delle armi e la professionalità. Putin ha rimodernato arsenali nucleari e convenzionali, ha dato alla Russia un bene costruito sull’industria energetica ( ma solo su quella). Tuttavia resta al comando di una potenza dalle ambizioni più da Ottocento che da Duemila. Il  suo discorso alla nazione dimostra quanto sia uno statista antiquato. Senza risultare, con questo,  meno pericoloso”.

Anche perchè non ha opposizione. Gli oligarchi attorno non hanno potere di contrasto, visto che  devono tutto a lui. Lasciamo perdere chi loro circonda quotidianamente, in gran parte reclude del Kgb come lui. Neppure in Cina le cose stanno così. Dove  Xi Janping vuole ottenere il terzo mandato, ma la lotta è incerta. A Mosca, no, non esiste alcuna lotta, tutto è  confermato: lo Zar infatti non avrà manco lo sputo di  un partito a cui rispondere, nulla di nulla, e continuerà a decidere le sorti della Russia finchè vivrà. In quale arretratezza non si sa. Su di lui incombe, come ai suoi solitari predecessori, il peso della storia. Per lui il passato conta più del presente. ” Nel suo discorso – chiude Tramballi - Putin non ha fatto altro che dimostrare quanto sia pericolosa la storia quando si tenta di resuscitarla”.

SANZIONI. L’Occidente tenta di indurre  l’interlocutore al dialogo ‘ toccando‘ il tasto dell’economia. Che, si sa, funziona e non funziona. Precedenti illustri e dolorosi lo confermano. L’economia della nuova Grande Madre Russia è inferiore ( perfino) a quella nostrana: pil 1.700 mld  contro 2.004 mld dollari. Su 424 mld dollari d’esportazioni  264 ( 41,3%) mld  sono dovuti a entrate energetiche. Se si guarda la spesa militare la cifra prevista per il 2024 è di 52 mld dollari. Un po’ più della nostra ( 33, 8 mld dollari), più o meno quanto la Francia ( 55 mld dollari) e la Germania ( 51 mld dollari), meno del Regno Unito ( 61,5 mld dollari)  e molto meno di Cina ( 194 mld dollari) e Stati Uniti ( 738 mld dollari). Praticamente un nano con ambizioni da  gigante. Le sue forze armate, scrupolosamente ricostruite in questi ultimi anni, ammontano a 900 mila uomini, più 550 mila paramilitari e 2 milioni di riservisti. E se è vero che possono disporre di 4,5 soldati in più dell’Ucraina ( superficie 603 mila kmq, pil 154 mld, abitanti 44 mln), a confronto di quel che può mettere in campo la sola Ue è roba da poco. Qui, a far paura, è più la  inimmaginabile  capacità di auto controllo dello Zar piuttosto che le forze armate che sta mettendo in  campo. Con ( eventuale) dispendio di risorse che dovesse dar corso ad una profonda  e protratta invasione chissà quanto potrà recuperare.

Putin,  uomo dal passato controverso. Figlio di un operaio e di una lavandaia, a tredici anni partorisce l’idea di arruolarsi nel Kgb. L’ambizione lo spinge ad impegnarsi come pochi altri coetanei nello studio. Entra nell’ambita facoltà di Giurisprudenza dell’università di Leningrado.  Ma Vladimir  ( Putin) Vladirimovic  è un ragazzo dalla doppia personalità. Teppista di strada, sempre più edotto in arti marziali, ma anche studiosissimo, e lettore vorace di storia e di diritto. Che cresce in una nazione passata in poco più di un  secolo dall’assolutismo monarchico-zarista a quello bolscevico-comunista. Il susseguente esperimento liberale finì in breve e miseramente. Praticamente bocciato da un Paese che qualcuno definì una ‘ Nigeria con la neve’, con riferimento alla corruzione e alla mafiosità di quella stagione . ( da Gennaro Sangiuliano)

( dal  16 al 20  febbraio 2022). Stanno per spegnersi le fatue luci  sull’Olimpiade cinese. Bella da vedere, men bella da vivere. Tra limitazioni Covid, controlli antidoping che lasciano il tempo che trovano, squadra azzurra con qualche luce e tante ombre. Ora il Malagò, appena uscito dal cunicolo Covid, parlerà del gran successo della spedizione vestita ( non bene ) Armani. E in effetti qualche eroina ( ed eroe) ce lo porteremo in serbo. La Sofia e la Stefi, di certo, e volendo anche la Arianna , la Michela, la Francesca e  la Federica, che ( al 17/2) delle 16 medaglie totali hanno raccolto il bottino maggiore.

E tuttavia, senza voler dare dolori al nostro gioviale  presidente Coni, nel suo insieme, con il medagliere  inferiore solo a Lillehammer (1994, 20 medaglie totali), non si può ( sinceramente)  parlare di ‘ spedizione’ esaltante. Infatti, a occhio e croce, le ombre sono parse tante ed importanti. Ad esempio nello sci alpino maschile dove la partecipazione di qualche nostro vetusto rappresentante non ha fatto altro che spalancare il vuoto che s’è creato nella settore.  Ci hanno tolto dalle ambasce qualche ( straordinaria) ragazza dello sci alpino femminile, i ( coraggiosi) ragazzi dello short track , quella ( fulgida ) stella del curling, e qualche altro omarino, qua e là distribuito, lodevolmente, si sa, ma senza eccellere nelle loro discipline come l’Olimpiade estiva ci aveva (  inaspettatamente ) abituato.

Siamo un Paese di 61 mln di abitanti. Stiamo portando  a casa ( dati 17/2)  da Pechino: 2 ori, 7 argenti, 7 bronzi ( 16 totale). Il confronto con Paesi ben meno popolosi del nostro lascia a chi crede o vuole il suo personale  commento: Norvegia, medaglie 13,7 e 8 ( popolazione 5,4 mln), Austria, medaglie 6,7 e 4 ( popolazione 9 mln); Paesi Bassi, medaglie 6,4 e 4( popolazione 17 mln); Svezia, medaglie 6,4 e 4( popolazione 10 mln); Svizzera, medaglie 6,1 e 5 ( popolazione 8,6 mln).

SI SVELA LA ‘ROSSA‘. Si svela ‘rossa‘, quella che Fia permettendo, e tiranno  Toto non ingerendosi, potrà ridare lustro ad un campionato più per tivù che per fans dell’auto.

LA CRISI DELL’EUROPA. I media parlano di crisi russo-ucraina. Quando invece sarebbe meglio parlare di crisi dell’impotente Europa, con i due big del mondo odierno, Usa e Cina, più alla finestra che in campo. Per fortuna. E se quel figlio di Kgb del Putin , magari impazzendo, vorrà attaccare, che altro sarà se non  l’alba di una terza guerra mondiale? Cui prodest ? si chiederebbero gli antichi? Ma non sono bastate due spaventose  ecatombi come quelle del secolo scorso per  rinsavire i circa settecento mln di abitanti ( Russia compresa)  del Vecchio Continente? Ne cercano un’altra, certamente più spaventosa delle precedenti. E anche se l’infinita Madre Russia potrebbe trovare uomini e risorse per sopravvivere con chi poi andrà a relazionarsi? Con quel che resterà degli orientali, o meglio, dei cinesi? Sono certi che li accoglieranno a braccia aperte? Eppoi per far cosa, tra di loro? Forse Olimpiadi dove il doping scorrerà  a go go, tanto da dover assegnare medaglie non più (solo) agli atleti ma (anche) ai responsabili di quei laboratori che dell’essere uomini poco frega? A questo punto, qual altra speranza ( per il bene del Mondo) si può nutrire se non quella che l’Europa diventi Europa? Non dispersa, ma una unica, grande Nazione?

I VATICINI DEL  TEOTINO. Si cala impietoso su quel che sopravvive del  calcio italiano ( anche) il vaticinio di quel novello Cassandra  del  Gianfranco Teotino.  Il qual rivela che da  quando i proventi tivù sono diventati le fonti primarie di ricavo per i club pedatori, per  i nostri più d’altri, la Premier non fa altro che battere record su record. Infatti, in Albione, per il prossimo triennio,  i diritti esteri supereranno  i domestici: oltre 2 mld  contro i 2mld domestici annui. Il confronto con gli altri club europei è sconsolante: solo in Liga riescono a strappare  ( per via dei due Panda)  1,4 mld , non male;  mentre in Bundes ,  solo 360 mln;  al fondo del barile stiamo  noi  che  come a  Pollicino restano soli pochi sassolini  ( 200 mln),  giusti giusti per  tornare in  una casa sempre più marginale e povera.

Chiaro è che in tal contesto i Moggi ( e i suoi fedeli)  esultino a ruota libera. Peggiorando, è ovvio, quello che già è un disastro ( forse) irreversibile. Anche perchè in quanto a diritti domestici non è che siamo messi  benissimo: appena 927 mln,  affidati a  tal Dazn che sta praticando un servizio più lagunoso della laguna  veneta . Nel frattempo, laddove si dovrebbe decidere, in Lega, ovvio, uno s’invola in America;  altri si lavano le mani come Ponzio Pilato; solo uno, forse,  tal Bonomi, bocconiano, 56 anni, accetterà. Ma per  far  cosa non si  sa. Infatti tornare a far quadrare i conti   di una famiglia che, da anni,  con  l’andazzo  di certe decadenti corti orientali,  s’è affollata di ‘mangiapane a tradimento‘ , non è impresa normale. Un peccato perchè il calcio va così  demolendo una sua storica culla, tra l’altro sempre men amata anche dov’ è nata, e  che  (  negli anni 80/90 fin al 2011)  aveva saputo   accendere  la meraviglia negli occhi   del Mondo. Un peccato anche per quel  presidente Gravina che intende proporre la candidatura dell’Italia agli Europei di calcio 2028.  Se non altro per mettere ( finalmente) mano a stadi che più che rendere  costano assai. E purtroppo come capiterà a quei malati che  ‘vedranno‘ arrivare il medico quando già traghettati a miglior vita.

Solo qualche parola su una Champions sempre più anglofila , e quindi più per altri che per noi: dicono che dove è passato il Dracula i polli diventino leoni. Il Dracula è passato dalla Beneamata che però pollo era e pollo è rimasta. Infatti lo hanno lasciato starnazzare per una settantina di minuti per poi infilarlo due volte col sorriso sulle labbra, quasi irridenti, quei furbastri britannici con la maglia rossa. Che con i polli sono talmente esperti che sperare possano, al ritorno, trasformarli in leoni, è solo un tenero gioco dell’immaginazione.

Sbatte contro il picciolo scoglio del Salisburgo la corazzata Bayern, che però avrà modo e tempo per rifarsi. Mentre quei ( presunti) fenomeni parigini al soldo d’uno spendaccione del Golfo non sono andati oltre il golletto contro  i tosti del Florentino, che sulle coppe  ‘ la sanno lunga’.  Sporting Lisboa e United ? Nulla da dichiarare.

RISULTATI TURNO ( 16/2 ). QUARTI FINALE CHAMPIONS: Psg-Real Madrid 1-0, Sporting Lisboa- Manchester United 0-5; Inter- Liverpool 0-2, Salisburgo- Bayern 1-1.

SI SVELA LA ‘ROSSA’. Si svela ‘rossa‘, quella vera, quella  che Fia permettendo, e tiranno  Toto non ingerendosi, potrà ridare lustro ad un campionato più per tivù che per fans dell’auto.

( dal  9 al 16  febbraio 2022). Vanno senza clamori scemando le Olimpiadi di Pechino. Illustrate da  tante immagini che faranno scuola. Anche a Cortina, che però ( speriamo) sappia dosarle al punto giusto per non far apparire un epocale  evento di sport una virtuale  galleria di eventi. Per noi il bottino non è male, al momento 13 medaglia ( due 0ri, sei argenti, cinque bronzi), anche se le recriminazioni non son nè poche nè poco dolorose. Pensiamo allo sci alpino uomini, che è sembrato imitare più che le donne quelli del rugby, che oltre a farsi imboccare da  cucchiai di legno non sanno fare. Ancora una volta si può dire che la spedizione è stata salvata dalle donne, nell’ispecie, da una mitica Sofia e da una fantastica Stefania. L’una nella discesa libera nonostante  un recente e grave infortunio al ginocchio, l’altra   quale  planetaria sorpresa nel gioco delle pietre scivolanti sul ghiaccio nato cinquecento anni fa in Scozia e che da noi vanta poco più di quattrocento praticanti. E se a Sofia dovranno dedicarle qualche monumento, piazza o via, alla Stefi   ( i professionisti del Nord)  dovranno sequestrarla per carpirle quella sua  visione di gioco e quei suoi  magistrali colpi  sul campo che ( loro) manco nei sogni  realizzano. Praticamente, due Maradona. Entrambe azzurre. Entrambe senza eguali.

CHI CREA E CHI DISTRUGGE. E mentre la ‘rosea‘ si fa in quattro per promuovere con  il più bel quotidiano sportivo al Mondo il nostro Campionato di calcio , già vessato da liti interne, spietati e cinici manipolatori d’orticelli locali, stadi nuovi che restano sulla carta, ci  segnalano  loci o cubicoli mediatici in cui il discredito è una goduria infinita. In particolare è stato notato un network che distribuito in più regioni ospita in prima serata un manipolo di chiacchieroni che degli altri campionati ( Premier in testa) ‘dicon bene di tutti  fuorchè del nostro’  senza però scusarsi ( come faceva l’Aretino)  ‘ col dir non lo conosco‘. Il manipolo è spesso assortito. Tra gli altri, c’è un urlatore d’antico pelo  che ad ogni gol dei prediletti  suoi rischia d’essere trasportato d’urgenza in casa di cura; ci sono anche  qualche emulo imberbe , e un altro,  più tardo, bello e abbronzato, ex calciatore, che preferisce dispiegare  le sue fascinose verità  sullo sfondo  non di qualche meraviglioso scorcio dell‘Amalfitana e/o della Sardegna ma  di remote e  interminabili strisce  di sabbia  ombreggiate dal cemento. E c’è ( sovra ognuno )   un tal Luciano, o Lucianone, che non sempre c’è, ma c’è. Dicono  sia stato protagonista in un tempo in cui ne faceva di cotte e di crude. Quando viene in studio gli è riservato lo scranno del magister,  intonso fin quando non lo occupa, anche a trasmissione iniziata. Dal quale  il magister è libero di pronunciare  sentenze. Con  flatus vocis inesauribile.  Sul Campionato, ad esempio, e  su tutto quanto  lo riguarda, non solo sotto l’aspetto tecnico-agonistico, ben che dica, è che è poco più di un   oratorio. Ascoltandolo   assale il riferimento a quella ‘ rosea’ che  gli oracoli  del magister  rendono un  inutile foglio  con le sue  magnifiche pagine strappate al vento. Unitamente ad  una domanda: come potranno i nostri eroi del rettangolo verde a ritrovar la gloria antica se, a monte,  quel che uno tanto ben costruisce  altri tanto ben demoliscono?

SERIE A  IL CAMPIONATO. Dicevano che la Beneamata avesse appuntato al petto la seconda stella, invece, a sorpresa, in un Campionato esente da fisicità e intensità ma ancora amante di genialità e maraviglia, all’angolo della via, è ( sorprendentemente) spuntata la ‘ prima squadra di Milano’ per contendere un alloro che, nonostante gli esterofili da noi a fiumi, e gli sfigati a da noi a frotte, resta uno dei tre o quattro più prestigiosi nel mondo del pallone. Ora spazio alle Coppe e a Klopp.  In attesa degli stadi. In attesa dell‘Europeo 2028, forse un tantino troppo in là per chi ha urgenza di costruire quanto prima quegli stadi.

( dal  31 gennaio all’8 febbraio 2022). Di notevole in quest’ultimo tempo, non c’è stato molto. Il Festival di Sanremo che ha ripreso a riunire attorno al focolare generazioni diverse,  i  settant’anni del Vasco, la sconfitta della Beneamata nel derby più titolato al Mondo  e che ha rilanciato il  Diavolo e con lui un Campionato che se ha  nemici li coltiva  in casa sua, l’avvio dei giochi olimpici invernali in quel di Pechino.

Che la neve ha sempre visto in cartolina, onde per cui ha pensato bene di ricavarla in virtuale, con l’utilizzo sfrenato di marchingegni video-grafici mai utilizzati per la bisogna, e che comunque consentono l’illusione che trattasi davvero di olimpiadi  sulla neve. Diversa, ovviamente, da quella vera, ma pur sempre accettabile  agli occhi di un mondo che se non si sveglia  rischia davvero di perdere ( per sempre) quel miracolo bianco che si ripresenta ad ogni stagione fredda  per grazia del suo   fantastico  Creatore. I primi risultati non sono stati malvagi. Due argenti e un bronzo. Dopodichè hanno fatto seguito cinque medaglie, due ori, due argenti e un bronzo. Gli ori li dobbiamo ( principalmente ) alle nostre ragazze: Arianna Fontana alla decima medaglia olimpica in short track  ( 2 ori, 6 argenti, 5 bronzi in cinque  Olimpiadi consecutive) e alla coppia mista di curling Stefania Costantini, 22 anni,  e Amos Mosaner, 27. Imprese straordinarie compiute da giovani straordinari. Con un’Arianna che sembra evocare quella del mito; Stefania e Amos, che delle dieci coppie finaliste non hanno risparmiato nessuna, vincendo con tutte, compresi i maestri di Scozia che il curling praticano dal 1511, e i norvegesi, validi professionisti  abituati da decenni a scalare podi, ma qui domati dai nostri con autorevole fair play ( 8-5), dopo una gara palpitante come poche altre. E se la stella di Arianna brilla da anni, quella di Stefania e Amos inizia ora la sua salita verso un firmamento senza tempo. Sui discesisti uomini meglio tirare un velo pietoso. Il sesto posto in libera del buon Paris non  salva  la faccia ad un reparto senza leader che vive ( ormai) più d’ombre che  di luci. Quasi quanto quei poveracci del rugby costretti dagli Dei a maneggiar cucchiai ( manco)  di legno. Non bene manco il reparto rosa dello sci che salvo l’argento della Brignone sta deludendo in ogni gara. Si aspetta la Sofia che però non garantisce, ovvio, tanto il super G quanto la discesa libera.  Malagò, presidente Coni, segregato dal Covid, aspetta di tornare  da questa Olimpiade con un nuovo record di medaglie. Che come quelle del curling stanno mutando di molto i pregiudizi  in giro qua e là pel Mondo sugli abitanti dell’ancestrale Enotria. Dove sarà bene non perdere il senso della misura. Con questi nostri giovani ( attesi e  inattesi ) campioni che, per  confermarsi e affermarsi , vedi la portabandiera Moioli uscita con scivolata ai quarti di snowboard , hanno e avranno bisogno di non sentirsi sulle spalle un peso più grande di quel che possono sopportare.

CAMPIONATO. Alla Beneamata stava andato tutto bene. Passata in vantaggio con quel Perisic incapace d’ afferrar che meglio che sullo ( sgangherato) prato di San Siro per lui non c’è  più gloria, ha poi cercato di contenere, finendo mazziata nel secondo tempo da due gol d’un goleador  datato che sembrava svanito nella nebbia padana. Con questa vittoria il Diablo si porta ad un punto della ‘ seconda squadra di Milano’ ( con  partita in meno) ma rifacendo sotto anche Napoli, Atalanta e ( guarda un po’) pure la Signora che con l’Araba Fenice deve avere stipulato un segreto patto per tornar più bella che pria   quando gli altri men se l’aspettano.

Nei quarti di Coppa Italia 2022 si sono già qualificate Juventus e Inter.

La Lega calcio deve trovare un nuovo presidente, visto che il Dal Pino è volato Oltreoceano. Speriamo con giudizio, come quello ha riportato ai loro posti Presidente e Premier, per finire di condurre in porto una vetusta navicella finita in gran tempesta e  che ( in questa)  di buoni nocchieri  e gran marinai ne conta  davvero pochi.

L’Armani del basket vince  e perde in Coppa  senza preavviso. Il rugby azzurro invece perde solo e soltanto, al punto che qualcuno comincia a pensare d’ingaggiare una decina di maori australiani per vedere se almeno una volta il cucchiaio di legno se possono tenere quelli d’Albione. Il ciclismo riassapora il ritorno d’un altra  primavera tra le dune del ricco deserto sul Golfo. Mentre l’atletica sta riportando  in pista i suoi allori.

( dal  26 al 31 gennaio 2022). Dov’eravamo rimasti? Ah, sì, al nostro Presidente che stava traslocando dal bel palazzo un tempo dei Papi dopo i sette anni da lui trascorsi al timone  di una vetusta navicella finita in un mar in gran tempesta. Di certo, fosse stato per lui, il negletto Cincinnato avrebbe avuto un emulo anche ai giorni nostri. Ma visto che in Parlamento non hanno tirato fuori un ragno dal buco, qualcuno è corso sul Colle, a convincere il nostro Presidente a riportare indietro gli scatoloni zeppi di cose sue raccolte nel settennato, e  riporle di nuovo donde avevano trovato sistemazione. Naturalmente, almeno per noi, la soddisfazione è grande. In tempi non sospetti avevamo intravisto in quell’uomo dallo sguardo chiaro velato d’un inguaribile dolore , parco nell’ esposizione personale  e nelle parole, atteggiamenti mirabolanti tra i  pochi omini e i tanti ominicchi e quaquaraquà che dominano le scene,  eppure sempre al  posto giusto nel momento giusto con ‘ serena autorevolezza ’ , come dire un provvidenziale ossimoro adatto a  condurre in porto non solo le confuse genti di Enotria ma ( con lei) anche quelle della declinante  Europa.

Che adesso possono ( entrambe) respirare. Riorganizzarsi. Velocissimamente. Davanti a sfide planetarie che non consentono più di essere affrontate in ordine sparso. Anglosassoni, Franchi, Germani, Ungari, Slavi e Latini. Tra l’altro, i pericoli incombenti sono mortali. Come   quei venti di guerra che spirano da Est, e che per sopirli non si dovrà fare  più  conto su  quei nipoti e figli ormai lontani d’ America che di combattere per i loro avi ‘ non hanno  ormai alcuna  intenzione‘. Ricalcando un poco, forse senza rendersene conto,   quanto capitò non al più esteso ma al più grande  impero mai realizzato. Il quale, ad un certo punto, eliminato quel Cesare atteso dalle sue truppe in Siria non  per emulare il grande Alessandro o per vendicare l’incauto Crasso ma per mettere riparo al mortale pericolo che s’annunciava  a partire dal Medio ed Estremo Oriente, ha finito col racchiudersi  sempre più entro i suoi ( inutili)  ‘ limes‘, per finire poi con l’essere preso d’assalto da ogni dove. Forse pochi lo notano. Ma, a parte la colpevole adesione a quella guerra che non s’aveva fare ( soprattutto) con un alleato che peggiore di così non è mai stato di vedere, e che non pochi  al Mondo ( senza distinguere)  ci rammentano,  tanto  che quando vuole zittire un Italoi gli si confeziona addosso il titolo di mafioso. Pregiudizi, si sa, che di  questo vetusto Paese  leggono  solo qualche ( invereconda ) paginetta , tanto che,  se andiamo a ben vedere,  non sarebbe meglio per costoro badare più alle mafie proprie piuttosto che a quelle altrui?  E comunque, chi meglio d’altri ha  sgretolato in questi sette anni  il pregiudizio dell’Italoi mafioso meglio del nostro Presidente, che la mafia ha contrastato laddove la mafia ( tuttora) c’è (  per davvero)  e non ( solo) nella fantasia, con quel suo eroico fratello magistrato colpito ( proprio) dalle mafie e spirato ( dicono)  tra le braccia sue?

Grazie Presidente d’aver ripreso il timone della nostra vetusta navicella in questi anni  di gran tempesta. Se riesce, la (ri)conduca in porto. Noi confidiamo in Lei,  in quell’Altro e in quanti intendono mostrare buona volontà, quanto i profughi di Ilio verso il l provvidenziale Enea; e questa volta  per  (ri)fondare Roma ma la grande Nazione che ( da  tempo) aspetta.

Nella ph repertorio Mattarella in una vecchia foto di famiglia.

I BASTIAN CONTRARI. Di frasi da ‘bastian contrari’ ne abbiamo sentire diverse nel post rielezione Mattarella. Tra  le altre  una come questa ‘ Qualcuno prima o poi chiederà a Mattarella dove è finita la sua coerenza, visto che dopo aver detto più volte che non voleva rinnovare ha poi finito per farlo’. Non s’offendano i ‘ bastian contrari’, se ci esentiamo dal commento.

ALTRO. E’ partita la spedizione per le Olimpiadi invernali a Pechino. Tra le nostre partenti anche  Sofia, che chiede clemenza agli dei per consentirle di mostrare quel talento che le hanno donato e che se risultasse dorato dovrebbe aprirle porte dell‘Olimpo. Nel basket riscenderà in campo l’Olimpia Milano per i vertici della Superlega. Nel calcio si chiude la finestra di mercato di gennaio. A risultare la più rafforzata è la Signora, che con quel po’ po’ di centrattacco può ora sperare di raggiungere il quarto posto in Campionato e sforacchiare le reti delle grandi d’Europa. Dovesse vincere la terza Coppa dalla grandi orecchie, a questo punto, chissà perchè, non ci meraviglierebbe più di tanto.

( dal 18 al 25 gennaio 2022). Fosse per noi, attingendo allo sport, tra l’altro con un azzurro mai  così vincente quanto in questi ultimi anni, ‘ squadra che vince non si cambia’. Riferito, ovviamente, a quanto si va facendo per l’elezione del nuovo capo dello Stato con tanto di annessi e connessi. La squadra che vince è quella capitanata da Mattarella/Draghi, che in un periodo tra i più imprevedibili e complessi della storia di questa nostra  giovane Repubblica tricolore, mostrano, e continuano a mostrare, quanto di meglio si poteva ( e si può) fare. In tanti, anche quelli che van cianciando d’essere piombati in una dittatura per qualche green pass o tampone da fare, doverosi più verso il prossimo che per se stessi,  van proponendo altre formazioni, altre squadre, altri capitani. Ovviamente tutte e tutti meglio, anche se di dittature mal s’intendono così come di star  al timone d’una barca in gran tempesta e semmai, meteo permettendo, sul ponte della stessa a prendere il sole tra  nuvoli plumbei  e candidi. Camillo Benso conte di Cavour ( Torino 1810-ivi 1861) fu l’ abile architetto che inventò una Nazione  giocando con perizia tra le  tessere  d’un puzzle di mille realtà locali che poco o nulla avevano più da dire alla storia. Morì giovane,  a 51 anni, forse ( sostiene qualcuno) non di morte naturale ma avvelenato, così premiato per quanto aveva saputo fare . Una fine non rara per quei figli migliori di questa  Nazione che più danno senza nulla estorcere. Così è il mondo, o meglio, questa nostra Nazione, fatta,  diceva Sciascia, di ’ omini, ominicchi e quaquaraquaà’.  Dove  i secondi e i terzi sono di gran lunga più numerosi dei primi. Quindi, non ci sorprende che dobbiamo da  convivere con  soggetti qua e là sparsi e che della ‘squadra che vince’ vogliono fare ( a prescindere) polvere da spargere per l’ aere loro.

Dunque, al momento, dopo due fumate nere, difficile dire in che mani finirà il Governo e presidenza della Repubblica. Che congeda un gran Presidente. Certamente irreprensibile come pochi altri della nostra storia. Dotato di quella ‘ serena autorevolezza ’ che, senza amar troppo il timone,  ha tolto  più volte la ( nostra)  barca dal mare in gran tempesta. A noi, in questa,  non sovvengono altri personaggi  simili a  lui . Se non  quel tal negletto Lucio Quinzio Cincinnato ( 520/430 a.C.)  della cui carriera politica parla  ( soprattutto) Tito Livio, con visione neutrale, definendolo ‘Spes unica imperii populi romani’ ( ‘ Ultima speranza per l’autorità del popolo romano’) (III,26). Lucio Quinzio era un  contadino che divenne console e ( due volte) dittatore; ma  che, una volta sconfitti gli Equi nemici di Roma, lasciò  cariche ed onori ad altri, tornando ( senza rimpianti  ) all’ occupazione privata.

DALLA CRONACA. La prima è sta una giornata convulsa. Con le idee annebbiate. O si va verso l’opzione Draghi al Quirinale oppure tutto è possibile. Di fatto l’ipotesi Draghi continua a prendere quota, anche per via di alternative condivise. Conte però preferirebbe  Draghi restasse alla guida del Governo. Avviando tuttavia ( sue)  trattative per una successione indolore. Che Salvini non chiuda più del tutto all’ipotesi Draghi, non sgradita peraltro dall’alleata Meloni, sta alzando però il ( suo)  prezzo sul Governo: se non un governo dei leader, dice il Lombardo, almeno un Governo con forte caratura politica e con molti ministri nuovi. Se si dovesse continuare muro contro muro, il leader della Lega non esclude la candidatura Casellati, non gradita a sinistra. Alla fine della giornata l’avvitamento generale fa lanciare a un Letta preoccupato un vero e proprio alert su Draghi: ‘ Così rischiamo di perdere una figura come Mario sia a palazzo Ghigi  che al Quirinale. Qui non è a rischio l’elezione del Presidente, ma della prossima Legislatura.  Contro l’interesse delle imprese e dei cittadini. Se si prosegue su questa strada si va di certo al voto’. Al di là di tutto, e tutti, c’è anche chi non ha abbandonato la speranza per un Mattarella bis. 

( dal 13 al 18 gennaio 2022). In breve: stanno diventando ‘strutturali’ i successi dello sport azzurro, che sembrano più segnali d’una novella rinascenza per un Paese che dell’antica rinascenza è strato centro e motore. L‘Armani del basket batte la capolista Barca, portandosi in zona finaliste del massimo torneo europeo; non demordono in vasca, Brescia e Pro Recco; continuano a sfrecciare sulle piste innevate le nostre terribili ancelle ( libera e super G son domini loro) mentre, tra gli uomini, sembra essere rispuntata  la speranza di ben figurare a breve anche con gli uomini in quel di Pechino: nella libera ( Paris) ? Nello slalom ( Vinatzer)? Per la pallavolo, femminile e maschile, sempre ai vertici mondiali dei rispettivi movimenti, attendiam i Mondiali, se non erriamo, da disputarsi in Polonia. Sperando nel contempo di non vedere la nostra amatissima Paoletta volar sul Bosforo per ragioni più sue che nostre. Sarebbe un peccato perderla, anche perchè non è detto che  chi lascia il certo per l’incerto possa poi ritornare come pria o meglio di pria. Si van ridestando anche quelli della scherma: Alice Volpi in Coppa del Mondo dopo il successo nella prima prova si è ripetuta a Poznam, battendo in finale la canadese Harvey. Terza la predestinata Martina Favaretto. Doppio podio azzurro anche a Parigi nell’apertura maschile: oro al cinese di Hong Kong  Ka Long e argento a Edo Luperi. Terzo gradino del podio per Alessio Foconi. In pratica anche qui tanti giovani, tanti ( validi) ricambi azzurri. Possiamo chiudere le nostre note d’aggiornamento con il pattinaggio su ghiaccio, dove Marco Fabbri-Charlene Guignard sono di nuovo saliti sul podio europeo della danza, terzi, con ulteriore conferma d’essersi assisi nell’Olimpo mondiale della specialità. Nel medagliere, dietro i mostri sacri, c’è l’Italia. L’Uci contro il doping. Servono ( continue) indagini. Auspicabili, perchè no?, anche in sport che sembrano intoccabili, come il calcio, ad esempio, ( soprattutto) quello che  all’estro  sostituisce corsa e resistenza.

 CALCIO E  MAXI PROVVIGIONI. Anche nella sessione invernale di gennaio 2022 – richiama il Sole24Ore - nel calcio mercato tengono banco prestiti e operazioni low coast. Per dirla semplice: nonostante i danni  causati dalla pandemia, con stadi aperti solo in pochi  paesi al 100%, e introiti abbassati a livelli d’emergenza, c’è chi  di tutto questo se ne sbatte altamente, come tanti giocatori e altrettanti agenti, che invece  di ragionar come conviene altro non sanno che chiedere aumenti. Alcuni incredibili a dirsi. Tanto son fuor di senno, quasi spie insospettabili d’un mondo che, nel suo complesso, anche se cerca di non farlo vedere,  sembra perdere ogni giorno di più la  bussola. Il Kessie che per qualche corsetta in più chiede non il doppio ma il triplo o il  quadruplo; o il Dybala che nonostante i suoi ci sono non ci sono come le luci dell’albero di Natale di ( soli) 7 mln non ne vuol sapere; o il Brozovich che per quanto utile davanti a 7 mln netti manco sorride; o il Perisic che allo scadere della sua avventura sui verdi campi da gioco ha ripreso a trotterellare esigendo però per continuare un triennale di sostanza  spiccioli compresi. Senza guardare fuori della  finestra, donde  giungono ( perfin) patetiche quelle alzate d’orgoglio di gloriosi ex Panda come Barca e Real  oberati di debiti che, in questa, tutto possono fuorchè calare o sparire;  o irritanti, quanto le elargizioni a fondo perduto concesse dalla Uefa ad una manciata di spendaccioni che per procurarsi introiti non fanno altro che tirar ( spensieratamente) nei cassetti degli Stati, Starelli o Accoliti loro.

E comunque, soffermiamoci  ancora su quanto documenta il prestigioso quotidiano economico. Sempre in breve: a non conoscere ribassi sono le commissioni versate dalle società ad agenti e procuratori. Provvigioni che ormai, alla faccia di chi furbo si crede, sono diventate fardello, pesante fardello, che ad altro non serve che a drenare risorse alle società di calcio, chi più chi meno, alla cannetta del gas. ” Le somme assegnate agli intermediari – si legge – dalla deregulation del 2014, sono schizzate in alto, accompagnandosi a ‘fenomeni’  sempre più patologici, dalle plusvalenze ‘fittizie‘, ai cosiddetti ‘parametri zero‘, che zavorrano e indeboliscono l’intero sistema. Basti pensare che , tra 2016 e 2020, è finita nelle tasche di procuratori ed agenti che hanno intermediato cessioni o acquisti di atleti professionisti, la somma di 2,5 mld di dollari, pari all’8% del valore complessivo dei trasferimenti realizzati nel quinquennio (  circa 31 mld di dollari).

Ogni anno, al netto della pandemia, si può stimare un giro d’affari nazionali e internazionali di 1 mld di dollari. Il peso eccessivo è evidente se si pensa al fenomeno dei ‘parametri zero’ e dei giocatori ‘ d’alta fascia’ che portano volontariamente a scadenza il contratto per firmare con altri club, ottenendo ingaggi elevati grazie al fatto che colui che  acquista non deve pagare il costi del cartellino. Quel furbacchione dell‘Insigne, ad esempio, ha firmato con il misconosciuto Toronto un contratto per oltre 10mln di dollari, senza che il club che l’ha cresciuto becchi un centesimo. Dicasi un centesimo. Stesso discorso si può fare per i due furbacchioni del Messi e del Gigio trasferiti al Psg degli spendaccioni da svincolati. A questo punto che altro fare se non  lasciare perdere l’elenco delle  ‘ sombreri‘ calcistici, citando  a mo’ di chiusa  anche  il solo caso Vlahovic che sta per ‘liberarsi‘ dalla tutela dell’ infastidito   Commisso a ’parametro zero’ e  nonostante che manchino due anni alla scadenza del contratto.  Bravo il club viola che ha proposto un decalogo per riformare il sistema delle procure. Bravo, certo,  e finalmente, ma ci sarà qualcuno all’Uefa ( e dintorni) che troverà  voglia e tempo per ascoltarlo e mettere nero su bianco ? Nel 2021 si sono svincolati a ‘parametro zero‘ 5 mila giocatori. Considerato che il livello medio dei trasferimenti a titolo oneroso è stato dal 2016 al 2021 di poco superiore ai 300 mila euro, se ne può dedurre che nel solo 2021 la prassi dei ‘parametri zero’ ha sottratto alla (  agonizzante ) industria del calcio ( più o meno ) un miliardo. Cui prodest?

( dal 12 gennaio 2022). E così ce l’abbiamo fatta ad abbandonare un 2021 che se per lo sport azzurro è stato esaltante, non inimitabile, di certo esaltante, per il resto, tutto o quasi, non ha donato grandi sicurezze. Fatica assai quel drago del Draghi ,  pur assomigliando al Cavour piuttosto  che a quella  folla indefessa di mosche, tafani, zanzare, che gli ronza attorno  giorno e notte, cercando di pungerlo il più dolorosamente possibile. E pensare che, pur con tutto il rispetto per gli insetti che qualcuno oggi finiti perfino nel menù,  con tutto quanto balla sull’Europa e sull’Italia,  che altro occorre fare se non dar corpo ( quanto prima) ad una nuova Nazione  per meglio  difenderla da pericoli che non sono più pericoli ma già realtà, ben oltre all’ interminabile pandemia?

Facciam finta che sia in esaurimento l’assalto dei continenti poveri o in affanno alle frontiere della leggiadra Europa;  chiudiamoci gli occhi sul quel che si va ammassando sul fronte orientale, con quel tenero Putin più pericoloso del duro  Breznev; ignoriamo inoltre  quanti ( e quante) con   foga da Erinni vorrebbero strappare le nostre invidiabili radici di storia e valori per annacquare un presente che più annacquato di così non potrebbe essere. Diritti, accoglimento, inclusione. Parole, belle, molto belle, peraltro note da due millenni ma che se  realizzate con scarso senno (  cioè senza abbinarle a doveri, regole, radici) possono creare più danni che utili. E soprattutto decadenza, che non sembra ma c’è, per un ex grande Continente che sulle questioni  del Pianeta decide ormai poco o nulla. Pur cercando di rimandare in scena quella  patetica  Global Britain o  l’altra utopistica  Grandeur, rintracciabili  ormai, l’una e l’altra,  sui libri di storia piuttosto che nelle cronache dei  giorni nostri.

IL NOSTRO CORDOGLIO. In questa ci coglie il dovere di porgere il nostro cordoglio per la perdita improvvisa e prematura di Davide Sassoli, presidente della Commissione europea, persona mirabile, grande italiano, sincero europeo.

LO SPORT AZZURRO. Dopo i botti del 2021 occorrerà un po’ di pazienza per tornare ad ascoltarne altrettanti. Intanto però ci stiam rimettendo in moto, anche perchè in questo tempo di pandemia a ciclo infinito i tempi sembrano essersi accorciati. A breve speriam d’intonare  inni per le Olimpiadi della neve a Pechino; eppoi, più in là o più in qua, per i mondiali della  pallavolo maschile e femminile, e altro ancora, ma quanta roba c’è?, compreso quello spareggio marzolino che ci consentirebbe di andare ai Mondiali natalizi di calcio negli stadi sul Golfo.

Più volte l’Italia ha gettato al vento la possibilità della Pentastella, che se non fosse stato ( anche solo) per quel calcione del Baggio sarebbe appuntata su una maglia azzurra piuttosto che verdeoro. Con un capitano di ventura come il Mancio da Jesi anche gli altri sanno che l’impresa sarebbe possibile. Il problema però è che in fatto di spareggi i nostri non sono proprio a loro agio. Le avventure impossibili ci esaltano, le cose da fare  ad ogni costo ci deprimono. Sarà pertanto molto, molto, molt0  difficile superare dapprima la Macedonia, eppoi, prevedibilmente, il Portogallo. L’infortunio di Chiesa non ci voleva,   e così il protrarsi del ritorno del Pellegrini, ma non son manco presagi di maldestra fortuna. Compagnie di ventura come quella allestita dal Mancio da Jesi, se stan salde attorno al loro comandante, dei La Motte di turno se ne sbattono assai.

IL CAMPIONATO. Procede tra un Covid e l’altro, tra una Ausl e l’altra, tra un green pass e l’altro, il Campionato. Che ha superato la ventunesima giornata. Con i ganassa della Beneamata gioiosi e festanti, quasi quasi certi di doversi appuntare ( dopo la Signora) la doppia stella sul petto. Ad opporsi, per il momento, c’è , soprattutto, il vecchio Diavolo, che di tornare ( senza farsi derubare) in Europa muore dalla voglia.

( dal 27 dicembre 2021 primi gennaio 2022 ). Non c’è  molto sport da segnalare in questo ultimo scorcio di 2021. Doloroso e gioioso insieme. Con i colori azzurri saliti nell’Olimpo dello sport mondiale come e quanto  ( per quel che ci riguarda) non è mai accaduto. A breve ci saluterà il nostro grande Presidente, che nel corso del suo mandato ha registrato successi sportivi  infiniti ed esaltanti. Qualcuno direbbe, che è  ( o è stato)  un ineguagliabile  ‘portafortuna’. Per lo sport  azzurro certamente, così come in altri ambiti, dove ha saputo con ‘dolce fermezza’ tener salda la barra del timone d’un Paese impegnato in  uno dei periodi più travagliati e difficili della sua giovane repubblica.  E se The Economist  ( grazie anche a lui) ci dedica la copertina, di certo non  sarà facile sostituirlo.

A proposito di Paese, un libro di Maurizio Molinari ( Il campo di battaglia, ed. La nave di Teseo, 2021) ci sta mettendo in guardia per via del ‘ grande gioco’ planetario che è tornato a disputare nel Bel Paese alcune delle sue ( decisive) battaglie. Speriamo non con  l’irriverenza di  alcuni secoli fa, dove una Nazione  smembrata ha dovuto faticare qualche secolo in più per trovare identità, unità e forza  per non più essere marginalizzato sulla scena del mondo.

Vediamo qualche passaggio del libro. Intanto le ‘ grandi crisi globali’ stanno passando sull’Italia, assegnandogli un ruolo di ‘ Paese di frontiera nelle trasformazioni del XXI secolo’. Come accennato, non è la prima volta che  gli capita. Quindi  poco o nulla da meravigliarsi, perchè lo Stivale allungato nel bel mezzo del Mediterraneo, da sempre spazio cruciale per i destini del Mondo, non può che restare ( o tornare) ‘ epicentro di contese strategiche e rivalità economiche di vasta portata’ con l’aggiunta di quando va accadendo sul resto Continente che gravita  alle sue spalle, segnato ( in breve)  dall’urgenza della ricostruzione, dal populismo, dall’affermazione di nuovi diritti, dalle conseguenze del duello  Usa e Cina e  dal ritorno ( non remoto) della minaccia jihadista. Facendo tesoro del passato, tanto dovremo fare per non farci  trasformare in un altro inutile ‘ campo di battaglia’. Molto dipenderà dalla nostra classe dirigente, sempre che sia ( questa volta ) all’altezza di quel che la storia va chiedendo. Non ‘ campo di battaglia’, quindi, assolutamente no, ma l’incipit  di qualcosa di grande che  si va faticosamente gestendo. Del resto l’Ue ha nel nostro ( famigerato) Pil un ‘tassello’ indispensabile. Ciò significa però cominciare a superare le nostre ‘fragilità strutturali‘ ( fisco, giustizia, concorrenza e infrastrutture ) riscattando lo  Stato-Nazione ’ da corruzione, carenza di rappresentatività democratica e diseguaglianze economiche’.

Per approfondire le riflessioni di Molinari non sarà male andarsi a leggere il libro. Quel che però importa  qui è registrare una  inedita sensibilità nei confronti d’un Paese, spesso frainteso, diciamo pure non di rado anche sbeffeggiato, come dice il nostro Presidente, ma pur sempre chiamato a dar il suo contributo in momenti salienti della storia europea e mondiale. Un contributo la più parte straordinario, in alcuni casi addirittura senza eguali, eppure talvolta deludente. Speriamo di essere capitati bene. Non (solo) per noi, ma per il bene di una grande Nazione nei giorni del travaglio e  di quello che potrebbe dare del suo meglio  al Mondo, una volta venuta alla luce. 

L’ATTIVITA’ SPORTIVA. Per gran parte in pausa. Più impegnata a superare gli agguati del Covid ( versione Omicron) che altro. Nel mondo extraterrestre del calcio si passa il tempo parlando di mercato. Che incurante del virus, degli stadi vuoti o quasi, delle entrate che calano non poco, continuano ad ingegnarsi per ‘costringere’ qualche società ‘pollastra’ a  concedere rinnovi al doppio, il triplo, il quadruplo e oltre. Dicono ci sia uno al Milan che da 2,2 mln vorrebbe ( per qualche buon calcetto in più )   almeno il quadruplo di quanto fino percepito. Certi soggetti che ci stanno a fare nel calcio? Dove è proprio vero che i soldi rendono ricchi i poveri, ma non signori i poveracci.

( dal 14 al 24 dicembre 2021). ‘ Il est formidable, rien a faire’ esclamò Raphael Geminiani dopo una delle tante incredibili  imprese del Grande airone ( 1919-1960) nato sulla collina di Castellania , scomparso il 2 gennaio 1960, e per quel che ci riguarda il più grande e completo pedalatore che, nonostante la guerra, la prigionia, le dolorose vicissitudini personali e gli anni duri della ricostruzione,   al pari di pochi altri personaggi sportivi planetari, resta l’esempio ineguagliato ( ma non sempre adeguatamente celebrato ) del nostro  sport.

Uno sport che, al pari di quell‘Araba Fenice che da tempo deve avere messo il nido in qualche anfratto del Belpaese,  risorge ( ogni volta ) quando men lo si aspetta. In questo ultimo  biennio, infatti, segnato da una ( ineffabile) pandemia che sta inginocchiando  il Pianeta nonostante l’apporto d’una scienza mai così tanto evoluta, lo sport italiano continua a sfornare performances che lasciano stupiti un po’ tutti. L’inglese della staffetta olimpica 4×100 che sollevò  l’infelice  sospetto che i nostri non fossero nutriti da dieta mediterranea, non solo s’è visto,  lui, sì, fraudolento  manducatore di stoccafisso, ritirare l’argento, ma ha dovuto pure convenire che di qui in avanti non sarà improbabile vedere  (proprio) un  azzurro diventare l’uomo più veloce della Terra. Miracoli che, dove non c’è manco più un briciolo di fede, sono incomprensibili. E che qui, invece, nel Paese dell’uccello che risorge sulle proprie ceneri, possono diventare ‘normali‘. Incredibili a dirsi, eppure basta scorrere l’interminabile lista di trionfi azzurri 2020-2021, perfino in discipline come il  polo femminile, la pesca sportiva e la discesa in apnea, per toccare con mano il  trarsversal prodigio.

Vela: Luna rossa vincitore Prada Cup e sfidante America’s Cup. Calcio: nazionale campione d‘Europa. Atletica: cinque medaglie d’oro a Tokio. Dalla velocità, al fondo, al salto. Nuoto: medaglie numerose   a Tokio, Europei e Mondiali in vasca lunga, corta e fondo. Pallanuoto, Mondiale maschile; Pro Recco,  Champions e Supercoppa; Volley: campioni europei  nazionali maschile e femminile

Ciclismo: in strada Colbrelli vincitore Parigi-Rubaix. Ciclismo:  in pista ori olimpici, maglie iridate ed europee.

Auto. Ruote coperte, i trionfi della ‘ rossa’:  488 Gt3 prima nelle due categorie Pro e Am; prima 24ore Le Mans e Spa; mondiale di durata; Wcc piloti costruttori e team  con AF Corse, Worl Challenge  Gt3 ( il più importante a livello Gt3), European Le Mans series Cat Gte e trofeo Michelin. 

Tutto in breve. Tralasciando discipline come quelle sulle nevi ( varie ) dove gli azzurri/e sono protagonisti di primo piano ( Goggia, al momento, è prima in discesa, superG e classifica generale) ; o motorististici, dove di recente il più grande di questi ultimi decenni ha lasciato il posto in pista a pattuglie di giovani molto competitivi e su marchi nostrani ; automobilistici, dove basta citare la ‘rossa’ per avere l’idea di qual ruolo possono esercitare piloti, tecnici e mezzi italici in quell’ambiente ultimamente condizionato più da legulei che altro. E altri ancora. Infatti, oltre agli uomini, ai successi agonistici singoli e di squadra, il Belpaese può vantare tecnici, mezzi e perfino servizi all’avanguardia, come la pista olimpica di Tokio realizzata da una sua azienda . Tutto questo non per celebrarla, ma per  dire a quanti vorrebbero sottovalutarla  che il Belpaese, dopo l’infausta parentesi d’un regime e di una guerra che non s’avevan da fare, è tornato. O meglio, risorto.  Più arzillo  che pria. Sulla ribalta europea e mondiale. Come sottolinea Malagò, presidente Coni : ’ Oggi siamo secondi al Mondo!’.

CAMPIONATO DI CALCIO SERIE A. Inter, campione d’inverno. Milan in ambasce, Napoli che stringe i denti e si salva come può, Mou Mou che travolge il Gasp, la Signora che si barcamena a non tanti punti di distanza dal quarto posto, nell’attesa di un girone di ritorno che ( a star sentire il Max)  dovrebbe spazzar via ogni nube foriera di tempesta.

( dal 12 dicembre 2021). Il golpe è avvenuto, con successo e con un grosso sospiro di sollievo per tutto il mondo della F1; un golpe che ha ( finalmente)   spodestato dal suo trono d’argento il tiranno Toto, che  in questi ultimi anni, sorretto da  schiere di legulei, ha fatto il buono e cattivo tempo attorno ad un team di cui ( si dice) che partecipi al 33%. Il tutto legalmente, è ovvio, e  tra alto e basso sempre in sintonia  con qualcosa e qualcuno  che , da un lato, gli ha consentito di recar danno e beffa  alla ‘rossa‘ relegandola da regina ad ancella, e dall’altro, di calare nell’oblio un pò tutta la concorrenza. Quest’anno ha cercato di   ripetere l’operazione con giovane irriverente tulipano  ‘pilotato’ e ‘protetto’ da da un ravveduto e avveduto  general manager. Che ha saputo far giuocare ai suoi tutte le carte del mazzo, fin all’ultima, insperata, ma vincente. E così il tulipano, altrimenti finora noto tra i fans di Maranello come ‘ sfascia rosse’, s’è preso un titolo meritato, applaudito da tutti, riconosciuto anche dallo sportivissimo avversario, eppur  tuttora sub judice per ricorsi e controricorsi ( e ti pareva)  presentati da chi perdere non sa e non vuole. Sinceramente, in molti s’erano allontanati da una competizione indirizzata su un unico binario; senza lotta, scontata, arrogante, e con la ’rossa‘, che di questo sport è il sole e la luna, relegata ad un ruolo marginale, da non credere, dopo tutto quello che ha fatto e che può fare. A lei infatti  gli dei hanno concesso  di scrivere pagine leggendarie sulle corde di un aedo antico, e che mentre celebrano l’uno  esaltano altro. Generosamente. Come in quella guerra sotto le mura di Ilio  che pari ha posto  tanto gli eroi che le difendevano quanto quelli che l’assalivano. A parte i ricorsi e controricorsi Mercedes, o del Toto che dir si voglia, il ragazzo figlio di pilota, nato e cresciuto tra i tulipani, è il nuovo campione del mondo di F1. Sembra di buon auspicio il terzo posto della ‘rossa‘ condotta da un insperato, coraggioso e combattivo Sainz. Sempre che non ci sia qualche leguleio  che voglia ancor  ‘ metter becco‘ a quanto a Maranello vanno ingegnandosi di fare come  lor tradizione e sangue comanda. Detta anche così, sinteticamente, allora sì che  dal prossimo anno potremmo avere un lotto di contendenti in pista , nobili e meno nobili,  grandi e piccoli, che potrebbero tornare a scrivere altre  autentiche favolose  pagine su questo planetario  agone sportivo.

SERIE A. CAMPIONATO.  Salda è  in vetta la Beneamata che, nonostante i cinesi vicini e lontani, Conte Dracula  e non , sa ancora farsi rispettare quando scende in campo. Con una certa continuità. Ora guida il gruppone  della Serie A con 43 punti, quattro  in più sul Napoli e il Diavolo  del Pioli che, disponibilità a parte, continua a mostrar  di saper  fare più trenta che trentuno. Quasi quasi quanto la Dea del Gasp, vittoriosa ( a fatica) sul Verona del terribile Igor ma sconfitta da Mou Mou. Rivince   la Lazio  contro il  Sheva, senza più attenuanti.

Qualcosa da dire ci sarebbe sulla situazione rinnovi. Qualcosa. In una situazione come questa  che fatica a risollevarsi dopo le sanguinose perdite di budget dovute ( principalmente) al Covid, vedere tanti grandi, medi, piccioli attori pilotati da procuratori- consulenti-addetti  più voraci dei  pirana e ormai  padroni ( quasi) assoluti del giochino calcio, chiedere doppio, triplo, quadruplo di quanto oggi percepito fa assaporare  tante amare  verità. E’ forse per questo che non pochi appassionati, o ex appassionati, quando sentono un ‘ingrato‘ pretendere di mettere mano all’ingaggio anche dopo una o due partite giocate al meglio, si chiedono:  ma perchè non comprargli dei biglietti di sola andata per le destinazioni da lor agognate , con tanto di saluti, baci e abbracci? Il nostro massimo torneo che di nobiltà ne porta come pochi altri al mondo,  bisognoso solo  di qualche buon dirigente in più e  di nuovi stadi, è davvero ( così ) indissolubilmente condizionato da cotali soggetti?

SORTEGGIO annullato OTTAVI CHAMPIONS 2021-2022. Benfica-Real, Villareal- Manchester City, Atletico Madrid-Bayern, Liverpool-Salisburgo, Inter-Ajax, Sporting Lisbona- Juventus, Chelsea-Lille, Psg- Manchester United. SORTEGGIO annullato  PLAY OFF EUROPA LEAGUE. Atalanta-Olimpyacos, Barca-Napoli, Porto-Lazio.

SORTEGGIO valido  OTTAVI CHAMPIONS. Psg-Real Madrid ( 15/2), Salisburgo-Bayern, Chelsea-Lilla, Sporting Lisbona- Manchester City, Inter-Liverpool ( 16/2 ), Villareal-Juventus ( 22/2). SORTEGGIUO valido PLAY OFF EUROPA LEAGUE. Barcellona-Napoli( 17/2, ore 18,45), Porto-Lazio ( 17/2, ore 21).

Commento? Nulla da aggiungere sulla Uefa del Cefferin, burocratizzata, ceduta  e pasticciona. Mentre sulla questione sorteggio qualche possibilità ce l’ha la Juve, sempre che sia una Signora e non una donzelletta che vien dalla campagna. Le nostre altre invece devono compiere solo prodigi. Sperando inoltre che gli arbitri istruiti Uefa non replichino trattamenti come quelli riservati da qualche anno in qua al vecchio, glorioso, impotente  Milan.

ALTRI SPORT. Dopo la  mademoiselle  Sofia che ha fatto man bassa per ben  tre volte di seguito in Canada, nel Super G di S.Moritz è stata la volta di mademoiselle Brignone, 31 anni, ora con 17 vittorie in Coppa, una più della mitica Debora, davanti ad una squadra di azzurre,  cinque nelle prime dieci. Francesca Lollobrigida, 30 anni, 4 medaglie europee, vince i 3000 in Coppa del Mondo in pista lunga su ghiaccio a Calgary. L’Armani Milano è tornata alla vittoria in Eurlega contro il Monaco. Quelle quattro sconfitte di seguito ci avevano spaventato. Ax Armani Milano guida anche la classifica del nostro campionato. Non abbiamo capito la sconfitta della Lube contro i brasiliani al Mondiale per club; speriamo di non dovere fare altrettanto con le ragazze, che proprio in questa settimana scendono sul parquet per difendere  un titolo che dovrebbe alloggiare fisso nel più bel torneo di volley femminile al mondo.

FRASI A VANVERA?  Un certo Guillen della Vuelta di ciclismo, che non conosciamo e che manco vogliamo conoscere visto che dopo quanto detto ad una tivù  basta e avanza, per difendere casa sua, s’è tuffato in spericolate considerazioni varie sul ciclismo e sui grandi giri. Tra l’altro avrebbe sostenuto che la Vuelta ha superato il Giro, e che (al momento) è seconda solo al Tour de France. Oggi si sa, tutto possono dire tutto di tutti e ( all’occorrenza) anche di più. Al punto che a mettersi a rincorrere tutti non solo è impossibile ma anche fatica sprecata. Tuttavia il senor Guillen una rispostina non può evitarla. Ognuno vede e provvede alle sue cose come meglio aggrada. E tuttavia, qualche elemento d’oggettività esiste, sennò come faremmo a dar contenuto alla scienza?

Comunque, senor Guillen non le hanno detto  che per entrare nella nobiltà d’una qualsiasi realtà umana non basta sbandierare danari o opinioni o interessi. Occorre, semmai, tempo, tanto tempo, con l’avvallo, ovvio, di ‘ pezze d’appoggio‘ che manco s’immaginano. Per farla breve,  in questo senso, il Giro non essere secondo a nessuna corsa a tappe al Mondo, manco al Tour che in questa è riuscito a raggranellare qualche danaro in più in cassa, che gli consente  di manovrare qualche specchietto per allodole  tra media e social, ma null’altro. Il Giro per storia, paesaggi, tracciati e campioni senza eguali cresciuti lungo le strade che percorre da oltre un secolo, sinceramente, come può aver rivali?  Allora, che altro è se non l’Alma Mater di un movimento sportivo ormai planetario? Lasciamo perdere il primo o il secondo, perchè se uno vuol entrare nella leggenda del ciclismo qui deve transitare. A primavera, con la stagione bella, piuttosto  che in autunno, con la stagione che volge al tramonto.

( dal 6 al 12 dicembre 2021).  Come anticipato, se al  Gasp è dato di  arrivare  a 30 e mai a 31, al Villareal , invece, che nel suo campionato è poco più d’una una comparsa,  è stato dato modo e tempo per spegnere (  da subito) le velleitarie ambizioni dei bergamaschi di passaggio agli ottavi di Champions .

Che poveri erano e poveri restano, nel senso che per essere accettati  nella nobiltà d‘Europa occorrono ben altri titoli e prestazioni e raccomandazioni. Come volevasi dimostrare. Ora, delle nostre, tra le ( cosiddette) big o nobili d’elevata genia calcistica, restano la Signora e la Beneamata. La prima più per grazia ricevuta che altro, la seconda per avere finalmente saltato un ostacolo che la bloccava dai tempi mitici del Triplete. Cosa possano fare nel proseguo del torneo, ovviamente, non è dato a sapere; si può però presumere che, sorteggio a parte, possano risultare più  paggi che cavalieri. Ruoli questi da tempo assunti dalla piccola folla di spendaccioni che i soldi se li fanno arrivare ( a go go ) sui loro conti correnti ( più o meno direttamente) dai loro stati o dai loro sodali.

Davvero fastidioso  è ancora notare la sapienza infinita delle pletore di commentatori nostrani , a vari livelli e mezzi mediatici, che continuano a celebrare le squadre d’Albione, superfavorite,  ‘ 0 meglio, d’un altro pianeta’  assicurano, rispetto ( è ovvio) alle nostre e ( non solo)  alle nostre. Il segreto dei loro prodigi starebbe nella corsa e nella tecnica mostrata in corsa. Senza però chiedersi che quando c’è uno che corre ( e smista) più assiduamente d’un altro per ben oltre i 90′ minuti di gara,  a parte la preparazione spesso ( curiosamente) svolta da tecnici  nostrani, qualcosa dovrà pur mangiare, o deglutire, per mantenere  inaccessibili  i suoi standard. Eppoi siamo proprio sicuri che del coriaceo Bayern o dell’imberbe  Ajax o del sempiterno Real possano esse far un sol boccone? Tra le nostre, anche se non entrate nell’Olimpo, qualcuna potrebbe ( sul tema)  dir la sua, non per giustificarsi ma per capire la differenza tra noi e quegli gli esseri giunti da altri mondi. Il Milan, ad esempio, contro quegli imbattibili Reeds , sia all’andata che al ritorno, se non erriamo, almeno per buona parte del duplice confronto, avanti erano o no? E come ma al cospetto di cotanti mostri? Contro i quali, poi, i nostri non hanno retto. E del resto come avrebbero potuto contro chi fatica  e affanno non sente ?

A proposito di Milan, forse qualcuno ha notato che grazie alla sua sconfitta abbinata alla vittoria  del mai defunto  Atletico, e della Dea contro il Villareal , abbiamo  salvato il bilancio delle ispaniche che,  naufragio del  Barca a parte, avrebbe ( probabilmente) resuscitato in loro  se non  la sorte  dell’Invincibile Armada? 

QUALFICATE: OTTAVI CHAMPIONS: Inter e Juve; OTTAVI EUROPA LEAGUE: ( spareggi) Napoli, Lazio; OTTAVI CONFERENCE, ( diretta) Roma.

( dal 5 dicembre 2021). La signorina Sofia è salita per tre volte di seguito  in tre  discese sul più altro gradino del podio a Lake Placid ( Canada). Ora, con 315 punti, insegue nella generale  di Coppa del Mondo la Shiffrin ( 4o5 punti). A breve sono annunciate, questa volta in Europa, quattro gare di velocità, la prima in val d’Isere, con la nostra fasciata da due pettorali rossi, in libera e in superG. Per Isolde Kostner, 46 anni, vincitrice di 12 discese  libere e 3 super G, la nostra Sofia , 29 anni, ha tutto le carte in regola per aggiudicarsi non solo le classifiche di specialità ma anche la  generale.

Continuano intanto  a pastrocchiare in F1, questa volta anche tra i muretti della pista miliardaria di Gedda. Horner, team principal Red Bull, ha sbottatto: ‘ Ho rimpianto la direzione gara di Charlie Whiting‘. Difficile dargli torto. Anzi, sono pochi a dargli torto. Al contempo il Max ex ‘sfascia rosse’, ha aggiunto: ‘ Non condivido tutte le decisioni prese dai commissari … Nel caso specifico ( tamponamento da parte di Hamilton, ndr) sono andato lungo in frenata, ma tutti e due abbiamo mancato la curva, perciò non credo siano stati giusti i secondi di penalità che mi sono stati comminati… La tendenza ormai è questa, si puniscono certi episodi, ma non è la F1 che ero abituato a guidare da quand’ero ragazzo’. Fatto è che al campione di tutti tempi di penalità ne vengono date poche o niente; ricordiamo un tamponamento di Vettel allo stesso Hamilton, con punizione del tedesco in rosso piuttosto che dell’anglo in argento. Insomma, una storia vecchia, tanto che trai  molti ex appassionati di F1 serpeggia questa domanda ‘ Ma a chi deve andare il titolo: al pilota, o a quell’Azzeccagarbugli che gli sta al tergo con  rotoli di  grida sempre  pronte alla bisogna per salvare il suo e condannare l’altro ?’. Storia simile, questa,  curiosamente, a quella del  povero Tramaglino che, nonostante i capponi di Agnese,  da vittima era finito colpevole,  ricercato in ogni dove. Horner, team principal e  genio delle auto  del venditore di bibite, un tempo sprezzante contro la ‘rossa‘, oggi, che ha esperimentato  cosa significa  scontrarsi col  dominio del Toto,  ha  fatto una giravolta di 360 gradi. Con ben altra visione delle cose. Esatto? Comunque l’ardua sentenza per questo Mondiale , dopo 21 gare finite con lo stesso punteggio per i due galli del pollaio, sarà data  ad Abu Dhabi. Dove si spera di dover assistere non  ad un duello  rusticano ma da cavalieri della Tavola rotonda. Dove il giovane ( se meritevole) non debba prostrarsi  al ( solito) vecchietto sol per via d’ una folla di legulei. Commenti dei piloti a caldo.  Lewis:’ Ho cercato di stare calmo’. Max: ‘Non è più F1. Ingiusta la penalità‘. Per completare la panoramica delle opinioni, la squadra di Race Anatomy ha espresso una previsione di minimo vantaggio a favore del tulipano. Ci scusino lor signori, forse per gufare?  Visto che si va dicendo in giro che il collegato Vanzini ha pronto un progetto di Mausoleo per il già sette volte campione del mondo?

La Paoletta del volley sta per volare in Anatolia, anche per sfuggire alla fame alla quale l’hanno costretta  fino ad oggi a Conegliano. Anche il Quantorena vuol scappare dal Belpaese, per lui non il campionato più prestigioso al mondo ma troppo stressante per  chi vuol godersi la pensione in santa pace. Cosa dire? Che non sono i primi e nè saranno gli ultimi a desiderar cotanto; salvo tornar , poi, lesti lesti, laddove sono diventati qualcuno. Basta non si perdano per strada. Baci, abbracci e buon viaggio ad entrambi.

BREVI  SULL’ULTIMO TURNO DEI  DEI GIRONI CHAMPIONS.

Milan dalla festa al lutto. Visto che è stato estromesso ( un anno ancora)  dal tutto in Europa. Inter velleitaria al Bernabeu in fase di restauro, dove lascia il passo ad uno dei Real più ‘normali’  di questi ultimi anni. Tuttavia aggiudicandosi  gli ottavi. Ora tocca alla Dea del Gasp che finora ha fatto trenta e mai trentuno contro un Villareal che il veleno porta in coda; nessun commento per la Signora che la qualificazione ha in tasca da tempo. Qualificazione, punto e basta? Nel frattempo tra le folle di commentari tivù e non solo si è tornati a cantar il ritornello ‘ gli altri corrono, noi passeggiamo’. Ancora una volta senza chiedersi per qual ragione, o qual foraggio, loro tengono e noi molliamo. Forse bisognerebbe chiedere lumi a quello staffettista inglese che battuto dai nostri ha messo in dubbio l’onestà dei nostri?  Finendo, ma questo nessuno lo evidenzia, tra i dopati ai quali è stata tolta la medaglia d’argento che, da gentleman, e senza che nessuno glielo imponesse, avrebbe dovuto sfilarsi  dal collo?

Milan-Liverpool 1-2; Real Madrid -Inter 2-0; Juve-Malmoe 1-0; Atalanta-Villareal 2-3

IL MONDO IN CIFRE- Edizione internazionale a cura The Economist. ANNI 2020/2022

Uno sguardo aggiornato ai Pil: Stati Uniti ( 329 mln abitanti), 21.443 mld dollari; Cina ( 1.433 mln abitanti), 14.343 mld dollari; Giappone ( 127  mln abitanti), 5.082 mld dollari; Germania ( 83,5 mln abitanti), 3.861 mld dollari; India ( 1.364 mln abitanti), 2.869mld dollari; Regno Unito ( 67,5 mln abitanti), 2.829 mld dollari; Francia ( 65 mln abitanti), 2.716 mld; Italia ( 60,6 mln abitanti), 2.004  mld dollari.

Quanto si dice che la Cina è il primo colosso  economico al mondo si sbaglia: infatti, se questi dati non sono esibiti a vanvera, il divario tra le due superpotenze economiche planetarie è ancora piuttosto ampio a favore del paese con la bandiera stelle e strisce ( oltre 7mila mld, più o meno quanto i pil di Germania e Francia assommati). Precisando inoltre che sui dati cinesi resta il sospeso sulla loro effettiva attendibilità, che se in realtà risultasse al ribasso non meraviglierebbe nessuno. Simil discorso si potrebbe fare sugli investimenti militari effettuati dai due Paesi, ma con ( eventuale)  revisione inversa.

Qui gli americani dichiarano 738 mld d’investimenti, i cinesi ( solo) 193 mld.

Che non sembrano tanti a fronte dei notevoli impegni in tutti i settori della difesa della Cina in questi ultimi anni.  Per raggiungere e superare i cinesi ( 2.035 mln di uomini in divisa, contro 1.388 degli Usa), tanto per svelare una curiosità, ci vorrebbe un’ Europa  tutta d’un pezzo che invece di spendere e spandere a vanvera ciascun stato pro domo sua, mettesse dentro un’unica cassa i suoi ( tanti) investimenti. Che  ( limitatamente ai primi) sono  questi:  Regno Unito 61,5 mld, Francia 55 mld, Germania 51 mld, Italia 30 mld.

( dal 29 novembre al 5 dicembre 2021). La notte dei ‘ballon d’or’. Scontata da mesi, perchè quel ( cosiddetto) premio ormai è il frutto più di ‘ scuole di pensiero’, di ‘ squadre di fans‘, di ‘ orientamenti consolidati’, che altro .Come dire che, salvo cataclismi, difficile è portarlo via a uno tra Messi e Ronaldo, il Cr7, che anche se non vincono proprio tutto e  tutto per merito loro il ‘ ballon’ se lo dividono portandolo a casa loro,  una volta uno una volta l’altro. L’argentino d’origine recanatese è giunto al settimo ‘ ballon d’or‘. Cosa mai vista, in un premio che sarà meglio cominciare a ‘riformare’, in fretta,  prima che venga detto ‘ Ballon d’or del Menga’.

Paggio d’onore del ‘ ballon’ da anni resta quel Levandowski che le ’ballon ‘ chissà perchè non vince mai. Il riconoscimento, da quel che si sa, dovrebbe andare a chi nell’annata ha vinto di più e con merito. Quest’anno, ad esempio, chi ha vinto di più e con merito, chi altri era se non  il nostro ( sfortunato) Jorgino, trionfante all’ Europeo e in Champions. Il massimo dei trofei di Eupalla ( tolto il Mondiale) per chi si diverte a prendere milioni su un campo da calcio? Eppure, il nostro, è finito terzo; mentre il riconoscimento parziale è andato al ‘baciamaglie’ Gigio, quale miglior portiere del consesso mondiale. Non è molto, ma accontentiamoci, perchè agli azzurri quel ’ ballon‘ viene dato  ( tra sì e no) solo e soltanto se si dovesse vincere Mondiale, Europeo, Champions, Uefa, Coppa del nonno,  etc etc. tutto in un botto.

Del resto  siamo noi a dire che quel Messi argentino d’origine recanatese non è più decisivo come una volta?  Infatti chi è che  ha detto: ‘ Con lui la Champions non si vince più’. Il tutto dentro gli spazi lucenti e ovattati di una torre d’avorio dove a dominare hanno preso sceicchi, oligarchi e ristrette gang di agenti, procuratori e consulenti a dispetto di quei poveracci del calcio che ha fatto la storia,  ora alla ricerca disperata  di qualche nuova entrata per sopravvivere al cospetto della manciata di  club di Stato, o simili,  ricchi sfondati  e inarrestabili.

Riparte la Serie A, XV giornata, con il Napoli in vetta, il Milan ( doppia sconfitta di seguito) a due incollature e l’Inter a pochi passi, pronta all’arrembaggio.

TENNIS COPPA DAVIS. Nel tennis, Coppa Davis, belle speranze  colate a picco. E’ bastato un anonimo  croato 230° c.a. al mondo per spaurire a morte il nostro guerriero  Sonego, e mandarci a  casa. Il resto, probabilmente, a dirla tutta, lo ha fatto mister Volandri, allestendo un doppio con uno ( sfinito ) Sinner e un (ridente) Fogna, che francamente non si capisce perchè lo si continui a considerare giocatore da maglia azzurra quando dopo l’exploit di Monaco non fa altro che far da turista, qua e là,  su campi e campetti da tennis che ( ancora)  lo invitano. Risultato finale: 1-2 per la volenterosa Croazia che vola a Madrid. 

( dal 18 al 28 novembre 2021).  Che c’è da dire questa volta? Poco, molto poco, tanto. Come ( quasi) sempre. Per quel che riguarda il tennis , intanto, non possiamo che lodare il buon Jannik che ha degnamente sostituto all’ATP Finals ( vinto da Sverev ) il nostro Matteo. Ora è tempo di  Coppa  Davis, a Torino, contro gli Usa. Battuti 2-1.  Per quel  che riguarda  il calcio, stiamo viaggiando  tra una Coppa e l’altra. In Champions solita figuraccia di una Signora ( 4 gol dal Chelsea, battuto  1-0 all’andata) che Signora non riesce proprio ad essere visto che,  ben che vada, limitatamente alle ore felici, piuttosto  appare  una ‘  donzelletta (che) vien dalla campagna, in sul calar del sole col suo fascio dell’erba’.

Si è complicata la vita la Dea del Gasp che arriva a trenta senza centrare ( quasi mai) il trentuno. Sullo sintetico dello  Yong Boys è passata in vantaggio due volte, ma per poco non ci lasciava le pene se il solito ( provvidenziale) Muriel ( entrato da poco) non avesse calcolato di mandare una beffarda punizione  nell’angolino basso di destra del portiere svissero. E’ finita 3-3, ma con la Dea ora obbligata  a battere il Villareal ( 7 punti, contro i 6 dei bergamaschi) per  accedere al gruzzolo di  milioni del turno successivo. Vincono invece le due milanesi battendo, come ai bei tempi, quei tosti dello Shakhtar ( 20, gol di Dzeco) e gli ancor più tosti dell’Atletico Madrid ( 0-1, gol Messias), a Madrid.La Beneamata dopo un decennio supera i gironi e si qualifica ( prima o seconda è da vedersi contro il Real) per gli ottavi. Qualche speranziella s’è inoltre riaccesa per quel povero Diavolo finora vessato da infortuni, arbitraggi pro – altri, sfiga calcistica. Battuto l‘Atletico del Cholo dovrebbe ripetere l’impresa contro quei rompiscatole del Livepool, avversari di tante battaglie, una Champions in meno, lanciati a palla per battere ( in casa e fuori)  gli spendaccioni arabi e russi. Ora, però, sor Sala, per favore, ci dia un San Siro nuovo ed adeguato alla bisogna.

Nella Europa League infelice trasferta del Napoli, che battuto in Russia ( 2-1) ha perso anche il primo posto nel girone. Evidentemente, come dice il Sarri, questa seconda coppa sta proprio sulle scatole a tutti. O quasi.  La sua collocazione, forse diversamente impossibile, non invoglia di certo i maggiori club a contendersela.

Sono in tanti a celebrare Diego, l’umano che contende ad Eupalla lo scanno di Olimpia, ad un anno dalla sua scomparsa. In prima fila i fans d’ Argentina e di Partenope, che Diego aveva eletto tra i suoi ‘ figli‘  più amati. Certamente tra quelli mai più dimenticabili.

Delle ultime battute sul mondiale di F1 poco o nulla c’è da aggiungere. Per quelli di Sky è il mondiale più avvincente degli ultimi decenni. Dimenticando di dire che  a contenderselo non sono tanto l’irriverente Max, 21 anni tulipano,  e l’intramontabile  Lewis , 36 anni anglo, ma quei due marpioni, Toto ed Horner, da flotte di legulei assistiti, che ( eliminata dal gioco la ‘rossa‘) pensano così di continuare a fare in pista il bello e il cattivo tempo. Al momento il Max guida la classifica con 8 punticini di vantaggio, a fronte di due Gp ancora da disputare, a Gedda ( 5 dicembre) e in Abu Dhabi ( 12 dicembre).

 ITALIA GUIDA ALLA RIPRESA EUROPEA. Economia. A segnalarlo è il Sole 24 Ore, in un titolone di prima: ‘ L‘Italia guida la ripresa europea’. Settima al mondo per il ritmo di crescita intrapreso, non solo ha recuperato il pre Covid ma sta manifestando un andamento migliore di Francia e Germania. Questo emerge dal rapporto Scenari industriali del Centro studi di Confindustria. Record di investimenti esteri. Bene gli scambi commerciali, tornati rapidamente e solidamente sopra i livelli precedenti. Occorre però sostenere il trend con una politica industriale mirata, da non disattendere, per non vanificare i provvidenziali prodigi di cui è capace il Paese davanti alle grandi difficoltà.

( dal 10 novembre 2021). Ora è tutto vero, il maestro di Tavullia ci ha lasciati. Intendiamoci, lasciati per quel che riguarderà la Moto Gp, perchè per il resto resta, vivo e sorridente come pria, e con tante idee in testa. Le auto, l’Accademy, (forse) la tivù che comincerà a corteggiarlo come ( a suo tempo) certi divi hollywoodiani  con la Sofia e la Gina.

In pista, di certo, ci mancherà tantissimo. Visto che tutti ( o quasi) ci siamo alzati ( anche) di buon ora per vederlo lumeggiare una gara di moto. E se anche dal remoto Tibet fin alla nemica Ispagna gli sono giunti attestati d’amore, amore vero, non ci vuol tanto chiedersi se negli anni a venire  (ri)sorgerà ( se mai risorgerà) un altro astro come quello che per oltre 25 anni ha brillato su e giù per le dolci colline di Tavullia, tra Marche e Romagna, quell’ameno fazzoletto di terra che continua a partorire  i prodigi delle due ruote con motore. Tuttavia, quando vengono a mancare sul pezzo finora occupato, certi personaggi, il ricorso ( non irriverente)  al poeta è d’obbligo: ‘ Fu vera gloria( la sua)? Ai posteri l’ardua sentenza: nui ( intanto) inchiniam la fronte al Massimo Fattor, che volle in lui del creator suo spirito più vasta orma stampar’. L’omaggio planetario  di Valencia al Vale  ci ha commosso.

IL REGNO DEL  MALVAGIO TOTO. Dopo l’ultimo Gp, Horner, manager della riuscita auto dei venditori di bibite, al cospetto del solito infido ricorso Mercedes, avrà capito o no che per battere le ‘frecce d’argento’  nulla conta se non ( maximus omnium)  abbattere il potere malvagio  del Toto?  Il cui regno, resa innocua la ’rossa’ in un modo o nell’altro, vi pare  al tramonto?

MANCIO, CHE PORCATA!  Chi ci segue sa che quella del Mancio da Jesi per noi non è mai stata una nazionale, ma solo una fortunata compagnia di ventura che sotto la guida d’un capitano nato in una terra che di capitani ne ha forniti diversi e famosi, ha saputo realizzare una impresa. Poi, come di solito capita e capitava alle compagnie di ventura, volata la sorte in altri lidi, spenta l’ispirazione del capo, unitamente a qualche defezione ( Immobile), qualche infortunio ( Chiellini), qualche traditore ( Jorgino), la truppaglia  stessa si sfaldava, da mane a sera, come bolle di sapone per l’aere attorno.

E così la nostra Italia si trova fuori per il secondo turno consecutivo dal Mondiale. Addio pentastella, addio immortalità. Sì, perchè quei play off, con squadre ben più solide di quelle ( fortunatamente) inserite nel girone di qualificazione, noi, per quel che conosciamo della nostra storia, manco li andremmo fare. Non è roba per noi, soprattutto in primavera quando il tepore della buona stagione invita a ben altri pensieri e ad altre occupazioni. Del resto, bastava pensarci un po’ prima, fare qualche punticino in più, non consentire agli svisserotti di dar corpo ai loro inconfessabili pensieri ( e desideri) verso di noi, per portarsi a casa una qualificazione che per dei ‘veri’ campioni d‘Europa doveva rappresentare null’altro che una pura e semplice formalità?

Cvd, a mo’ di presagio, nel sorteggio dei gironcini spareggio, a noi sono stati dati Macedonia del Nord ( in casa nostra) e una tra Turchia e Portogallo ( in casa loro).

DICHIARAZIONI. Petrov, ct bulgaro, alla vigilia dell’ultima partita del girone di qualificazione: ‘ Tranquilla Italia, cerchiamo punti e fiducia, vogliamo il terzo posto’. INFANTINO, FIFA. ‘ Qualcosa non va si deve cambiare -  sveglia Gianni Infantino, presidente Fifa- . Nel 2019 sono stati spesi 7 mld per i trasferimenti, 700 mln sono andati in provvigioni agli agenti e solo 7omln alla formazione e ai compensi di solidarietà. Dovremmo rendere le regole più trasparenti di quelle che sono ora’. Sapere che qualcuno s’è desto e voglia capire quel che trambustano i nuovi padroni del calcio ( non solo) europeo, ovvero agenti-mediatori-consulenti, è già un sollievo. Certo che quelle inchieste ( Report, Rai3) stavano facendo un bel po’ di chiarezza su personaggi che hanno raggiunto un potere di intermediazione che se non è dittatura poco manca. Sono peggio di quella piccola ma spendacciona folla di principi e oligarchi che stanno ( letteralmente) mandando a gambe all’aria squadre storiche non più in grado di stare sul mercato. Il nobile Florentino, per quel che può, continua disperatamente a spingere pro Superlega, non per annientare la democrazia del calcio, come accusa  il buon Cefferin, ma per salvare almeno quello di vertice da una conduzione Uefa che non si capisce perchè si aspetti così tanto  a mettere ( almeno) sotto indagine.

A 75 anni è scomparso Gianpiero Galeazzi, telecronista tivù, legato al canottaggio e ai suoi eroi come gli indimenticabili  fratelli Abbagnale, ori olimpici. ATP FINAL TORINO. S’infortuna Matteo, prende il suo posto Sinner. Con una bella vittoria, ora tra i primi dieci del Mondo.

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Non molla. Lui, Toto di Vindobona, che col chiarore dei suoi vestimenti evoca alla mente i fantasmi di illustri antesignani: Policrate di Samo, Clistene di Sicione, Pisistrato di Atene e Dionigi di Siracusa. Lui, certo, non ne vuol sapere di omaggiare la ' rossa' per quel che è la 'rossa'. Per il bene suo e delle sue 'frecce', ma non delle auto che volano nelle piste. Invocando ( fantomatiche) ragioni di sicurezza la Fia, che non dal nostro buon Domenicali dov'essere governata ma dall'avvocatessa Shalla Ann Rao, ex consulente Mercedes, grande amica del Toto, ha deciso di passare dalle ciacole ai fatti. Tanto sa che contro la forza ragion non vale. Porpoising e bouncing infatti sono termini che indicano un qual saltellamento delle monoposto sul rettifilo, fenomeno che disturba assai ( guarda un po') soprattutto i due della Mercedes, che come nel passato, non riuscendo a tirar fuori il ragno dal buco, aborriscono il merito e invocano il diritto. Tant'è che non sono pochi quelli che vorrebbero 'segare' le ultime sette maglie iridate ( almeno) in due parti per assegnarne una al pilota e l'altra al menagers, in questo caso al Toto di Vindobona, che attorno alle ' frecce' altro non vuol che il vuoto assoluto. Guai a chi non le fa vincere! Guai a chi non si genuflette al loro rombare ! Ovviamente l' avvocatessa Shalla Ann Rao del diritto di veto della 'rossa' se ne sbatte assai. Del resto ha forse già saputo che il buon Binotto altro non sogna che di tornare a pesca sul suo Lemano, e che i concorrenti attorno più che a formare un gregge altro non faranno. E così dopo aver visto una F1 rinascere dopo un decennio passato in cattività, dovremo aspettarcene un altro simil più o meno. Comunque, mal che vada, torneremo a spegnere il televisore, come abbiamo fatto con la F1 per un decennio, dove vedere la 'rossa' costretta al palo era men divertente della corsa con i sacchi o della gara con carriola e rana sopra.Dal Gp di Spa entra dunque in vigore la direttiva 30/2022. Estrapoliamo. Dal 2023 il fondo dovrà essere di 25 mm più alto da terra rispetto ad ora. Verrà introdotto il test di deflessione laterale del fondo più severo. Con un sensore più preciso per riqualificare l'oscillazione aerodinamica. Dicono che anche pinguini conoscono il canto degli Italiani. Molto, grazie allo sport. Anzi agli sport. Nell'atletica fin alla prossima Olimpiade contiamo 5 medaglie d'oro. Aspettiamo comunque conferme dai prossimi Europei. La pallanuoto uomini sta in vetta al mondo delle piscine, quella femminili va ritornando. Soddisfazioni arrivano da un volley di riconosciuto valore planetario per ambo i sessi. Nel basket aspettiamo che il Pozz ci liberi ( finalmente) da quelli che snobbano la maglia azzurra per mandare in campo quelli che la amano. Nel tennis, volendo, cominciamo a vedere la possibilità di agguantare qualche Slam. Nel nuoto abbiamo la ' squadra più forte di sempre' e se al Foro Italico dovessimo fare incetta di metalli pregiati nessuno si meraviglierebbe. Grande è anche la tenuta agli Europei della pista dei nostri ragazzi dl ciclo che si battono contro altri senza manco contare su un impianto all'altezza. Meravigliose sono le squadre di ginnastica, tra leggiadre farfalle e graziose piccolette ora installate nell'elite mondiale. Gloria infinita ai motori. Con un Pecco alla caccia del Fabio. Probabilmente stiamo dimenticando qualcuno/a. Non il calcio che se non la smette d'inseguire i miti d'Albione come lei lo regalerà ad oligarchi, sceicchi e fondi che giocano il Mondiale a Natale, la Champions nel mese di Pasqua ( magari sotto qualche tenda tra deserto e steppa), il Campionato tra un ritaglio di tempo e l'altro. Infatti, che centrano corridori dai piè veloci con artisti fantasiosi?

Dopo i primi tre incontri con Matteo Saccone, Donatella Rabiti e Sofia Giovannetti, chiuderà il ciclo estivo 2022 Maria Vittoria Matteucci con il suo libro 'AnsiaGirl 2'.'Il ponte vecchio' editore di Cesena ha accolto il primo volume della serie di Ansiagirl, che dava inizio alle avventure di Mia, come il sorprendente racconto di una narratrice giovanissima, capace di rappresentare con particolare freschezza il mondo teso e incantato dell’adolescenza, l’età fondatrice e sognante che non ritroveremo mai più nel corso della vita, irripetibile nelle sue tensioni, nelle sue filosofie, nelle sue esperienze di una ricchezza ineguagliabile. Il primo 'Ansiagirl' – romanzo di scoperte e di attese, racconto della meravigliosa costruzione della propria personalità – proprio perché narrazione in presa diretta di un mondo ricchissimo di movimenti e di scoperte, ha raccolto un sorprendente successo, disponibile a farsi epos della età giovane: così Maria Vittoria Matteucci ci offre ora il seconda tempo del suo dramma, delle sue gioie e delusioni e scoperte, e passioni: e via via, per sviluppo naturale degli anni e della età, si apre al bilico ormai prossimo di un passaggio, quello tra l’adolescenza e la primissima giovinezza, quando più acuta e tesa si fa l’attesa del mondo che verrà, e più tremante e incantata la scoperta e l’affinamento dei sentimenti nei quali si costruisce e completa la nostra umanità. Maria Vittoria Matteucci, nata a Forlì il 24 giugno 2003, frequenta il quinto anno del Liceo scientifico della sua città.

Il libro parte da una domanda: il 'ritocchino' è sempre sinonimo di felicità e realizzazione? Parlando di moda, emulazione, social e fake-news, Pasquali affronta in maniera chiara e coraggiosa la madre di tutte le questioni raccontando una serie di aneddoti e case-history che riflettono le profonde contraddizioni che, a volte, spingono le pazienti a rivolgersi al chirurgo estetico. C’è chi lo fa per risolvere un problema fisico importante, chi per omologarsi ai parametri della moda dominante. Chi vuole assomigliare alla star dei social (che posta le foto con i filtri di FaceApp) e chi, invece, vuole semplicemente provare a colmare le sue voragini emotive e la carenze di autostima. Una cosa è certa: non si vedono più in giro nasi aquilini, orecchie a sventola, doppi menti. Tanti scelgono di rifarsi piuttosto che di accettarsi. Ma la chirurgia plastica non può diventare un’officina di pezzi di ricambio e il silicone non è il Parmigiano che sta bene su tutto. Il bisturi non è una bacchetta magica. Ti migliora 'fuori' solo se stai bene 'dentro'.

Omaggio alle vittime dell'eccidio nazifascista avvenuto nel 1944. La cerimonia si è svolta presso il monumento di via del Cippo, in fregio alla via Cervese, ed è stata caratterizzata dal posizionamento di una corona commemorativa, di un nastro tricolore e da un momento di raccoglimento. Questi i nomi dei caduti: don Francesco Babini, Riziero Bartolini, Alfredo Cavina, Antonio Lucchini, Biagio Molina, William Pallanti, Edgardo Ridolfi, Mario Romeo, Antonio Zoli, Luigi Zoli. Insieme a loro, il pensiero è andato a tutte le persone che hanno perso la vita a causa dei conflitti mondiali e alle sofferenze patite dalle famiglie e dei territori, in coerenza col testo scolpito sul monumento: 'Qui al di sopra delle bandiere, delle razze, delle fedi, affratellati dalla morte, caddero perché la libertà patrimonio degli uomini e dei popoli illuminasse il volto rinnovato della Patria'.

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